Chi è Caino e chi è Abele? Il tormentato family drama di Bloodline | Rolling Stone Italia
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Chi è Caino e chi è Abele? Il tormentato family drama di Bloodline

Sono partite le riprese della seconda stagione della serie di Netflix che mischia tragedia greca e romanzo ottocentesco nelle torride isole Keys

Chi è Caino e chi è Abele? Il tormentato family drama di Bloodline

«We are not bad people, but we did a bad thing». Basta questa semplice battuta, pronunciata alla fine del primissimo episodio, a riassumere l’intero senso di Bloodline, serie statunitense che ha debuttato l’inverno scorso ma giunta ufficialmente in Italia il 22 ottobre assieme a “mamma” Netflix. Al centro delle vicende la famiglia Rayburn, conosciuta e benvoluta dalla comunità delle paradisiache isole Keys, che un giorno viene scossa dall’inatteso ritorno a casa del figliol prodigo (ma mica poi tanto) Danny. E così dal fondale marino riemergono vecchi segreti mai davvero sepolti che legano il patriarca Robert, la moglie Sally e gli altri tre figli, lo sceriffo John, l’avvocato Meg e Kevin, segreti che dovrebbero rimanere tali, a qualunque costo.

Un oscuro e tormentato family drama, perciò, che assume presto tinte via via più fosche. Ma le aspirazioni di Bloodline si dimostrano da subito ben più alte: la serie vuole essere una lunga dissertazione su come bene e male siano ruoli del tutto arbitrari, approssimativi ed eretti su fondamenta instabili, tra riferimenti alla tragedia classica e riflessioni morali degne di un romanzo russo ottocentesco. Perché l’esiliato Danny, la pecora nera, più che l’artefice del peccato originale ne sembra la vittima, mentre l’eroe, lo sceriffo John, ha una bella macchia sul mantello bianco. Chi è Caino e chi Abele? Sono entrambi sia l’uno che l’altro? Questo ribaltamento di prospettive è palese sin dalla scelta del cast, che conta grandi nomi come Sissy Spacek e Linda Cardellini, ma che vive dell’incontro-scontro tra due pesi massimi: Kyle Chandler, ex coach Taylor di quella perla di Friday Night Lights, e Ben Mendelsohn, cattivissimo nell’acclamato film australiano Animal Kingdom. Proprio grazie al bagaglio delle loro precedenti interpretazioni, i due sfidano la percezione del pubblico. E così il brav’uomo americano Chandler si sporca di puntata in puntata, mentre la mela marcia Mendelsohn viene indagata e svelata in maniera non banale.

Assieme ai protagonisti e ai diversi piani temporali, che saltano tra flashback e flashforward, anche il paesaggio e lo scenario sono partecipi di questo gioco di specchi deformanti: la splendida e assolata cornice delle isole a sud di Miami diventa il paesaggio torrido, asfissiante e grigio che non lascia alcuno scampo ai Rayburn, una valle dell’Eden straniante e ben poco accogliente che li condurrà inevitabilmente all’apocalittico evento che cambierà per sempre le loro esistenze.

Proprio come un bel mattone romanzo russo à la Fratelli Karamazov, la serie si prende larghi, larghissimi tempi per descrivere personaggi e ambienti, all’inizio in maniera poco calibrata, a dir la verità, perdendosi in episodi poco a fuoco e con momenti fallimentari. Bloodline non è certo un prodotto immediato e “user friendly”, ma sfrutta appieno il sistema “tutto e subito” di Netflix, che permette un’immersione totale nel racconto concedendo delle libertà in più al ritmo della narrazione, forse anche troppe. Con il procedere degli episodi però la storia acquista velocità e finisce per lasciarci impantanati assieme ai Rayburn nelle sabbie bianchissime delle isole della Florida. Todd A. Kessler, Glenn Kessler e Daniel Zelman, i creatori della serie già responsabili del thriller Damages con Glenn Close, sembrano quasi voler raccontare i primi dieci minuti di un film spalmandoli su 13 ore di racconto, scelta ambiziosa e affascinante, ma certo non immediata. Eppure, proprio per via dell’evento finale che proietta in avanti la narrazione dando una cesura netta alle vicende finora raccontate (e di cui non possiamo entrare nello specifico per non rovinare la sorpresa), la serie imbocca una strada inaspettata e pone le basi per un racconto radicalmente differente, nella speranza che il team di autori possa gestire meglio questa loro creatura di quanto abbiano fatto con la precedente, che dopo una prima annata è andata purtroppo smarrendosi. Perché la seconda stagione di Bloodline, oggi ancora nel pieno delle riprese per un ritorno previsto per il 2016 inoltrato, deve esplodere una volta per tutte, assieme alla barca dei Rayburn.

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