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Cosa dobbiamo aspettarci da ‘Handmaid’s Tale 2’?

La seconda stagione della serie tratta dal romanzo distopico di Margaret Atwood arriva il 26 aprile su TIMVISION.

Sia benedetto il frutto, sia benedetta la seconda stagione di Handmaid’s Tale 2. Anche se non è facile scrivere nuovi episodi “quando hai un grosso, grasso, Emmy sulla tastiera”, come ha ammesso lo showrunner Bruce Miller ad Entertainment Weekly, e dopo una consacrazione così assoluta della serie da parte della critica. L’altra questione sul piatto è come spingersi oltre i confini del romanzo di Margaret Atwood: il vantaggio è che la scrittrice ormai è un’entusiasta consulente della serie. Il finale di stagione rispecchiava la conclusione del libro, con la June interpretata da Elisabeth Moss su un furgone che potrebbe portarla verso la libertà oppure incontro alla morte.

Che le nuove puntate avrebbero allargato il raggio di azione fuori da Gilead, mostrandoci le Colonie lo sapevamo già. Così come che in queste lande desolate e radioattive avremmo ritrovato Alexis Bledel: sapremo di più anche del passato della sua Emily.

Scopriremo anche la nuova vita di Moira (Samira Wiley) in Canada insieme ad altri rifugiati, ancora profondamente segnata però da quello che ha vissuto.

(SPOILER!) Ci sarà un atto di terrorismo quasi a metà dei 13 episodi che cambierà tutto. Quando hai questo tipo di mondo con questo tipo di regole, prevedibilmente ci sarà una rivolta “, ha detto il produttore esecutivo Warren Littlefield. “Le conseguenze saranno devastanti per entrambe le parti”.

Ci sarà anche uno scontro a sorpresa tra Moira (Samira Wiley) e Luke (O-T Fagbenle), mentre i Waterfords (Joseph Fiennes e Yvonne Strahovski), arriveranno in Canada in missione diplomatica. “Sai quando ti siedi con i tuoi amici in un bar e chiaccheri?, ”Adoro Game of Thrones” o Stranger Things, e dici “Sai cosa vorrei che succedesse?” “È quello che facciamo noi quando scriviamo”, ha spiegato Miller.

“La lezione più grande che ho imparato – e ne ho imparate un sacco – è quella di provare e raccontare la storia più interessante e complicata e il pubblico la abbraccerà. Non bisogna esagerare con le spiegazioni”.

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