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Zack Snyder: «Superman è il mio Re Artù»

Intervista , via Zoom , al regista di ‘Justice League’ e alla moglie produttrice Deborah. Aneddoti, segreti e curiosità sul nuovo (tormentatissimo) film. E quella scena con Batman e Joker girata in piena pandemia

Foto: Sky/HBO Max

«Volevamo congedarci al meglio dalla saga e questo ci è parso davvero il migliore modo possibile e immaginabile». A parlarci – via Zoom, dal salotto di casa – sono i coniugi Zack e Deborah Snyder, regista e produttrice della nuova versione di Justice League, ovvero il mash-up dei supereroi Batman, Wonder Woman, Flash, Aquaman, Cyborg e, infine, un redivivo Superman. Arriva il 18 marzo su Sky e NOW l’atteso (dai fan) Zack Snyder’s Justice League, un’opera fiume di 4 ore e 2 minuti sul supergruppo in calzamaglia o corazza dell’Universo DC Comics. Versione rinforzata, rinvigorita, superexpanded e “director’s cut” di Snyder. Il girato c’era già tutto, inspiegabilmente scartato, nel 2017, dal regista-“rimpiazzo” Joss Whedon. Mancavano ancora gli effetti visivi (circa 2.650 visual effect shots), una scena extra (tre giorni di riprese nel cortile di casa Snyder) e una colonna sonora adatta alla versione “expanded”.

«Amo questi personaggi», osserva Zack, «e ho adorato poter fare davvero – scusa la parola – il cazzo che mi pareva su quel set. Grazie ai fan ho potuto finalmente montarlo come l’ho concepito fin dal principio». Per portare a termine ZSJL, ci sono dunque voluti oltre sette mesi e una complessa lavorazione via computer: «A causa della pandemia, non potevamo nemmeno trovarci nella stessa stanza con il montatore e con gli altri artisti che hanno curato con noi la postproduzione». Mentre comunichiamo via Zoom, sulle mensole, alle spalle degli Snyder, si notano tanti libri, fotografie, disegni e infiniti cimeli dei set vissuti insieme dalla coppia. Un elmo spartano di 300, innumerevoli oggetti di varie forme e colori dei loro film. Si riconoscono un fucile e una katana dal set di Sucker Punch e un corposo sketchbook di pelle nera che, a un certo punto della nostra intervista, Zack va a recuperare per mostrarci alcuni disegni. Lo apre a favore di webcam e ci mostra gli storyboard di 300, alcune tavole realizzate di suo pugno, disegnate così bene che paiono quasi bozzetti di Frank Miller. «Riesci a vedere questi bozzetti? Ho sempre bisogno di disegnare prima di dirigere una scena, in particolare la prima e l’ultima sequenza. Mi aiuta a trovare il modo migliore per cominciare a visualizzare quel che sta scritto, a parole, sulle pagine della sceneggiatura. Una volta che ho disegnato uno storyboard, resto molto fedele a quelle “inquadrature” disegnate».

Con questo film, Zack, ti sei riappropriato di una totale libertà creativa, grazie al tam-tam innescato da #ReleaseTheSnyderCut. Pensi che ZSJL possa segnare un cambiamento nel futuro rapporto tra l’industria e il pubblico?
Zack Snyder: Credo che questo sia un caso davvero unico nella storia del cinema: un film riaffidato a un regista, grazie alla mobilitazione dei fan. Resto convinto che possa essere un precedente concreto di svolta. Me lo auguro!

ZSJL è stato realizzato grazie all’americana HBO Max. Le piattaforme di streaming secondo voi sono un approdo di libertà creativa per i registi?
ZS: Non so se garantiranno sempre libertà creativa, ma di certo hanno già cambiato le possibili fruizioni del cinema. Le piattaforme di streaming, ad esempio, offrono nuove opportunità e modalità di visione di un film (HBO Max dà la possibilità di fruire Zack Snyder’s Justice League “a capitoli”, nda).
Deborah Snyder: Tutti amiamo vedere i film in una sala cinematografica, ma i servizi di streaming consentono altre possibilità di fruizione. Penso che il cinema e i servizi di streaming possano essere complementari, coesistere e crescere insieme.

