Rolling Stone Italia

Brian Cox di ‘Succession’ contro la ‘woke culture’: «Un gruppetto di millennial è responsabile di questa vergogna»

L’attore di ‘Succession’ è più Logan Roy di Logan Roy. E ora spara a zero sugli «arbitri di questo scempio che vogliono solo sputtanare chi li ha preceduti»

Foto: HBO/Sky

Brian Cox è più Logan Roy di Logan Roy, cioè il personaggio di Succession che gli è valso una seconda candidatura agli ultimi Emmy (qui la lista completa dei candidati). La serie di Jesse Armstrong, disponibile da noi su Sky e in streaming su NOW, è il titolo più candidato quest’anno, con 27 nomination in totale.

Ospite di Uncensored, il talk show di Piers Morgan, Cox è davvero senza censure. E si schiera contro la woke culture: «Non so da dove salti fuori. Chi sono gli arbitri di questa vergogna? Alla fine, si scopre che sono il solito gruppetto di millennial che pensano: “Avete mandato tutto a puttane, quindi noi dobbiamo fare qualcosa”. Ma è il principio che è sbagliato. Viene dal presupposto sbagliato».

«Non penso che i social media siano d’aiuto, in questo senso», continua l’attore inglese, «mostrano tutti i limiti di questo processo. La woke culture è una cosa terribile, è la voglia di esporre qualcuno alla pubblica gogna».

Di più: per Cox la woke culture è «maccartismo fascista» la cui benzina è «l’ipocrisia», come aveva detto sempre a Morgan nel 2022. Tra le sue dichiarazioni passate, anche il fatto che la censura dei libri di Roald Dahl fosse «una disgrazia prodotta dalla woke culture, che è un vero e proprio virus» e che le polemiche contro J.K. Rowling, tacciata di transfobia, fossero «totalmente ingiuste».

Iscriviti