Victoria Cabello: «Quando ho fatto X Factor, aveva ragione chi mi criticava» | Rolling Stone Italia
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Victoria Cabello: «Quando ho fatto X Factor, aveva ragione chi mi criticava»

Il ritorno (attesissimo) in tv dell’ex veejay, ora concorrente a ‘Pechino Express’, mostra una nuova Very Victoria. Superata una lunga malattia, oggi è più serena e anche più sincera. Solo una cosa non cambierà mai: quella frangetta…

Victoria Cabello: «Quando ho fatto X Factor, aveva ragione chi mi criticava»

Victoria Cabello, tra i volti dell’edizione 2022 di ‘Pechino Express’

Foto: Sky

Sì, certo: Pechino Express. Bellissimo programma, eh. Quest’anno ha addirittura traslocato sulla più fighetta Sky Uno (dal 10 marzo ogni giovedì sera). Però, diciamocelo, la vera notizia è un’altra, ovvero che è tornata lei: Victoria Cabello. Nostra Signora di MTV (come lei nessuno mai), l’unica e sola Very Victoria è riapparsa in tv dopo quasi cinque anni d’assenza che a noi sono sembrati 1.570, tanto ci mancava. Ora invece eccola qui, con la sua frangetta mai-più-senza e il sorriso contagioso, in versione concorrente di Pechino Express, appunto. Tutti già pensano che lei e l’amico Paride Vitale, con cui fa coppia nello show, saranno i vincitori morali di quest’edizione. Per quel che vale, secondo noi ha già vinto al minuto due, quando, zaino in spalla, è partita alla volta dell’Oriente brandendo un wc portatile…

Dove diavolo l’hai scovato?
Online, dove prendo tutte le cazzate. È così: io vivo comprando stronzate online, la mia spesa per ‘ste robe è praticamente pari al Pil del Belgio! (ride, nda) Quando ho deciso di partecipare a Pechino non mi sono detta “Devo allenarmi”, come fanno tutti. No, io ho pensato: ma se per caso mi scappa la pipì durante uno spostamento in macchina o in autobus, che faccio? Mica posso chiedere di fermarci… e poi: dove? Gli autogrill non sono esattamente a portata di mano da quelle parti, al massimo si può aspirare a un campo o a un albero. Così ho cercato un’opzione B: il water portatile! Per certi versi lo avevo già sperimentato.

In che senso, prego?
Una volta ero partita, in viaggio, con una mia amica, e abbiamo dovuto fare uno spostamento di tre ore su un micro aereo dove non c’era nulla. Appena salita, dopo pochissimo, sento che mi scappava la pipì e non sapevo che fare. A quel punto la mia amica mi ha allungato un sacchetto. Il pilota non si è accorto di nulla se non alla fine, in aeroporto, quando mi ha vista scendere con un sacchetto trasparente pieno di un liquido giallo. Quindi, insomma, c’era già un precedente. Così, alla chiamata di Pechino, mi sono detta: io di certo non mi formalizzo, e un wc portatile ci permetterebbe di saltare la pausa pipì e avere un vantaggio sugli altri. Ecco, lì ho capito di essere davvero competitiva! (ride, nda)

Gli ecologisti mi perdoneranno, ma non ti chiederò come e dove smaltivi il contenuto del wc.
(Risposta: risata di 2 minuti, e ci basta, nda)

Victoria Cabello fa coppia con Paride Vitale a ‘Pechino Express’. Foto: Sky

Ma veniamo a te. Finalmente sei tornata. Dove dobbiamo incatenarti per farti restare, ora che sei guarita?
Resto, resto. O almeno lo spero, visto che non dipende solo da me. Pechino Express mi ha fatto capire due cose. La prima è che sono davvero guarita fisicamente: lo show è un adventure game a dir poco massacrante, ma sono ancora qui a raccontarlo. Quindi direi che sto bene: la malattia fa parte del passato. L’altra cosa è che ho di nuovo voglia di fare tv. Ho sempre adorato la parte autoriale e creativa del mio mestiere, e vedere all’opera gli autori di Banijay Italia è stato meraviglioso. Sono dei pazzi, si sono inventati certe robe che, davvero, non so da dove le abbiano tirate fuori. Ognuno di loro sarebbe potuto essere un autore di un mio programma.

Ho capito: hai praticamente fatto proposte di lavoro a tutti?
Guarda, scriverei un programma con loro domani mattina! Sono davvero ammirata.

