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Vincenzo Nemolato: «Servillo mi ha insegnato la differenza tra fare l’attore ed esserlo davvero»

Il giovane attore, al Lido con '5 è il numero perfetto' e 'Martin Eden', racconta gli esordi nei teatri di Scampia, l'esperienza sul set con Toni Servillo e il suo primo ruolo da protagonista

Uno dei volti nuovi di cui si è parlato di più alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia è quello di Vincenzo Nemolato. Classe ’89, nato a Scampia da papà metalmeccanico e mamma in un’impresa di pulizia, Nemolato è al Lido con due film: 5 è il numero perfetto, il noir alternativo tratto da una graphic novel di Igort (con Toni Servillo e Valeria Golino protagonisti), e Martin Eden di Pietro Marcello, in concorso. «Diciamo che mi hanno fatto due bellissimi regali per i miei trent’anni», dice l’attore.

Per Nemolato, però, il 2019 non finisce qui: entro la fine dell’anno usciranno altri due film, Il Ladro di Cardellini e Paradise, finalmente il suo primo ruolo da protagonista. Nonostante abbia solo trent’anni, Nemolato ha iniziato a fare l’attore da giovanissimo con il progetto Arrevuoto, un esperimento tra teatro e pedagogia che gli ha cambiato la vita. «Io vengo da Scampia, ed è lì che mi sono formato come attore e persona. Con Arrevuoto mi sono innamorato di Pulcinella e del teatro», dice. Ora, dopo dieci anni, è al Lido al fianco di Toni Servillo, che sul set di 5 è il numero perfetto è diventato una sorta di maestro: «Più che i consigli i suoi erano insegnamenti. Con Toni ho capito la filosofia del mestiere, che è sospeso tra l’essere e il fare, tra l’essere attore e fare l’attore». Potete vedere la video intervista in cima all’articolo.

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