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E se Amadeus si portasse via Sanremo dalla Rai?

E se il caso Fabio Fazio, alla fine, facesse scuola? “Ama” starebbe soffrendo il nuovo corso meloniano della Tv di Stato, e sarebbe corteggiatissimo dal Nove (per un contro-Festival?). E pure Mediaset vorrebbe tentare il colpo grosso in Riviera…

Foto: Pigi Cipelli/Mondadori portfolio via Getty Images

E se il caso Fabio Fazio, alla fine, facesse scuola? L’ipotesi è stata rilanciata oggi da Repubblica e riguarda Amadues, che ha un contratto in scadenza con la Rai il prossimo 30 giugno. Ebbene: il gruppo formato da Warner Bros. e Discovery, proprietario del Nove e che ha già portato sul canale proprio Che tempo che fa, starebbe pensando di provare la stessa mossa con il presentatore delle ultime edizioni del Festival di Sanremo.

Chiaro, dovrebbe tirare fuori un’offerta enorme: in Viale Mazzini è stato ribattezzato «mister 30 milioni», costa tantissimo e non sarebbe comunque facile portarlo via da un contesto in cui, negli ultimi tempi, ha dato e ricevuto parecchio, comprese delle posizioni di assoluto potere. Eppure lui ci starebbe pensando, come ha confermato Fiorello – tra il serio e il solito scherzo, per carità – a Viva Rai 2!: gli spifferi, gli interessi da fuori, ci sono; e Amadeus, anche solo per non vedere il proprio nome sempre associato a quello della Rai, che a livello d’immagine tutto si mangia, valuta.

Anche perché il contesto, al momento, non sembra stimolarlo. Da quando il governo Meloni ha cominciato a mettere i suoi dirigenti – come tutti i governi precedenti, ma è vero che si può discutere sui modi – al posto dei vecchi, considerati troppo «di sinistra», neanche Amadeus, che nel corso delle edizioni ha spostato l’Ariston verso un taglio sempre più, diciamo, progressista, si è trovato particolarmente a suo agio nel repulisti delle scrivanie.

Va detto che al contrario che con Fazio, letteralmente accompagnato all’uscita da Salvini che sui social ha esultato alla notizia dell’addio, qui la Rai ha provato perfino a trattenerlo, a proporgli un sesto Festival consecutivo come conduttore. Ma l’aria è comunque cambiata, e ora la ruota gira per il Nove, che con Che tempo che fa sta ottenendo numeri fuori scala. Se c’era una cosa, infatti, che Meloni non aveva considerato della Rai «di sinistra» è che poteva esserle ostile quanto voleva, ma registrava share impressionanti. Per questo le sostituzioni sono state tutte difficili, e le alternative, in questi mesi, si sono rivelate un bagno di sangue. Fazio, al contrario, sul Nove ha continuato sui soliti standard altissimi, e questo da solo vale la convinzione che l’investimento per prendersi Amadeus abbia senso. Chiaro: non si sa ancora bene per fare cosa. Un contro-Festival? Chissà.

Il punto – e lo dice sempre Repubblica – è che con il suo addio potrebbe portarsi via i programmi di Banijai Italia, la casa di produzione a cui è legato e su cui il preserale della Tv di Stato ha costruito una fortuna negli ultimi anni: Affari tuoi e I soliti ignoti. Già così, è sicuro che la Rai dovrà negoziare con lui al rialzo. Così com’è sicuro che il Nove nei prossimi anni sarà un’alternativa di cui tenere conto, visto che insieme a una La7 che finalmente funziona con l’informazione e a Tv8 (che sta per partire con la terza stagione del GialappaShow, altri fuoriusciti delle reti ammiraglie) vuole sovvertire il sostanziale duopolio in cui versano in stato comatoso le nostre televisioni.

Si vedrà anche perché, in tutto questo, c’è un altro agente del caos pronto a intervenire con un piano più complesso e ambizioso, e quindi difficile da realizzare ma, nel caso, davvero eclatante. È Pier Silvio Berlusconi, che dalla morte del padre sta cercando di cambiare faccia ai canali Mediaset che da un decennio ristagnano nel trash e hanno come pubblico principale quello che appartiene a una fascia d’età alta, retaggio di tutto ciò che è stato coltivato a partire dagli anni Novanta. Qualche testa è partita, come Barbara d’Urso, ma non è detto che procederà così, nei fatti, al di là dei proclami di rivoluzione. Certo è che il progetto del rilancio esiste, il concetto di «giovani» è un’ossessione, fosse anche solo per riprendere in mano la battaglia con la Rai per quanto riguarda Sanremo: per i pochi che si fossero messi all’ascolto di recente può suonare assurdo, ma fino a quindici anni fa durante la settimana del Festival Mediaset portava avanti una contro-programmazione agguerrita sulle sue reti, per poi gettare la spugna.

E adesso? Adesso Pier Silvio starebbe addirittura pensando di portare Sanremo, che in Tv è sempre stato in Rai, su Mediaset. E di affidare la conduzione ancora ad Amadeus. È difficile, appunto, ma non impossibile: alla fine del 2025 scade la convenzione tra il Comune, proprietario del marchio, e la Rai stessa, che dovrà rinnovarlo a cifre esose con il nuovo amministratore delegato Giampaolo Rossi, meloniano doc che sostituisce Roberto Sergio. Non sarà banale, ed è proprio in quel cavillo che Mediaset vorrebbe inserirsi per cambiare la geografia della nostra Tv, ripartendo da un colpo di scena che vale più di una contro-programmazione e darebbe prestigio a Mediaset. D’altronde, per come è regolamentato l’accordo, è più semplice che il Festival vada via dal primo canale che dalla città di Sanremo. Motivo per cui alla Rai, in questi giorni, non c’è da stare tranquilli.

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