Matthew Perry era l’anima sarcastica di ‘Friends’ | Rolling Stone Italia
In Memoriam

Matthew Perry era l’anima sarcastica di ‘Friends’

L'attore, morto all'età di 54 anni, sapeva pronunciare una battuta come nessun altro e si è rivelato cruciale per l'essenza comedy della serie

Matthew Perry era l’anima sarcastica di ‘Friends’

Matthew Perry nei panni di Chandler Bing in 'Friends'

Foto: NBCU Photo Bank/NBCUniversal via Getty Images

Non c’è tantissimo di Matthew Perry nell’episodio pilota di Friends, eppure l’attore riesce a piazzare una delle sue battute più divertenti. Mentre il gruppo si siede al Central Perk, Ross, che ha appena divorziato, ammette che desidera tantissimo risposarsi. Un secondo dopo Rachel entra nel bar, bagnata fradicia e con indosso un abito da sposa. Senza perdere un colpo, Chandler Bing spara: “E io voglio solo un milione di dollari!”.

Come molte battute di Chandler, è veloce e pungente nel suo sarcasmo. E come molte battute di Chandler, l’interpretazione di Perry la eleva da freddura intelligente che poche decine di attori avrebbero potuto pronunciare a qualcosa che non poteva che uscire dalla sua bocca. È un momento in un episodio che riguarda principalmente personaggi che non sono Chandler Bing. Ma finisci per guardare lui e vuoi sentirlo dire cose del genere ancora, ancora e ancora.

And I just want a million dollars!

Per fortuna Perry, Kauffman, Crane & C. (i creatori di Friends, ndt) avrebbero partorito gag di Chandler per tutto il decennio successivo. In pochissimo tempo, Chandler è diventato la voce comica distintiva della sitcom della Gen X e un ingrediente essenziale nell’immediato e mostruoso successo globale della serie.

È scioccante e terribilmente triste rendersi conto che la voce di Perry ora tacerà per sempre, dopo che – secondo quanto riferito – è morto annegato all’età di 54 anni. Sapevamo tutti dei suoi demoni e dei suoi problemi di salute, in particolare quando si trattava di dipendenza. Perry era il più giovane del cast, aveva 25 anni quando la serie ha debuttato, e Chandler e gli altri personaggi erano qualcosa di completamente nuovo per la cultura popolare e per il mondo che ha iniziato ad amarli. Nessuno dei sei Friends dovrebbe morire, e certamente non così presto.

Nonostante la giovane età, Perry era già una specie di stanco veterano del mondo dello spettacolo quando è stato scelto per il ruolo di Chandler. Cresciuto a Ottawa (*), si è trasferito a Los Angeles da adolescente e ha trovato subito lavoro come guest in sitcom e teen drama. Anche se alla fine sarebbe diventato una superstar per la sua capacità di avere la battuta pronta, a quei tempi il suo bell’aspetto da figlio di papà veniva spesso usato per qualcosa di meno allegro.

Ha avuto un ruolo fisso in Genitori in blue jeans, nei panni del fidanzato più vecchio di Carol, Sandy; la sua ultima apparizione è stata in A Very Special Episode in cui Sandy guida ubriaca, si schianta con la macchina e alla fine muore per le ferite riportate. In un memorabile episodio di Beverly Hills 90210, invece, è una star del tennis che riflette sull’idea di sparare al padre prepotente con una pistola, solo per essere dissuaso da Brandon Walsh. È stato anche il protagonista di diverse sitcom di breve durata, e quasi non è riuscito a interpretare Chandler perché aveva firmato per fare un altro pilot comico nella stessa stagione, uno sci-fi sugli addetti ai bagagli dell’aeroporto di Los Angeles nell’anno 2194.

(*) Come Michael J. Fox dieci anni prima, Perry era un canadese che aveva avuto un enorme successo interpretando un personaggio furbo e impertinente in una sitcom del giovedì sera della NBC. E sebbene i loro ruoli sullo schermo fossero piuttosto diversi, entrambi sono nella lista dei candidati per il miglior tempismo comico nella storia della televisione.

L’aver attraversato tanti alti e bassi di carriera così presto gli dava una sorta di “stanchezza del mondo” che contrastava piacevolmente con la faccia da ragazzino che aveva ancora nel 1994. Questo rendeva Chandler il perfetto contraltare emotivo per personaggi più ottimisti come Monica e Phoebe. E lo sguardo sarcastico e cauto di Bing è diventato un contrappeso essenziale ed esilarante al sentimentalismo del resto di Friends. Senza Chandler, gli elementi più sinceri della serie avrebbero potuto affogare nella loro sdolcinatezza. Bing è per le prime stagioni di Friends quello che Han Solo è per la trilogia originale di Star Wars: non il personaggio principale, ma quello la cui assoluta irriverenza impedisce a pezzi più centrali della storia (Luke che apprende della Forza, Ross che si innamora di Rachel) di sembrare troppo seri e importanti.

Anche Chandler alla fine avrebbe avuto la sua storia d’amore, e molti fan di Friends avrebbero finito per essere più coinvolti da Chandler e Monica che da Ross e Rachel. All’inizio, però, era lì principalmente come una specie di coro greco, per commentare non solo quello che stavano facendo tutti gli altri nella serie, ma la cultura pop in generale. Una delle sue battute più famose arriva nel secondo episodio, quando vediamo il gruppo che guarda la replica di una vecchia sitcom: “Oh, penso che questo sia l’episodio di Tre cuori in affitto in cui c’è una sorta di malinteso”, spiega Chandler. Anche se non avete mai visto, o nemmeno sentito parlare, di Tre cuori in affitto, il modo secco in cui Perry dice la battuta rende chiaro che in realtà sta descrivendo ogni episodio di quella serie.

