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100 Tv Show che hanno fatto la storia | Dalla posizione 60 alla 41

La redazione di Rolling Stone USA ha selezionato le migliori serie e programmi della TV americana

60. “Beavis & Butt-head” (1993-1997, 2011)

Mike Judge ha catturato lo spirito dell’adolescenza americana con due ragazzini che vivono per l’heavy metal, i nachos e fare cose illegali (o almeno mettere un barboncino nella lavatrice). L’animazione è così scadente in confronto alla raffinatezza dei Simpson o di Ren & Stimpy da essere quasi liberatoria, ma il successo è dato dal fatto che Beavis e Butt-head sono due poeti del trash. E poi la loro amica è la secchiona Daria, protagonista di uno spin-off tutto suo. (ed. ita.)

59. “Hill Street Blues” (Hill Street giorno e notte) (1981-1987)

Un poliziesco troppo adulto per fare ascolti, ma molto amato. Poliziotti problematici che affrontano conflitti morali, corruzione e vite incasinate. Il capitano Frank Furillo (Daniel J. Travanti) e l’avvocatessa Joyce (Veronica Hamel) fanno scandalo facendo il bagno insieme senza esser sposati: siamo pur sempre negli anni ’80. Ispirazione per innumerevoli polizieschi: tra gli sceneggiatori ci sono Dick Wolf di Law & Order e David Milch di Deadwood, senza dimenticare il produttore Steve Bochco. (ed. ita.)

58. “Roots” (Radici) (1977)

La schiavitù era un argomento tabù nella cultura americana, fino a quando questa miniserie di otto puntate non l’ha mostrata nei suoi dettagli più orribili. Radici abbatte ogni record di ascolti nel gennaio del 1977: 100 milioni di americani seguono la storia della famiglia di Alex Haley, dall’Africa fino alle piantagioni del Sud. Merito della serie è non avere mai cercato di nascondere la violenza per venire incontro al pubblico. (ed. ita.)

57. “Fawlty Towers” (1975-1979)

John Cleese crea il personaggio di Basil Fawlty, il più terribile proprietario di hotel al mondo, basandosi su un posto reale dove ha soggiornato una volta con tutta la banda dei Monty Python. È il suo ruolo più cattivo e acido, e niente lo fa infuriare di più dei suoi clienti, specialmente quelli così sconsiderati da morire in una delle sue stanza. “C’è scritto ‘hotel’ qua fuori, capisci? Forse

56. “24” (2001-2010)

Riuscirà l’agente Jack Bauer a salvare il Paese? Kiefer Sutherland interpreta l’arma più letale dell’unità anti-terrorismo di L.A., un agente che viola qualsiasi principio di libertà civile nel nome della sicurezza in un delirio di effetti speciali al computer. Ha anche una struttura innovativa: ogni stagione è una giornata di 24 ore, e ogni episodio è un’ora della vita di Jack. (ed. ita.)

55. “Six Feet Under” (2001-2005)

Una famiglia californiana con un’agenzia di pompe funebri da portare avanti: significa che la morte e il dolore non sono mai troppo lontani. Ogni puntata inizia con una disturbante (o comica, o entrambe) scena di morte. Una serie dark creata da Alan Ball per HBO che esplora un terreno narrativo nuovo: da questo momento il gran finale sarà un epitaffio artistico, non l’ultimo rantolo. (ed. ita.)

54.“The Muppet Show” (1976-1981)

Il Muppet Show di Jim Henson, con personaggi come Kermit, Gonzo, il cane pianista in stile Tom Waits Rowlf, il cuoco svedese Olaf, Dr. Bunsen Honeydew e il preferito di tutti, lo scienziato Beaker, è il fenomeno globale negli anni ’70. Battute e indimenticabili momenti musicali, per esempio Elton John che canta Crocodile Rock accompagnato da un coro di alligatori o il batterista pazzo Animal che suona Wild Thing. Grazie a tutti questi personaggi, lo spirito hippy gentile di Henson vivrà in eterno. (ed. ita.)

