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‘Better Man’, in arrivo il biopic su Robbie Williams

Dietro la macchina da presa c'è il regista di 'The Greatest Showman' Michael Gracey, che ha parlato per ore con la star

Si chiamerà Better Man e racconterà l’ascesa di Robbie Williams, dai Take That alla carriera solista. Dietro la macchina da presa c’è il regista di The Greatest Showman Michael Gracey, mentre la sceneggiatura è affidata agli esordienti Oliver Cole e Simon Gleeson. Il progetto sarà presentato allo European Film Market della Berlinale e la produzione dovrebbe iniziare in estate. La notizia arriva da Deadline, che ha anche intervistato in esclusiva il regista.

Gracey ha detto che il film è nato da ore di conversazioni-fiume con Williams, un processo iniziato dopo The Greatest Showman a Los Angeles e Londra, e ci sono voluti un paio d’anni per trovare la quadra. I brani di Williams faranno parte del pacchetto, ma non è ancora noto come sarà rappresentato Robbie sullo schermo e se parteciperà al biopic: «Il modo in cui rappresenteremo Robbie nel film è top secret», ha spiegato Gracey. «Voglio farlo in maniera davvero originale. Ricordo di essere andato al cinema da bambino e c’erano film che mi hanno lasciato senza fiato e mi hanno fatto dire: “Non ho mai visto niente di simile prima d’ora”. Voglio che il pubblico abbia quella sensazione. È fondamentale. Tutto quello che posso dire è che l’obiettivo è quel tipo di reazione. È una storia incredibile e voglio rappresentarla nella sua dura realtà con momenti di pura fantasia».

Sulla musica Gracey ha precisato: «Tutte le canzoni di Robbie verranno ri-cantate, per rendere le emozioni del momento. Se è disperato non canterà un brano come fosse uno spettacolo di cabaret fiammeggiante; sarà intimo, a cappella, spogliato di tutto, perché emotivamente si trova in quella condizione. Nei momenti felici ascolterete pezzi cantati in quel turbine. Quindi, essenzialmente, ogni brano del film lo canterà Robbie, ma sarà eseguito appositamente per quella scena».

Il film includerà i momenti difficili, inclusa la scalata al successo e il pensare che tutta quella fama non fosse meritata: «Nessuno è più critico di lui, ci sentiamo tutti un po’ imbroglioni in situazioni simili. Robbie ha avuto un boom incredibile a 16 anni, e dicono che interrompi la tua maturità emotiva e mentale a qualunque età diventi famoso. Hai un meccanismo intorno a te che ti permette di rimanere immaturo, di ottenere quello che vuoi, di fare i capricci. Non accade lo stesso per il resto delle persone. L’intera sceneggiatura è nata da ore in cui Robbie e io ci riunivamo in questo studio di registrazione a casa sua. Lasciavamo il microfono acceso e chiacchieravamo per ore. Magari alcune sessioni non erano eccezional, ma negli ultimi cinque minuti diceva qualcosa di così onesto e veritiero, non sarei mai riuscito a tirare fuori una battuta altrettanto brillante».

La personalità, l’ambizione e le insicurezze di Williams, portate alla luce in quelle lunghe conversazioni, saranno tra le chiavi del film, ma Better Man sarà diverso dai biopic musicali recenti come Bohemian Rhapsody e Rocketman: «Non è la storia di chi nasce prodigio o genio musicali e tu racconti quando il mondo se ne accorge”, ha continuato Gracey». «Robbie è un uomo qualunque, che ha semplicemente sognato in grande e ce l’ha fatta. Per questo la sua è una storia a cui ci si può davvero rapportare. Non è il miglior cantante o ballerino su piazza, eppure è riuscito a vendere 80 milioni di dischi in tutto il mondo. Puoi relazionarti con il ragazzo che non si considera dotato di un talento straordinario, anche se ovviamente lo ha. Aveva la volontà, la visione e la sicurezza di inseguire il suo sogno. Per noi come spettatori, è una finestra sul mondo, su cosa succederebbe se solo inseguissimo quel sogno impossibile che tanti di noi hanno messo da parte».

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