The Idea of Nicholas Galitzine | Rolling Stone Italia
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The Idea of Nicholas Galitzine

L'attore 29enne, protagonista di 'The Idea of You', ha parlato con 'Rolling Stone' di boy band, del lavoro, dell'intesa con Anne Hathaway e del perché continua sempre a interpretare dei royal

The Idea of Nicholas Galitzine

Foto: Prime Video

C’è una nuova boy band in città, e il suo frontman belloccio potrebbe non essere quello che vi aspettate. In The Idea of You (disponibile su Prime Video), Nicholas Galitzine è Hayes Campbell, 24enne membro della boy band August Moon. Il film racconta la storia d’amore di Hayes con la gallerista 39enne Solène Marchand (Anne Hathaway) dopo un incontro casuale al Coachella e le difficoltà che il loro amore inaspettato comporta. Anche se la premessa – una mamma che si innamora di un giovane cantante apparentemente ispirato a Harry Styles o Justin Timberlake – sembra decisamente simile a fanfiction di siti come Wattpad o Ao3, in realtà è adattata dal romanzo d’esordio di Robinne Lee, uscito nel 2017.

Galitzine, 29 anni, passato da piccoli ruoli in streaming a lead di grandi progetti, non è nuovo agli adattamenti da libro a film. Aveva già recitato in Rosso, bianco & sangue blu nel ruolo del principe Henry, metà della love story gay immaginaria tra il “First Son” degli Stati Uniti e il principe d’Inghilterra basata sul successo BookTok di Casey McQuiston. In Bottoms era il quarterback Jeff, un idiota con un elmetto e un’allergia mortale all’ananas. In Mary & George interpreta invece George Villiers, il figlio complice della contessa di Buckingham (Julianne Moore). Ora si è trasformato nel membro di una boy band per questo twist alla solita vecchia storia à la May December (con l’aiuto dell’autore Savan Kotecha, Galitzine canta diverse canzoni originali nel film). E dice a Rolling Stone che scegliere una varietà di ruoli tanto ampia non è un caso: la ricerca di trasformare il suo corpo è spesso una parte importante del suo processo creativo.

«Molto deriva semplicemente dalla costruzione di una “fisicità” d’attore, attraverso tutti questi ruoli diversi», spiega. «Gli attori che ammiro di più sono in grado di raggiungere un certo livello di versatilità. Ed essere in grado di cambiare aspetto è davvero emozionante».

Ma la capacità di prevedere i prossimi passi della sua carriera è accompagnata anche da un pizzico di umiltà. Quando menziono altri attori fighi che sono passati da commedie romantiche a progetti drammatici come Charles Melton, Galitzine non può fare a meno di scherzare: «Ho chiacchierato a lungo con Charles, è stato bello conoscerlo tra il mio tour promozionale e il suo», afferma. «Anche se devo dirlo: lui è molto più bello di me».

Abbiamo incontrato Galitzine per parlare di boy band, del suo ultimo lavoro, della chimica con Anne Hathaway e del perché continua a interpretare dei royal.

Quanto eri esperto di boy band prima di leggere la sceneggiatura di questo progetto?
Direi che non ne sapevo molto. Prima apprezzavo le boy band, ma sono cresciuto soprattutto con gruppi rock, musica blues e disco. In realtà è stata mia sorella a farmele conoscere. Quello che ascoltavo principalmente da bambino erano i Backstreet Boys, ed è una cosa che mi fa sembrare vecchio, lo so. Considerato che i membri delle boy band sono dei veri e propri performer, l’idea di interpretarne uno è stata davvero emozionante perché è una cosa molto fisica, in un certo senso. Devi essere parecchio carismatico sul palco.

Tu sei anche un cantante. Questo film ti ha fatto prendere in considerazione una potenziale carriera pop in futuro?
Ho amici che sono musicisti e popstar, e il loro stile di vita per me è folle. Ho una grande ammirazione per loro perché che tu vada in tournée o ti esibisca davanti a 80mila persone, è completamente diverso da quello che faccio io. Recitare è come stare su un’isola, in un certo senso, mentre da musicista devi dare tutta la tua energia all’esterno. Mi sono divertito moltissimo a occuparmi della parte musicale del film. Ma essere una popstar nella vita reale è un’altra cosa.