53. “The Bob Newhart Show” (1972-1978)

Newhart era già una leggenda per i suoi monologhi degli anni ’60, molti pubblicati in album che sono finiti ai primi posti in classifica in Usa. Sembrava essere troppo cerebrale e asciutto per la tv, invece fa il botto nel ruolo di uno psicologo di Chicago alle prese con un matto dopo l’altro, situazione perfetta per il suo imperturbabile humour. Faceva ridere solo schiarendosi la gola (nessuno più virtuoso di lui a farlo). Suzanne Pleshette fa sua moglie, in uno dei matrimoni più duraturi della tv.

52. “The Colbert Report” (2005-2014)

“Chiunque può leggervi le notizie, ma io prometto di farvele sentire”. Così il corrispondente del Daily Show Stephen Colbert lancia un nuovo approccio ai tg immaginari interpretando un personaggio che si rivela essere un idiota conservatore: «Vogliamo che la gente soffra e sia confusa», ha detto a Rolling Stone nel 2006, «non ho problemi a farlo, perché non ho nessuna credibilità da giocarmi». The Colbert Report ci manca molto, specialmente in un anno di elezioni come questo.

51. “Fargo” (2014-oggi)

Trasformare un film dei fratelli Cohen in una serie? Tutti pensavano che non avrebbe mai funzionato. Invece Noah Hawley dimostra che nelle pessime idee a volte si nasconde il seme della grandezza. Di più: nella seconda stagione si rivela una delle migliori serie drammatiche mai viste in tv, una storia di gangster con il poliziotto Patrick Wilson, la casalinga disperata Kirsten Dunst e Bruce Campbell nel ruolo di Ronald Reagan. (ed. ita.)

50. “ER” (E.R. – Medici in prima linea) (1994-2009)

Il dramma ospedaliero che mette tutti gli altri nella lista dei DNR – i pazienti da non rianimare. E.R. esplode nei primi anni ’90 creando star come Julianna Margulies e George Clooney, che fino ad allora era stato solo l’insegnante figo dello spin-off di Arnold, The Facts of Life (L’albero delle mele). E riesce ad andare avanti per 15 anni cambiando tutto il cast originale, ma rimanendo uguale a se stesso, con ore e ore di vita, morte e amore tra un intervento chirurgico e l’altro. (ed. ita.)

49. “Taxi” (1978-1983)

Un gruppo di tassisti depressi che fanno il turno di notte cercando di non pensare alle delusioni che li hanno fatti finire alla Sunshine Cab Company. L’idea funziona e Taxi ha successo grazie al feeling reale che c’è tra i protagonisti, una banda di perdenti di cui fanno parte il meccanico interpretato da Andy Kaufman, l’ex hippy strafatto Christopher Lloyd, il cinico Judd Hirsch e il pugile suonato Tony Danza. Inoltre, Taxi lancia la carriera di Danny DeVito nel ruolo di Louie De Palma, il direttore ubriacone della Sunshine Cab.

48. “The Office (U.S.)” (2005-2013)

Tutti si aspettavano un altro caso di serie americana che tenta di imitare una serie alternativa inglese sbagliando tutto. Ma con Steve Carell nel ruolo del capo peggiore del mondo diventa una commedia rivoluzionaria e originale che vive di vita propria, con un dream team di impiegati eccentrici persi tra le scrivanie della Dunder-Mifflin. È più rischiosa, rilassata e ambiziosa della versione U.K., e anche più umana: il Michael Scott di Steve Carell non è odioso, è solo un coglione. Spiccano nel cast Rainn Wilson nei panni di Dwight, Mindy Kaling in quelli di Kelly e Creed Bratton che interpreta se stesso, sempre incazzato. Facciamo finta che quelle due stagioni senza Steve Carell non siano mai andate in onda, ok? (ed. ita.)