So che l’argomento è delicato, ma visto che, come dici tu stessa, “ormai pure sui muri dell’autogrill c’è scritto che ero malata”, tanto vale parlarne. Mi spiegheresti come hai avuto la malattia di Lyme?
In realtà non ho ancora molta voglia di parlarne, anche perché poi, alla fine, tutti titolano su me malata: vi prego, voi non fatelo! Diciamo che è stato del tutto inaspettato: dalla sera alla mattina, io che non ho mai avuto grossi problemi di salute mi sono trovata a confrontarmi con questa roba gigante che è la malattia di Lyme. È stata una lunga battuta d’arresto.

Però sei sparita per quasi cinque anni: tanto è durata la degenza oppure sono subentrati altri fattori, come per esempio la paura o la noia verso la tv?
Il percorso di riabilitazione è stato molto lungo e, nel frattempo, è cambiato il mondo. Oggi c’è Instagram, sono esplose le piattaforme streaming, i social la fanno da padroni, mentre quando c’ero io al massimo l’alternativa era La7. Pertanto mi sono presa anche un po’ di tempo per assimilare il nuovo linguaggio e capire in quale direzione potessi andare.

La “nuova” Cabello avrà quindi un approccio alla tv diverso dal passato?
Be’, è bello sapersi rinnovare. Ovviamente con realismo. Tipo, non potrei mai condurre un programma di cucina: sono negata, brucio la qualunque. Al massimo potrei fare MerdaChef.

Be’, sai che potrebbe essere comunque un format?
Sì, hai ragione. Un tantino disastroso, ma vabbè… Comunque, sicuramente quello che non vorrei fare è tornare con un format che potrebbe presentare chiunque, dove il conduttore è una pedina intercambiabile. Del tipo: “Chi ci mettiamo? Oggi va di moda la Cabello, prendiamo lei”. Ecco, questo no: ognuno ha una sua specificità, ed è su questa che vorrei puntare.

Ammettilo: quante centinaia di idea ti stanno già frullando in testa?
Tante. Anche perché in questo periodo sono stata a casa a far pisciare il cane e a scrivere stronzate! Ho buttato giù diversi format: la difficoltà è trovare qualcuno, dall’altra parte, che capisca cosa ho scritto, perché io stessa a volte rileggo e penso: ma cosa cavolo volevo dire? Spero che qualcosa vada in porto, o che comunque sia uno spunto sulla base del quale iniziare a ideare un programma. Anche perché a me piace proprio questo, ossia costruire un programma. Vedremo: la voglia di sperimentazione, e i player, oggi di certo non mancano.

Nel frattempo, a occhio, potresti chiedere i diritti d’autore a mezza televisione: il tuo stile di conduzione è stato copiato da tutti. Penso a Cattelan ma pure, per certi versi, a Lundini. Va’ che faresti un sacco di soldi.
Dici? Non so se sia davvero così, ma mi lusinga pensarlo. Comunque, come diceva sempre un mio ex, non c’è nulla di male a copiare, perché l’idea non è di chi ce l’ha avuta ma di chi la fa funzionare.

Tu fai parte della generazione MTV, che, diciamocelo, pur essendo bravissima, creativa e poliglotta, non ha sfondato come era nelle sue potenzialità. Perché non siete riusciti a diventare i nuovi Amadeus?
Be’, perché giustamente c’è ancora Amadeus.

Gliela stiamo tirando?
Ma no, daiiii! Assolutamente no! Intendevo dire che è presto per un cambio di guardia. Tra l’altro, Amadeus è riuscito in un’impresa difficilissima, ma fondamentale: portare il mondo social in tv. Il FantaSanremo ne è la prova. Per il resto, secondo me noi ex vj di MTV ci siamo in realtà fatti strada: Camila Raznovich conduce un programma di punta della Rai, seguendo peraltro quella che è sempre stata la sua passione (la natura, nda), Alessandro Cattelan sta vivendo un momento d’oro, Francesco Mandelli ha sfondato come attore e regista, solo per fare qualche esempio. C’è poi chi ha deciso di fare altro, come l’imprenditore, ma anche quello ci sta, e ha comunque trovato la sua realizzazione.

A proposito di alternative professionali, hai dichiarato che stavi per iscriverti a Medicina perché ultimamente ti eri appassionata alla materia. Ti prego, non dirmi che smanettavi nel dark web come l’ultima dei complottisti No Vax…
Ma va’, ma sei pazza? Ho fatto tutti i vaccini e ho il Green Pass anche se io, di mio, detesto prendere farmaci. Sono sempre stata a favore della medicina integrata: scelgo possibilmente tutto quello che è naturale. Nel caso del Covid, però, ho fatto tutti i vaccini e senza nemmeno molte remore… Poi, oh, magari tra quindici anni ci sveglieremo con tre nasi! (ride, nda) La passione per la medicina nasce dal fatto che, in questi cinque anni disgraziati, mi sono voluta documentare per capire quello che mi stava succedendo. Praticamente mi sono trasformata in una Carlo Verdone dei parassiti!

