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Tom Hardy: che fatica essere ‘Venom’!

Avreste mai pensato di chiamare l'attore inglese 'mostro'? Abituatevi, perché dal 4 ottobre lo vedremo nei panni del terribile Simbionte alieno Marvel.

Tom Hardy stars in VENOM

Ogni tanto, durante l’intervista, Tom Hardy guarda altrove, piuttosto che verso chi gli sta parlando. Sposta lo sguardo in direzione di un punto indefinito nella stanza, rapito da una riflessione improvvisa, prima di intercettare i tuoi occhi e, aggrottando un sopracciglio, chiedere se hai capito. «You know what I mean?», dice il 41enne attore inglese, la voce bassa pronta ad accendersi ogni volta che scoppia a ridere. La voce, appunto: la sua, dopo 17 anni di carriera, è ancora una specie di mistero, al punto che qualcuno ha montato una compilation di video per dimostrare come il suo accento, nella vita reale, cambi di continuo.

Del resto, metamorfosi fa rima con Hardy. «Penso che sia importante trasformarsi sempre. Provo a nascondermi il più possibile, questa è la chiave per la longevità», ha dichiarato. Camaleontico e talentuoso, si cuce addosso personaggi sotto cui potersi eclissare: come il violento Bronson del film omonimo, l’ipertrofico Bane in Il cavaliere oscuro – Il ritorno (per cui ha messo su 20 kg di muscoli), Fitzgerald in Revenant (che gli è valso la nomination all’Oscar) e Al Capone nel biopic Fonzo, di prossima uscita. Ma il ruolo più atteso, ora, è Venom: nel cinecomic, in sala dal 4 ottobre, interpreta sia il giornalista Eddie Brock, impegnato a indagare sul conto di Carlton Drake (Riz Ahmed), fondatore senza scrupoli della Life Foundation, sia Venom, il Simbionte alieno che si impossessa di lui. Lo incontriamo a Londra, dopo un breve assaggio del film.

DA GIOVANE LEGGEVI FUMETTI DI SUPEREROI?
Avevo dato un’occhiata a Spider-Man e Batman, trovandoli un po’ troppo di difficili. Quel tipo di fumetti era realizzato per un pubblico più attento: c’era chi collezionava dischi e chi fumetti, erano cose specifiche per un certo tipo di persone. Io guardavo Batman in tv, lo show originale in cui indossa il costume dispandex grigio, e rivedevo spesso l’episodio in cui lotta con uno squalo di gomma!

OGGI CHE SEI PADRE DI DUE FIGLI È CAMBIATO QUALCOSA?
Mi sono accorto che loro sanno tutto di questa roba! Quando ho guardato Superman e Spider-Man non sono stato attirato dal loro eroismo: erano cool per un bambino di 8 anni, ma non hanno catturato la mia attenzione da adulto. Diciamo che gravito attorno a cose un po’ più dark.

COME VENOM?
Venom è figo, amico, è cazzuto. Mio figlio lo ama e mi ha spiegato tutto. È un grande personaggio da interpretare perché è spietato e, in pratica, non ci sono regole. È davvero complesso.

INOLTRE INTERPRETI, CONTEMPORANEAMENTE, SIA LUI CHE EDDIE.
C’era molto con cui giocare, per quanto riguarda le dinamiche psicologiche. L’ho trovato eccitante perché ci sono delle personalità multiple: uno è un essere umano, l’altro un alieno. Potevo interpretare una creatura alta più di due metri, che Eddie invece deve gestire dentro di sé. Sono uniti in un corpo solo: il loro mantra è “Noi siamo Venom”.

LAVORARE CON ELEMENTI DIVERSI DELLO STESSO PERSONAGGIO TI HA FATTO RIPENSARE A LEGEND, IN CUI INTERPRETAVI I GEMELLI KRAY?
Questo film è simile a Legend, per certi versi. Ho pensato che sarebbe stato bello, perché avrei potuto ricominciare dove avevo finito con i Kray. E, nel caso di Venom, calandomi sia nella realtà che nel fantasy. Lui ha un appetito insaziabile e non obbedisce alle regole umane. Eddie e Venom hanno bisogno l’uno dell’altro: se muore uno, muoiono entrambi. Sono una specie di strana coppia. In un certo senso, Eddie è costretto a scendere a patti con gli aspetti più oscuri della propria personalità, che emergono grazie al Simbionte.

TOGLICI UNA CURIOSITÀ: CI SARÀ ANCHE SPIDER-MAN, COME SI CHIEDONO I FAN DA TEMPO?
Questo è un film autonomo, quindi no. Un uomo viene attaccato da un parassita che lo trasforma in un cazzo di alieno gigante: è già molto! Ci sono tante varianti di Venom nella storia della Marvel e io ero pronto per quella che sarebbe stata la mia versione e per come avrei lavorato al personaggio. Non mi importa se, in futuro, entrerà a far parte del più ampio universo Marvel. Volevo solo interpretarlo.