Da Bottoms a Rosso, bianco & sangue blu, fino a Mary & George, i ruoli che interpreti sono estremamente vari. Cosa ti entusiasma o ti incuriosisce di questi progetti? C’è una linea emotiva o tematica che segui?
Direi sì e no. Trovo interessanti i personaggi che si trovano in circostanze molto difficili, che devono lottare contro la propria percezione o il loro senso di responsabilità, e magari sovvertire degli archetipi. Quelli mi affascinano molto.

Com’è stato lavorare con Anne Hathaway e sviluppare questa alchimia tra voi due?
È successo in modo del tutto naturale, davvero. Non ricordo un momento in cui mi sono trovato in imbarazzo. Il provino sulla nostra “chimica” è andato benissimo. Quando qualcuno ha fatto tanti film come Annie, non pensi che sia necessariamente così collaborativo o aperto, perché ha un suo modo di fare. Non mi aspettavo la sua capacità di giocare e di assecondare la situazione. È molto “Yes, and?”, cosa che adoro. E penso che si sposi bene al modo in cui piace lavorare a me.

Finora nella tua carriera hai dimostrato un vero talento nell’interpretare i reali…
Mi piace sottolineare che George non è un reale. Il principe Robert e Henry sono senza dubbio due royal, ma George in un certo senso è solo “vicino” alla famiglia reale, direi.

Essendo così esperto in questi ruoli, come distingui le performance in progetti simili?
Henry era solo qualcuno che nascondeva la sua forma più vera, era represso e aveva un lato sentimentale bellissimo. Ma George, se lo includiamo in quella categoria, è probabilmente la persona più interessante che abbia mai interpretato. È così poliedrico, ingenuo e fragile, ma poi si trasforma in un tipo machiavellico, potente e calcolatore. Quindi archetipicamente sembrano un po’ lo stesso, ma per me sono tutti personaggi estremamente diversi.

Quando interpretavi Hayes, che tipo di mondo interiore hai invece scoperto?
Abbiamo parlato molto di dove fosse stato prima di unirsi alla band. Quali erano le sue aspirazioni e la sua vita familiare. L’ho trovato davvero interessante perché spesso le persone che lottano davvero e hanno bisogno di più affetto e cura sono quelle che non hanno una vita familiare stabile. E questo è per molti versi Hayes. Suo padre vuole improvvisamente un rapporto con lui ora che è famoso. Sua madre ha un nuovo partner e lui non riesce a vederla spesso. Ma, come hai detto prima, una delle ragioni principali per cui la relazione funziona è che lui ha una reale maturità emotiva e morale. È molto sicuro di sé, in un certo senso. Ha bisogno di essere amato in un altro modo, e forse non lo cerca nemmeno consapevolmente.

Ti sei mai sentito limitato dal fatto che molti dei tuoi ruoli si basano essenzialmente sul fatto che hai una bella faccia?
Lo apprezzo. In Mary & George c’era l’idea di trasformare il proprio aspetto in un’arma, cosa che pensavo fosse davvero intrigante. Per la prima volta ho sentito più libertà d’azione. E ho sempre avuto un approccio piuttosto pragmatico alla recitazione, spesso ho lavorato a progetti che potrebbero non essere – diciamo – i più stimolanti dal punto di vista creativo, ma muovono l’ago nella direzione che mi serve per poi fare tutti i ruoli che desidero.

“Non i più stimolanti dal punto di vista creativo” è un modo molto, molto gentile per parlare di progetti passati che ora rinneghi…
Penso sia importante non rinnegare quello che si è fatto, perché tutto ti ha portato al punto in cui sei adesso. Sono stato un attore in difficoltà in passato e ci sono così tante persone meravigliosamente talentuose in questo settore che non hanno mai avuto la possibilità di sfondare. A me hanno dato una possibilità, e questa cosa la tengo sempre in considerazione.

Cosa non vedi l’ora che le persone scoprano riguardo a The Idea of You?
La prima parte è molto divertente, ma penso che ci sia un messaggio più profondo dietro al film. C’è un senso di empowerment che deriva dal coming of age di una donna quarantenne che riscopre se stessa, la propria autonomia. Adoro il fatto che dentro ci sia anche tutto questo. Penso che il film tocchi davvero tanti temi, che è quello che cerco sempre in un progetto. Ed è anche bello che questo genere di commedia romantica ritorni in auge. È fantastico avere film come Oppenheimer. Adoro quei film, ma anche la leggerezza ha un suo grande valore.

Da Rolling Stone US