Amici e parenti ti chiamano per dei consulti, come succede a Verdone?
Certo! Appena hanno qualcosa alzano il telefono per chiedermi un parere o il nome di un medico fidato. Comunque, per la cronaca: anche se sparo delle robe assurde, ogni tanto ci prendo! A volte penso che Medicina sarebbe stata una bella alternativa allo sparare cazzate in televisione!

Non fare scherzi e resta dove sei, ovvero in tv.
Forse potrei unire le due cose, tipo condurre Medicina 33!

Cabello, la nemesi di Mirabella: suona bene. Senti, ma tra i possibili scenari futuri contempleresti anche un bis di X Factor, oppure hai dato?
Direi che ho dato. Amo il talent di Sky, ma preferisco guardarlo da spettatrice. All’epoca ho accettato la sfida e da quell’esperienza ho imparato un sacco di cose, ma devo dire che non mi ci ritrovavo nella figura del giudice. Anche stare lì in mezzo a litigare: no, non fa parte di me. E poi mi affeziono troppo ai concorrenti, mi parte subito a manetta l’istinto materno.

Victoria Cabello in marcia. Foto: Sky

All’epoca dicesti che le critiche ricevute a X Factor ti avevano “provocato una crisi di identità”. Ora ti senti più solida?
Sì, assolutamente. X Factor era stato il primo confronto, un po’ più duro, con il web. Oggi probabilmente su molte cose ci riderei su… E poi dài, diciamolo: avevano ragione loro.

Prego?
Sì, dico: chi mi criticava. Oggi, con il senno del poi, posso dire che sono d’accordo con il web: facevo cagare a X Factor! (ride, nda) Anche se ce l’avevo messa tutta, non era proprio la mia strada. Ci sono dei generi e dei ruoli in cui uno riesce meglio, in altri molto meno, ma è stato comunque utile: gli errori hanno senso in un percorso di vita. Non si può azzeccare sempre tutto. Tornando alla tua domanda, io di mio sono sempre stata molto autocritica ed esigente verso me stessa, ma in questi ultimi anni ho imparato a essere più indulgente, a farmi scivolare addosso le critiche.

Di certo a Pechino Express avrai il tuo riscatto. Lo sai che tutti vi danno già per vincitori?
Ecco, io questa cosa la vorrei capire meglio: ma tutti chi? Vorrei guardare in faccia queste persone e fare loro delle domande. No, perché tutti i miei amici e parenti – e ribadisco tutti – si sono fatti delle grasse risate non appena ho detto loro che sarei andata a Pechino. Dicevano: “Sei matta, non ce la farete mai!”. Per dire, io stessa quando ho visto chi erano gli altri concorrenti ho pensato che eravamo fregati. Prendi Alex Schwazer: quello il viaggio se lo fa direttamente a piedi, altro che autostop!

Comunque grazie qui, ora e per sempre, per la tua frangetta. È la mia certezza esistenziale, sappilo: il mondo è a un passo dalla guerra mondiale, l’epidemia ci tiene in stato di emergenza, ma Victoria Cabello ha sempre la frangetta.
Guarda, come Michael Jackson io vivo in una camera iperbarica. I miei capelli sono un po’ come la parrucca di Dolly Parton: ho la frangetta da quando ero bambina. Solo un anno ho cercato di farla crescere ma poi, niente, l’ho subito ripristinata. È più forte di me.

Una sorta di coperta di Linus?
Anche. Ma soprattutto, senza frangetta io sto di merda. Infatti sai cosa mi sono portata nello zaino, oltre al water portatile?

Ho quasi paura a chiedertelo.
Una piastra solare che in realtà aveva bisogno di una presa, ma vabbè. A Pechino facevo dei calcoli pazzeschi per capire come e quando avrei potuto piastrarmi la frangia, anche perché ero partita con la speranza di trovare marito. Temo però che non succederà nemmeno a questo giro.

Scusami, ma Pechino non era mica un adventure game?
Sì, però dài, giri mezzo mondo: qualcuno di interessante lo conoscerai prima o poi, no? Dopo anni chiusa in casa, prima con la malattia e poi con la pandemia, mi ero detta: appena esco, trovo un uomo. Puntavo molto su Pechino, ma bisogna capire se e per quanto io e Paride siamo rimasti in gara… e questo non posso proprio spoilerarlo.

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