Un livello di consapevolezza per la commedia come questo richiede un livello di precisione comica da orologio svizzero, che è un talento di Perry da sempre. Col tempo, altri personaggi di Friends avrebbero parodiato i ritmi distintivi di Perry: in Minuti contati, Joey indossa ogni capo d’abbigliamento che possiede il suo compagno di stanza e dice: “Guardatemi! Sono Chandler! Potrei indossare altri vestiti?” – e c’era il rischio che sembrasse un espediente che chiunque poteva piazzare.

Ma c’era sempre una specificità nel modo in cui Perry attaccava il dialogo: quali parole pronunciare più duramente e quando invece semplicemente lasciare che l’intelligenza di una frase facesse il lavoro per lui. Poteva essere imitato, ma non avrebbe mai potuto essere replicato. La dilagante ironia di Chandler nei confronti di sé stesso e degli altri è stata ovviamente presentata come un meccanismo di difesa (“Ciao, sono Chandler”, dice a qualcuno che ha appena incontrato. “Faccio battute quando mi sento a disagio”). Il suo bisogno di approvazione si rispecchiava nella vita di Perry.

Durante lo speciale Friends: The Reunion del 2021, gli ex co-protagonisti discutono su com’è stato girare gli episodi di fronte a un pubblico in studio dal vivo. E Perry dice: “Sarei morto, se non avessero riso. E va bene, certo. Ma a volte dicevo una battuta e loro non ridevano. E sudavo, avevo le convulsioni. Se non avessi sentito le risate, sarei impazzito”. Lisa Kudrow sostiene che Perry non glielo avesse mai detto prima, e c’è un livello di tenerezza e preoccupazione nella sua voce che la dice lunga su tutto ciò che Perry ha passato sia durante la serie che dopo, e su quanto i suoi amici fossero stati in ansia per lui.

Matthew Perry, Jennifer Aniston, David Schwimmer, Courteney Cox, Matt LeBlanc e Lisa Kudrow in ‘Friends’ nel 1995. Foto: NBC/NBCU Photo Bank/Getty Images

Come la maggior parte dei co-protagonisti, il ruolo che ha interpretato in Friends era cucito sui suoi punti di forza, al punto che Perry poi ha faticato a trovare qualcosa che si adattasse altrettanto bene a lui nei due decenni successivi. Ha provato varie sitcom che non hanno avuto un grande impatto: è stato il manager di un’arena sportiva in Mr. Sunshine, un vedovo in lutto/conduttore radiofonico sportivo in Go On e lo sciatto giornalista sportivo Oscar Madison in un remake del 2015 della Strana coppia – anche se è stato perfetto con le sue apparizioni semiserie da guest in titoli come The Good Wife e The West Wing. (Quest’ultimo, sfortunatamente, lo ha portato a recitare nel catastrofico Studio 60 on the Sunset Strip di Aaron Sorkin nei panni dell’autocelebrativo scrittore capo di un aspirante SNL.)

Nonostante tutto, ha continuato a combattere le sue dipendenze – l’anno scorso, ha detto al New York Times: “Probabilmente ho speso 9 milioni di dollari o qualcosa del genere cercando di disintossicarmi” – e a usare la sua celebrità e i suoi soldi per aiutare altri tossicodipendenti. Durante un’intervista a BBC Radio del 2016, ha lasciato intendere che non aveva memoria di tre anni di lavoro nella sitcom – tra la terza e la sesta stagione – perché in quel momento era “un po’ fuori”. Ma il punto è questo: l’unico modo per saperlo guardando quelle stagioni è fare caso alle sue fluttuazioni di peso; in ogni scena, qualunque fosse la sua fisicità in quel momento, la sua interpretazione era perfetta come al solito.

Chandler non avrebbe mai guadagnato il milione di dollari che voleva nel pilot di Friends. Paradossalmente la serie finisce con lui sposato e Ross no. Mentre l’ultimo episodio deve dare un finale alla relazione tra Ross e Rachel, la dice lunga il fatto che le trame ruotino tutte in qualche modo attorno a Monica e Chandler che adottano due gemelli e si trasferiscono in periferia, e la paura di tutti per quello che avrebbe significato per il gruppo. Ovviamente la serie doveva finire non appena Chandler Bing avesse lasciato Manhattan; come avrebbe potuto essere Friends senza che lui potesse entrare in qualsiasi scena, in qualsiasi momento, e far ridere il pubblico in studio con una battuta?

Matthew Perry, d’altra parte, ha ottenuto il suo milione di dollari; moltissimi, in realtà. Ma è anche diventato una parte brillante di un cast brillante, che ha contribuito a formare innumerevoli attori comici che lo hanno seguito e che ha regalato decenni di risate a crepapelle (e anche qualche lacrima) ai tanti, tantissimi fan di Friends. È stato scritto molto sull’affetto per la serie che ha sviluppato la Gen Z, troppo giovane per apprezzare Chandler che cita il testo di Arthur’s Theme di Christopher Cross. Forse, hanno suggerito alcuni, è perché i ragazzi amano guardare una sitcom su persone che adorano la reciproca compagnia senza tenere il naso sepolto nei telefoni. O forse Friends è così divertente – soprattutto quando Perry è lì a scandire ogni scena con una battuta esilarante dopo l’altra – da trascendere generazioni, epoche e riferimenti. È terribile che Perry sia morto, e così presto. Ma, anche se se n’è andato, continuerà a sentire le risate che desiderava così disperatamente nella vita.

Da Rolling Stone US

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