47. “The Rockford Files” (Agenzia Rockford) (1974-1980)

James Garner è una nuova specie di detective, un piccolo investigatore privato che vive in una roulotte sulla spiaggia di Malibu con il padre, e si occupa dei casi che nessuno vuole. Rockford non fa certo la bella vita: è un ex detenuto che si è fatto cinque anni a San Quentin, e ora si barcamena, tra casi improbabili e ossa rotte, riuscendo raramente a incassare il suo onorario. Grazie all’interpretazione di Garner, però, può fare affidamento su una riserva sovrumana di fascino. (ed. ita.)

46. “The Mary Tyler Moore Show (Mary Tyler Moore)” (1970-1977)

L’esempio di come trasformare in oro la storia di una donna nevrotica – Mary – che cerca di farcela da sola nella grande città. Lavora al tg di una tv di Minneapolis piena di personaggi assurdi come Ted Knight, l’anchorman che non tiene mai la bocca chiusa, o il suo capo ubriacone Lou Grant (Ed Asner). Uno show rivoluzionario per i suoi tempi, che tratta con disinvoltura temi come il sesso e la contraccezione, ma che soprattutto porta in tv per la prima volta una single indipendente e di successo. Tutte le sitcom hanno rubato dal Mary Tyler Moore Show, ma il cuore e l’anima di Moore rimangono unici. (ed. ita.)

45. “Battlestar Galactica” (2003-2009)

L’originale anni ’70 era una serie sci-fi promettente, ma fallimentare. La versione moderna di Ronald D. Moore è un raro caso di reboot superiore all’originale, con una civiltà di umani delle Dodici Colonie in conflitto con la razza cibernetica dei Cylons che cerca una patria da qualche parte nell’universo: magari sulla Terra. Edward James Olmos è il comandante Adamo che guida la spedizione, Mary McDonnell è il presidente della Colonia e il pilota Kara “Starbuck” Thrace, interpretato da Katee Sackhoff, è una delle eroine più toste mai viste in tv. (ed. ita.)

44. “Columbo (Il tenente Colombo)” (1971-1978)

Il detective trasandato creato da Peter Falk è il poliziotto più figo degli anni ’70. Con tutto il rispetto per Kojak, Baretta, Starsky, Hutch e tutte le Charlie’s Angels, è stato lui a finire sulla copertina di Rolling Stone. Colombo gira per le strade di L.A. con il suo impermeabile e l’aria da bastardo distratto, sempre in cerca di una matita per scrivere sul suo vecchio taccuino, e di “un’ultima domanda” da fare. Si comporta da perdente per ingannare gli arroganti membri dell’alta società, che commettono l’errore di pensare che sia uno stupido. (ed. ita.)

43. “The Americans” (2013-oggi)

Non si è mai vista una coppia televisiva come questa: Keri Russell e Matthew Rhys sono due spie russe che vivono in incognito nei sobborghi di Washington durante i primi anni ’80, fingendo di essere una normale coppia sposata – a parte quando fanno cose come uccidere un uomo sulle note di Tainted Love. Il capolavoro del canale FX è allo stesso tempo una serrata spy story e un tetro dramma matrimoniale: come se fosse proprio questa doppia vita a rendere la loro unione profondamente americana. (ed. ita.)

42. “NYPD Blue” (New York Police Department)” (1993-2005)

Dieci anni dopo Hill Street Blues, Steven Bochco alza la posta del realismo poliziesco: il 15° distretto della Omicidi di N.Y. è la casa di una squadra di duri (Jimmy Smits, Amy Brenneman e David Caruso), tra cui il detective Sipowicz (Dennis Franz), bullo volgare, razzista e alcolizzato, è solo quello più gentile. (ed. ita.)

41. “The Honeymooners” (1955-1956)

Un pilastro della comicità anni ’50, nata da uno sketch dello show di Jackie Gleason, racconta la storia di Ralph Kramden, un conducente di bus di Brooklyn, e di sua moglie Alice (Audrey Meadows). Un racconto crudo sulla vita dei lavoratori, che diventa il punto di riferimento per ogni sitcom sul matrimonio tra un rozzo e una bisbetica, con Art Carney nel ruolo di Ed Norton, il migliore amico di Ralph.

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