SPIEGACI COME HAI FATTO: HAI USATO LA PERFORMANCE CAPTURE?
Per 45 minuti ho indossato una tuta per motion capture, camminando e muovendomi come lui. Poi abbiamo capito che non ce n’era bisogno, era irrilevante. Paul Franklin (il supervisore degli e etti speciali, ndr) ha creato Venom nella sua interezza. Avevamo uno stuntman sul set alto tipo 2 metri e 30 che se ne andava in giro, saltellando con la tuta da motion capture, per dargli fisicità. I ragazzi degli e etti speciali hanno creato un intero Simbionte: visto che i bulbi oculari e la dentatura sono così diversi rispetto agli esseri umani, non è stato possibile fare il riconoscimento facciale. Hanno dovuto animare completamente Venom, mentre io ho dato la voce a qualcosa che non era lì.

DEV’ESSERE STATA UNA BELLA SFIDA.
Molto, perché non vedi mai come apparirai alla fine. Devi confidare nel fatto che la collaborazione e le conversazioni tra te e il team degli effetti speciali funzionino. Il mio compito è quello di offrire gag e movimenti che loro potranno poi integrare quando si metteranno all’opera. Su Venom abbiamo anche lavorato a stretto contatto con Spiro Razatos, il regista della seconda unità, che ha diretto alcune scene davvero incredibili, tra auto, moto e coreografie per i combattimenti.

QUANTA AZIONE C’È STATA PER TE? QUANTO TI HA RICHIESTO FISICAMENTE?
Beh, è una sceneggiatura frenetica. E l’energia che bruci, quando interpreti un uomo che cerca di scappare da una cosa come Venom, è tanta. Nel film ci sono isteria e paura, perché Eddie si sente come vittima di una malattia tropicale che sta prendendo controllo del suo corpo, e non ci sono medici in grado di spiegargli perché si sente male. La produzione voleva che partecipassi, quando possibile, a combattimenti e stunt: ogni volta che potevano infilarmi in un’imbracatura e scaraventarmi contro qualcosa, l’hanno fatto. E quello è un lavoro fisico! Fare in modo che non sembrasse solo un film infarcito di CGI ha richiesto un certo livello di energia e impegno, sul set. È stato complicato e tosto, emotivamente e fisicamente.

IL FATTO CHE IL CATTIVO PRINCIPALE SIA CARLTON RENDE VENOM L’EROE, L’ANTIEROE E IL VILLAIN DEL FILM, PER CERTI VERSI?
Eddie è flessibile, da un punto di vista etico. E, perché entrambi possano sopravvivere, lui e il Simbionte devono incontrarsi a metà strada. È dificile dire se sia un eroe o un cattivo. In realtà non ci sono eroi in questo lm. Eddie è un po’ imprendibile di suo, e i Simbionti colgono le caratteristiche delle persone che occupano. Se un Simbionte si connette a te, realizzerà i tuoi desideri.

PER ESEMPIO?
Se si unisse ad Hannibal Lecter, allora sarebbe la devastazione per chiunque. Se incontrasse Joker, invece, sarebbe folle. Eddie non è necessariamente un uomo cattivo, è pieno di conflitti. Se sta passando una brutta giornata potrebbe comportarsi male, mentre il Simbionte si comporterebbe ancora peggio. Ma non è malvagio.

IL REGISTA RUBEN FLEISCHER HA DETTO CHE IL FILM SI ISPIRA A DUE NARRATIVE DEL FUMETTO: PROTETTORE LETALE E IL PIANETA DEI SIMBIONTI. QUANTO SI AVVICINA IL FILM A QUELLE SERIE?
Ci sono personaggi e temi che abbiamo preso e manovrato per creare il nostro mondo. L’idea alla base di Protettore Letale, in cui Eddie protegge i senzatetto, c’è. Carlton Drake esegue dei test con i Simbionti sui senzatetto, cosicché, un giorno, la gente possa vivere nello spazio. La realtà, però, è che per i Simbionti noi siamo come un all-you-can-eat. Eddie e il Simbionte fanno un patto: se dovranno convivere, il Simbionte potrà uccidere solo gente malvagia. Questi fumetti sono il punto di partenza. Protettore Letale è stato il fumetto più vicino al film, che ci ha permesso di sviluppare Venom in un mondo in cui ci fosse solo lui, senza altri supereroi. Anche perché penso che Venom non sarebbe mica contento di scoprire che ci sono altri esseri speciali come lui, sulla Terra. È un tipo con un ego bello grande!

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