Cannes 2019, Tarantino racconta la sua lettera d'amore a Hollywood | Rolling Stone Italia
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Cannes 2019, Tarantino racconta la sua lettera d’amore a Hollywood

In conferenza stampa il regista cult chiude a ogni tentativo di polemica sul trattamento della vicenda di Sharon Tate. E rivela di essersi appena sposato

Cannes 2019, Tarantino racconta la sua lettera d’amore a Hollywood

Brad Pitt e Quentin Tarantino a Cannes

Foto: Pascal Le Segretain/Getty Images

“Mi sono sposato sei mesi fa, non l’avevo mai fatto prima e ora so perché: aspettavo la ragazza perfetta”. Mai visto Quentin Tarantino fare così il tenerone: sul red carpet sbaciucchia la moglie Daniella Pick e davanti a centinaia di giornalisti le fa una dichiarazione pubblica.

25 anni dopo la Palma d’oro per Pulp Fiction, la conferenza stampa di C’era una volta… a Hollywood a Cannes per il regista cult è iniziata su una nota personalissima, subito dopo che gli speaker sono riusciti con fatica enorme a far spostare dal tavolo i fotografi, completamente ipnotizzati da DiCaprio, Pitt e Margot Robbie.

Poi via, a capofitto dentro al nono lungometraggio di Quentin, che uno dei suoi più stretti collaboratori ha definito “come tutti gli altri otto messi insieme”, racconta lui stesso. “Siamo affascinati dalla storia di Manson ancora oggi perché è un mistero, è impossibile capire bene cosa abbia causato questa attrazione, questa sottomissione totale. Ho fatto molte ricerche ma più leggi meno capisci, più sai e più ti sembra incomprensibile”. Parla dell’omaggio a Sergio Corbucci e anche di Roman Polanski: “L’ho incontrato due volte nella mia vita. Nel film se ne parla come dell’hottest filmmaker alive, perché un tempo se una pellicola guadagnava 8 milioni di dollari era notevole e Rosemary’s Baby ne aveva incassati circa 35 milioni. Sono un fan del suo lavoro ma in particolare di quel film”.

Ma dalle mezze-polemiche travestite da domande Tarantino non ne vuole proprio sapere:
Hai mai avuto esitazioni nel ricostruire la storia tragica di persone reali?
“No”.
Hai parlato con Roman Polanski della tua versione della vicenda?
“No”.

E il motivo lo spiega Brad Pitt, rispondendo a un’altra domanda: “Prima del ’69, prima degli omicidi Manson, c’erano l’amore libero, speranze e nuove idee, su cui anche il cinema si stava ricalibrando. Poi la tragica perdita di Sharon e tutto quello che è accaduto ha gettato un sguardo preoccupante sulla parte oscura dell’uomo. Il film racconta benissimo quel momento, la perdita dell’innocenza”.

Altra domanda vagamente polemica, altro muro da parte di Quentin:
Non ti sembra di aver dato troppe poche battute a un talento come Margot Robbie?
“No, respingo il punto”.

Dal canto suo, la Robbie spiega così il suo approccio alla figura di Sharon Tate: “Ho fatto molte ricerche e visto tutto quello che potevo, ma come attrice il mio compito era capire quale fosse l’obiettivo del mio personaggio nella trama. Volevo onorare Sharon, che viene descritta da chi la conosceva come una persona luminosa. È lei il cuore pulsante della storia, un raggio di luce nel film”.

Leonardo DiCaprio e Brad Pitt sono dovuti andare a casa di Tarantino a leggere la sceneggiatura perché ne esisteva una sola copia: “I nostri due personaggi, Rick Dalton e Cliff Booth, sono una cosa sola”, afferma Pitt,” la storia parla di accettare il cambiamento, le difficoltà, se stessi”. “Mi sono identificato parecchio con Rick” spiega DiCaprio, “perché sono cresciuto anch’io nell’industria, lui si rende conto che i tempi stanno cambiando e che lo stanno lasciando indietro, lotta con la sua insicurezza. Ho molti amici nell’industria e so quanto sia difficile, perciò sono incredibilmente grato per quello che ho”.

Sul set di C’era una volta… a Hollywood, le due superstar hanno recitato insieme per la prima volta: “Lavorare con Brad è stato facilissimo, siamo più o meno della stessa generazione, abbiamo iniziato praticamente insieme. Lui è un attore incredibile, anche improvvisare è stato semplice. Abbiamo costruito un legame forte in un film che parla dell’industria a cui apparteniamo. Quentin poi ci ha dato una dettagliatissima backstory su come i nostri personaggi si sono conosciuti, sulla loro vita, la loro amicizia, il loro lavoro”.

“Sono d’accordissimo”, aggiunge Pitt, “abbiamo vissuto esperienze davvero simili, perciò è naturale per noi ridere delle stesse cose. Spero che potremo lavorare presto ancora insieme”

“Ci sono poche persone come Quentin che hanno una conoscenza totale non solo del cinema, ma anche della musica e della tv. Questa è la sua dichiarazione d’amore a Hollywood e agli outsider, a questo tavolo almeno una volta ci siamo sentiti tutti tali”.

In chiusura non manca la battuta fulminante di Tarantino: 1969 oppure oggi? “Qualsiasi epoca sia venuta prima dell’avvento dei cellulari”.