De Magistris contro ‘Gomorra’: “Droga mediatica artificiale” | Rolling Stone Italia
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De Magistris contro ‘Gomorra’: “Droga mediatica artificiale”

Il sindaco di Napoli attacca la serie, dopo il ferimento in strada di una bimba di 4 anni. Ancora una volta la politica si scaglia contro la fiction, accusata di diffondere modelli negativi

De Magistris contro ‘Gomorra’: “Droga mediatica artificiale”

Genny Savastano in una scena della nuova stagione di 'Gomorra'

“Oggi il Sindaco di Napoli, dopo otto anni di lavoro senza un attimo di sosta, dopo i risultati eccellenti che la città tutta sta raggiungendo con il suo popolo, interpretando la richiesta assordante dei suoi concittadini, ha il diritto/dovere di chiedere allo Stato di fare di più in quella che forse è l’unica vera funzione che ancora gli spetta in via esclusiva: prevenire il crimine e reprimerlo. In questo modo ci aiutate anche a distruggere il modello drogato, per alcuni vergognosamente vincente, degli eroi (di merda) di Gomorra“.

Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris con un lungo post sulla sua pagina, commentando la sparatoria avvenuta venerdì in città e la successiva manifestazione di piazza, ha attaccato nuovamente (oltre al governo) la serie televisiva di Sky, nei cui confronti si era più volte espresso in maniera critica. De Magistris definisce Gomorra, di cui si è appena conclusa la quarta stagione, “una droga mediatico-comunicativo-artificiale che rischia di corrodere cervello, anima e cuore di centinaia di giovanissimi”.

“Non fate l’errore di sottovalutare questo simbolismo affascinante del male”, ha aggiunto il primo cittadino napoletano. “La nostra parte l’abbiamo fatta e la continueremo a fare, giorno e notte. Napoli sta scalando vette di luce impensabili sinora. Chiediamo allo Stato di toglierci il buio della zavorra criminale in modo che il suono della cultura vinca definitivamente sul rumore delle pistole”. Un nuovo capitolo dunque, nel rapporto complicato tra politica e crime. Dal cinema americano a Romanzo Criminale, l’argomento secondo cui la fiction darebbe un esempio negativo ai giovani, incitandoli alla violenza, è ormai diventato un grande classico (decisamente poco condivisibile).

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