Cosa sta succedendo tra Elio Germano e il Ministro Giuli | Rolling Stone Italia
Ciance in solitudine

Cosa sta succedendo tra Elio Germano e il Ministro Giuli

Il botta e risposta a distanza tra l’attore e il rappresentante politico della cultura italiana infiamma il dibattito (e i social). Ecco cosa si sono detti

Cosa sta succedendo tra Elio Germano e il Ministro Giuli

Elio Germano nel 2014 a Venezia con la maglietta di Artisti 7607

Foto: Jacopo Raule/GC Images

Tutto ha avuto inizio la mattina del 7 maggio, quando il Presidente Sergio Mattarella, come da tradizione, ha incontrato i candidati ai premi David di Donatello.

Presente anche il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che – secondo quanto riportato da vari media – inizialmente avrebbe voluto declinare l’invito alla cerimonia, forse consapevole dello scarso appeal che sta riscuotendo presso il mondo che dovrebbe rappresentare. Richiamato da una nota di Palazzo Chigi, ha invece partecipato e tenuto un discorso sullo stato della cultura – e del cinema in particolare – nel nostro Paese.

Alla fine dell’incontro istituzionale, Elio Germano, che poi in serata avrebbe vinto il David come miglior attore protagonista per Berlinguer – La grande ambizione, ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti: «Meno male che c’è il Presidente Mattarella, perché ho avuto molta difficoltà ad ascoltare il rappresentante della cultura del nostro Paese, il Ministro Giuli».

«Il cinema è davvero in crisi», ha proseguito l’attore, che si batte da anni su vari fronti per la tutela del lavoro di professionisti e maestranze del settore, «e riteniamo che il Ministero della Cultura abbia una grossa responsabilità in questo. Sentirci dire che tutto va bene, e per di più in un modo così bizzarro, è stato per me molto fastidioso».

E ancora: «Piuttosto che piazzare i loro uomini come fanno i clan nei posti chiave, si preoccupassero davvero di fare il bene della nostra comunità mettendo le persone competenti nei posti giusti e incontrando i rappresentanti di categoria per risolvere davvero i problemi».

Poi, dicevamo, è arrivata la cerimonia di premiazione, e il discorso di Elio Germano in prima serata davanti alle telecamere di Rai 1: «La nostra Costituzione parla di parità di dignità. Un povero deve avere la stessa dignità di un ricco, ma lasciatemi dire… anche un palestinese deve avere la stessa dignità di un israeliano».

Ma è sulla questione “interna” – condivisa da molti colleghi di Germano – che il Ministro sembra essersela presa sul serio. Ospite lunedì 12 maggio a Firenze dell’evento Spazio Cultura, organizzato dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia, il Giuli è tornato sul “gate” di qualche giorno prima: «C’è una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino dei più alti luoghi delle istituzioni italiane, il Quirinale, per cianciare in solitudine: mi riferisco a Elio Germano».

Che ha prontamente risposto al Ministro: «Se un Ministro della Cultura, che dovrebbe rappresentare il Paese, non sa che ci sono persone a casa, vuol dire non sapere che c’è un dramma sociale e vuol dire che “ciancia in solitudine”. Sentirsi rispondere che stanno facendo un lavoro patriottico perché non danno più privilegi alla sinistra è un discorso preoccupante».

«Io penso sia normale che un cittadino possa lamentarsi di un rappresentante del proprio Paese», continua Germano. «È un po’ più inquietante, ed è una cosa che mi succede da tanto, che il rappresentante della politica faccia nome e cognome di un cittadino».

(Non) finisce qui?