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Lindsay Lohan si merita un ruolo da adulta

Il nuovo 'Freakier Friday' (in italiano: 'Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo') ha tutto quello che cercate in una commedia Disney, ma conferma anche che il primo è sempre migliore del secondo. E se Lindsay è tornata, è ora che Hollywood le dia un'altra chance

Lindsay Lohan as Anna Coleman in Disney's FREAKIER FRIDAY. Photo by Glen Wilson. © 2025 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

Mettiamo le mani avanti dicendo che il ritorno di Lindsay Lohan alla recitazione è una bellissima notizia. Per lei, che ha dimostrato che si può avere una vita decente dopo un’infanzia indecente. Per noi, che vediamo che l’ultima ex child star è sopravvissuta al mondo dello spettacolo, ai mugshot e alle cavigliere elettroniche. Una sorta di speranza collettiva. Come diceva in Mean Girls: «The limit does not exist».

Per questo sembrano tutti felici dell’uscita di Freakier Friday, ciliegina sulla torta della Lohanissance, rinascita di cui parlano i giornali americani. E, dopo i tre film di Natale Netflix godibili principalmente dopo aver mangiato troppo panettone, ecco finalmente un vero blockbuster, sequel di uno dei film più apprezzati e divertenti della sua carriera.

Fatte le dovute premesse, il problema di Freakier Friday (in italiano Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo), come di tanti altri film di questi mesi, è un altro. Perché tra foto dal set, spoiler e anticipazioni, quando lo si guarda al cinema c’è la sensazione di aver già visto tutto quello che c’era da vedere. Come se il vero core di queste operazioni fosse spammarle sui social mesi e mesi prima della loro uscita, con l’hype dei Millennial che cresce sui social tra tag e condivisioni: «Marti, lo rifanno!». Succede con quasi tutti i prodotti destinati ai quarantenni, abbiamo visto già troppo anche de Il Diavolo Veste Prada 2. Poi i film arrivano in sala e non si sa bene cosa dovremmo vedere. Mi spiego: non c’è nessun rancore contro questo sequel, anzi, e non c’era nemmeno l’aspettativa di trovarsi davanti a Ben Hur.

È solo che il primo film, uscito nel 2003 e diventato cult, non sembrava impacchettato velocemente per soddisfare la fame di gente che compra o guarda solo cose che conosce già.

La formula è sempre la stessa: a causa di qualche forma di magia (in origine furono biscotti cinesi. Ora, per evitare stereotipi sugli asiatici, siamo passati alla veggente di Brera), le protagoniste si scambiano i corpi. Questa volta, oltre a Lohan e Jamie Lee Curtis, lo scambio avviene a quattro, rendendo le cose un po’ più incasinate. Il resto lo potete immaginare o, appunto, lo avrete visto su Instagram. C’è un po’ di attualità (ora Curtis è una podcaster), c’è il paragone con la Gen Z, ci sono tantissimi riferimenti al primo film e le protagoniste sembrano divertirsi. Il pubblico americano pare stia apprezzando molto, e quindi va bene così.

Ma se vogliamo parlare di Lohanissance, il nostro sogno sarebbe mettere alla prova Lindsay con un film in cui non recita sempre la parte dell’adolescente. A quasi quarant’anni (we feel you), forse ci piacerebbe vedere se spaccherebbe in un ruolo drammatico, chessò, una roba da piangere o con i morti ammazzati.

In Freakier Friday Lindsay fa sempre Lindsay, la liceale che però non è più una liceale ma una mamma che si comporta da liceale, e quindi sì, possiamo dire faccia ancora la liceale. E se è bello e divertente rivedere Lohan e Curtis insieme in una commedia, sarà che i tempi sono cambiati, sarà che siamo cresciuti, ma questo sequel conferma il grande detto che il primo è sempre meglio del secondo. Tra molto citazionismo ed effetto-sorpresa svanito, di freaky rimane un po’ poco. Anzi, in alcuni momenti succede così tanta roba così scontata che forse forse vi annoierete pure un po’.

Se la parola fan service è stata inventata per qualcosa dev’essere proprio per film come questo. Il sequel di una commedia Disney non può e non deve diventare Guadagnino. Ma perché questa volta sembra tutto così molto prevedibile? I nostri 2 cents danno la colpa al mondo in cui viviamo e ai film scritti e realizzati per cavalcare l’hype nostalgico. E allora forse vale davvero di più un post Instagram che ne annuncia l’uscita e al resto poi ci pensiamo. Va bene, il rinascimento di Lindsay passa anche da qui, con l’amica che l’ha visto in sala con me che alla fine mi ha detto di essersi pure commossa. Ci hanno comprato anche questa volta, e succederà ancora. Ora, però, date a Lindsay un personaggio che ci faccia vedere che c’è vita oltre il liceo. Noi ci crediamo.

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