Terry Gilliam: «La satira è morta, anche i Monty Python avrebbero vita dura» | Rolling Stone Italia
Interviste

Terry Gilliam: «La satira è morta, anche i Monty Python avrebbero vita dura»

A Venezia 76 l'americano del mitico collettivo inglese racconta il suo rapporto “carnale” con il Lido, il futuro della satira e perché dovremmo tutti preoccuparci per Bolsonaro

I 50 anni dei Monty Python, l’importanza della diversità, “il mondo che è diventato così matto da rendere impossibile la satira”. Poi Bolsonaro e Trump, “esseri umani orribili”, ma anche la Brexit, “un’idea tremenda” . Terry Gilliam è passato a trovarci nel mezzanino dell’Hotel Excelsior, il nostro quartier generale alla Mostra del Cinema, per una chiacchierata in libertà tra cinema e attualità: “Mentre il mondo sta lì ad azzuffarsi sul nulla, la Foresta Amazzonica brucia, ragazzi”.

Gilliam quest’anno a Venezia ha avuto un gran da fare: ha ritirato il Filming Italy Award per il suo Don Chisciotte ed è stato ospite speciale del premio Green Drop sulla sostenibilità ambientale. Ma ha anche fatto da padrino al cortometraggio transmediale Happy Birthday, che racconta l’hikikomori, l’isolamento sociale, sempre più diffuso tra i giovanissimi.

Si tratta di un prodotto transmediale innovativo, diretto da Lorenzo Giovenga e interpretato da Jenny De Nucci e Fortunato Cerlino, con la partecipazione straordinaria di Achille Lauro. Il corto è stato realizzato in tre modalità: lineare, Virtual Reality e social story: “Il progetto nasce con l’intenzione di dare l’opportunità ai giovani autori italiani di sperimentare le nuove tecnologie”, spiega la produttrice Manuela Cacciamani. “Ha vinto una storia bellissima che ci appassionato su un fenomeno che colpisce ragazzi a partire dai 15 anni. Quindi abbiamo pensato di realizzarlo anche in VR per comunicare con loro, sicuri del fatto che avrebbero avuto più possibilità di vederlo”.

Gilliam ha disegnato la locandina del progetto: “Mio padre si è occupato per tantissimi anni del servizio di vigilanza a Cinecittà” continua Cacciamani. “Io sono cresciuta lì e a 12 anni, durante le riprese del Barone di Münchhausen, ho avuto la fortuna di conoscere Terry e di conoscere con la sua creatività. Negli anni sono rimaste quest’amicizia, questa stima reciproca e in occasione del corto lui, con la sua modalità sempre gentile e allegra, ha deciso di regalarci questo artwork”.