C’è una petizione per cancellare ‘Armageddon’, il nuovo speciale di Ricky Gervais | Rolling Stone Italia
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C’è una petizione per cancellare ‘Armageddon’, il nuovo speciale di Ricky Gervais

Lo show sarà pubblicato su Netflix il 25 dicembre, e una clip promozionale ha già fatto discutere per i contenuti delle battute

ricky Gervais

Credits: VALERIE MACON/AFP via Getty

«Baldy», ovvero “pelato” in senso dispregiativo, e la R-word (“retarded”). Sono queste le parole contenute in una serie di battute di Armageddon, il nuovo speciale di Ricky Gervais per Netflix, che hanno fatto infuriare, si legge su Change.org, almeno 12.465 persone, firmatari di una petizione per bloccare – sarebbe meglio dire: cancellare – l’uscita dello show, prevista per questo 25 dicembre.

L’ennesima controversia attorno al comico inglese si è scatenata dopo la pubblicazione su YouTube di una clip teaser di Armageddon, “Make a Wish”, che presentava uno sketch costruito attorno all’interazione del personaggio-Gervais con malati terminali pediatrici. Nella petizione – lanciata da Anna Villa, madre di un bambino sopravvissuto al cancro – si legge: «Lo sketch in cui Ricky Gervais descrive come “pelatini” i malati terminali pediatrici non è solo irrispettoso, ma anche profondamente disturbante. Si prende gioco del coraggio e della resilienza di questi piccoli guerrieri, che combattono la loro malattia con grazia e bellezza nonostante la perdita dei capelli. […] I nostri figli non sono materiale comico, e nemmeno le loro vite. Per questo chiediamo a Netflix di rimuovere [sic.] immediatamente questo materiale offensivo dalla sua piattaforma».

Di risposta, Gervais ha ricordato la differenza tra un comico e il personaggio da lui interpretato: «Ci sono persone che pensano che una battuta possa rivelare tutta l’anima di un comico, ma non funziona così. […] È legittimo che alcuni odino le mie battute, ed è legittimo che non vogliano venire ai miei spettacoli. Questo però non mi fermerà dal fare ciò che amo. […] Nessuno è obbligato a guardare i miei show».

Per ora, il co-CEO di Netflix, Ted Sarandos, si sarebbe schierato in difesa di Gervais, riconoscendo che superare qualche linea farebbe parte del mestiere del comico.

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