Le pagelle di Venezia 78: episodio 1 | Rolling Stone Italia
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Le pagelle di Venezia 78: episodio 1

I divi(Timothée Chalamet e Zendaya su tutti) tornati in massa, i film, le emozioni. Ma anche l’eterna lotta tra accreditati e villeggianti, le cene impossibili, la dura vita del giornalista al Lido. I (primi) voti alla Mostra 2021

Le pagelle di Venezia 78: episodio 1

Zendaya e Timothée Chalamet sul red carpet di ‘Dune’ a Venezia 78

Foto: Alessandra Benedetti - Corbis/Corbis via Getty Images

I film Voto: 8

La selezione che, sulla carta, pareva notevolissima al quinto giorno di Mostra si conferma tale. Madres paralelas è il classico Almodóvar che però allarga lo sguardo (anche) alla memoria politica, È stata la mano di Dio è uno dei migliori Sorrentino di sempre, Dune riconferma la statura di autore sci-fi di Denis Villeneuve, Spencer di Pablo Larraín divide ma resta un interessante ritratto d’autore, Il collezionista di carte dimostra che a 75 anni Paul Schrader è ancora un regista cazzutissimo, The Power of the Dog di Jane Campion si rivela un inappuntabile drammone già proiettato verso la Awards Season, Last Night in Soho è lo pyscho-horror che (non) ti aspetti da Edgar Wright, Competencia oficial starring Penélope Cruz e Antonio Banderas il titolo che ha strappato (giustamente) più risate. Per ora, tutto fila liscio. Anzi: svegliarsi la mattina all’alba non è mai stato così facile, se in cambio ci sono film così.

Una vita al check point Voto: 3

Com’è dura la vita dell’accreditato al Lido. Vedi, ancora, i (sacrosanti) varchi per il controllo sicurezza, che però creano code interminabili: dopo un anno, nulla è cambiato. Per fortuna i più furbi sanno come dribblare i canali e beccare le entrate meno affollate (che ovviamente non sveleranno MAI ai loro colleghi, manco se sono gli amici di una vita). Per non dire delle transenne tra Palazzo del cinema e Casinò (dove c’è la sala stampa), che si spostano come le barriere di un videogioco di giorno in giorno. Ma, memori dell’anno scorso, i giornalisti presenti non si fanno più fregare: si veda pure il comodissimo sistema telematico in stile “battaglia navale” per le prenotazioni dei film, che ormai vede tutti rodatissimi (o quasi). Resta solo il problema della cena: ma su questo vi rimandiamo all’ultimo capitolo.

Le star Voto: 10

 

 
 
 
 
 
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Un red carpet così non si vedeva da molto prima del Covid. In ordine sparso, so far: Timothée Chalamet, Zendaya, Kristen Stewart, Dakota Johnson (accompagnata dall’amico Luca Guadagnino), Penélope Cruz, Anya Taylor-Joy, Olivia Colman, Maggie Gyllenhaal (col fratello Jake al seguito), Antonio Banderas, Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst, eccetera. E pure i registi sono star: Pedro Almodóvar, Pablo Larraín, Denis Villeneuve, Jane Campion… La “formula Barbera” colpisce ancora, e forse meglio di sempre: una selezione che unisce pop e cinefilia, e giustamente accoglie le star di entrambi i campi. Come diceva Timothée sul tappeto rosso, peccato solo che ci siano ancora le transenne antivirus che separano il pubblico dai divi di fronte al Palazzo del cinema. Ma le fan più osservanti (e temerarie) hanno trovato il modo di aggirarle…

Accreditati vs. Villeggianti: lotta dura senza paura Voto: 4

Giorni di ordinaria follia a partire dal minuto… uno. Dopo la proiezione per la stampa di Madres paralelas di Almodóvar, il film d’apertura, una villeggiante (senza mascherina) del bagno di fronte al Palazzo del cinema, dove molti giornalisti vanno a bere il caffè dopo il film delle 8:30, urlava: «Sono qui da tre mesi, e adesso venite voi a rompere con le vostre pretese!». La pretesa era la richiesta di rispettare la coda (di cinque persone) alla cassa prima di chiedere cappuccio e brioche al bancone. (O, al massimo, di andare in bagno dopo il caffè: ma da quest’anno ci vuole lo scontrino, vedi foto sopra.) La scena con la signora smascherinata è proseguita nei tavolini fuori, con la signora che aizzava le vicine di lettino contro gli sventurati accreditati. Comunque ha vinto lei: la coda non l’ha fatta. Accreditati vs. Villeggianti 0-1: ma è solo l’inizio, si attende la rappresaglia.

Le emozioni Voto: 9

 

 
 
 
 
 
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Il picco s’è toccato con il discorso di Roberto Benigni, che ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera di fronte a Sergio Mattarella durante la cerimonia d’apertura. «Abbiamo fatto tutto insieme per quarant’anni, io conosco solo un modo per misurare il tempo: con o senza di te», ha declamato alla moglie e musa Nicoletta Braschi seduta in platea, e giù lacrime in sala (e tweet da casa). Ma lo speech è stato anche molto politico, e parimenti emozionante: da pelle d’oca pure il «Deve rimanere! Deve rimanere!» rivolto al Presidente della Repubblica che sorrideva (?) sotto la mascherina. In generale, alla serata d’apertura erano tutti emozionatissimi: la madrina Serena Rossi, Jane Campion che ha introdotto l’amico Robbèrto con una tenera laudatio, e il solito Benigni che guardava commosso la (splendida) clip-omaggio con tutti i suoi film. Il picco d’emozione in sala, invece, è invece “colpa” del bellissimo È stata la mano di Dio di Sorrentino: Netflix, la prossima volta kleenex all’uscita, grazie.

La cena non è servita Voto: 1

Cenare al Lido? Provateci voi. I posti son sempre stati (e restano) pochini, e tanti di questi pochi dopo le 22 chiudono la cucina. Considerato che molti a quell’ora escono dalle sale, capite bene che le probabilità che possano mettere un piatto di seppie nello stomaco sono pressoché nulle. Fortuna ci sono i canali alternativi: per esempio, gli amici che ti fanno il favore di chiamare il titolare del ristorante di cui sono habitué, che a quel punto ti tiene un tavolo addirittura dopo le dieci e mezza (record!). Poi dice perché questo è un Paese di raccomandati.