Il rapporto – via social media – con i fan è stato “liberatorio” e vitale per realizzare questa versione. Ma i social hanno anche lati oscuri…
DS: La rete toglie “filtri”, nel bene e nel male, e consente di dire in modo molto diretto certe cose. Lo Snyder’s Cut non sarebbe mai uscito se i fan non avessero avuto il coraggio di dire quel che pensavano pubblicamente. Ci sono stati anche alcuni gruppi di esaltati nella vicenda #ReleaseTheSnyderCut, ma erano una minoranza, la maggior parte dei fan è stata straordinaria. Ha saputo far sentire la propria voce a un grande Studio cinematografico e reso possibile questo film. Anzi, ha fatto molto di più.

In che senso?
DS: I fan si sono impegnati anche per sensibilizzare il pubblico sul tema della salute mentale e sulla prevenzione del suicidio (gli Snyder abbandonarono il progetto Justice League nel 2017, dopo il suicidio della figlia ventenne Autumn. Il film ZSJL è ora dedicato alla sua memoria, nda). Sono stati commoventi, attivando varie campagne di raccolta fondi, anche a Times Square… Hanno raccolto circa mezzo milione di dollari per le associazioni di settore e si impegneranno in ulteriori iniziative in questi giorni di uscita del film.
ZS: Credo che le associazioni di cui parla Deborah siano davvero una cosa magnifica, che ci ha dato speranza. Dovrebbero riuscire ad arrivare a raccogliere un milione di dollari proprio in questi giorni.

Il ‘supergruppo’ di ‘Zack Snyder’s Justice League’. Foto: Sky/HBO Max

Justice League pare contenere suggestioni e rimandi alla mitologia. Zack, ti sei ispirato a qualche mito o leggenda in particolare?
ZS: Amo molto la mitologia. Ma, se devo trovare riferimenti specifici per il mio Justice League, dico che il “supergruppo” è un po’ come i leggendari Re Artù e i suoi Cavalieri della Tavola Rotonda, magari nella versione di John Boorman, cioè Excalibur, uno dei miei film preferiti (omaggiato anche in Batman v Superman, nda). Qui Superman è chiaramente il mio Artù! L’altra mitologia di riferimento per me, oltre a quella classica, è proprio il cinema. Insieme a Excalibur, forse il film che mi ha formato di più è Mad Max 2 di George Miller (da noi distribuito come Interceptor – Il guerriero della strada, nda). Anche quel film lo omaggio, in un certo senso, in Justice League, nella scena extra che abbiamo girato ad hoc, una scena onirica ambientata proprio in un futuro post-apocalittico.

Com’è stato girare quella scena con Batman-Ben Affleck, Jared Leto-Joker ed Ezra Miller-Flash in piena pandemia?
DS: È stata una vera sfida! I nostri attori si trovavano in luoghi diversi… Ezra (Miller, ovvero Flash, nda) era in Inghilterra a girare il nuovo Animali fantastici, così abbiamo avuto a disposizione la crew di quel film per realizzare le riprese. Zack dirigeva a distanza, tramite Zoom. Alla fine ce l’abbiamo fatta. Non vedevamo nessuno da tanto tempo, ed è stato bello rivedere gli eroi in costume. A proposito, altro problema: i costumi non si mantengono tanto bene se non li conservi a dovere, e il costume di Batman si è in parte sbriciolato appena Ben lo ha indossato. La scena però si svolge in un imprecisato futuro apocalittico, per cui se il costume è un po’ rovinato… tanto meglio!
ZS: Per me era importante girare quella scena (scritta dallo stesso regista, mentre la sceneggiatura è tutta a firma Chris Terrio, nda). Volevo dare la mia versione dell’universo DC, in cui coesistono Batman e Joker. Non li avevo mai mostrati insieme in un mio film, e mi è sembrato quasi catartico realizzarlo.

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