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Ecco cosa rischia chi usa servizi di streaming illegali

La nuova proposta di legge prevede pene severe: fino a 3 anni di carcere per chi registra un film al cinema e fino a 5mila euro di multa per chi guarda contenuti protetti tramite siti illegali

Foto via Unsplash

Ieri la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità una proposta di legge che punta a intervenire su un tema delicato come la pirateria: il testo conferisce nuovi poteri all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), ponendola in condizione di bloccare i siti web che diffondono illecitamente eventi dal vivo (come le partite di serie A o le prime visioni di film o programmi di intrattenimento).

In particolare, viene attribuito all’AGCOM il potere di ordinare l’immediato oscuramento – entro 30 minuti – del sito che trasmette illegalmente il contenuto. La proposta prevede anche la creazione di una piattaforma automatica che consentirà di inibire il traffico di rete verso i siti web illegali, da azionare in seguito alla segnalazione da parte dei titolari dei diritti televisivi. L’obiettivo è fornire delle garanzie all’industria creativa e audiovisiva italiana, che vede andare in fumo ogni anno 1,8 miliardi di euro di fatturato e quasi 10mila posti di lavoro proprio a causa della pirateria di film, serie tv, fiction e sport live.

È previsto, poi, un inasprimento delle sanzioni sia per coloro che mettono illegalmente a disposizione contenuti protetti da copyright, sia per gli utenti finali, che rischiano multe fino a 5mila euro. I soggetti che fanno camcording (registrando cioè film al cinema per diffonderli illegalmente sul web), inoltre, rischieranno fino a tre anni di detenzione in carcere.

La proposta punta anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema tramite campagne di comunicazione e sensibilizzazione sull’importanza della proprietà intellettuale. Secondo un’indagine Ipsos, circa metà delle persone che hanno fruito di contenuti illegali non ha percezione della gravità dei propri comportamenti: culturalmente, siamo un popolo restio a considerare la pirateria per ciò che è realmente, ossia un reato.

Certo, manca ancora l’approvazione del testo in Senato, ma il consenso bipartisan ottenuto alla Camera lascia intendere che il provvedimento diventerà legge senza troppi problemi.

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