‘Sons Of Anarchy’ è tornato con ‘Mayans’ | Rolling Stone Italia
Interviste

‘Sons Of Anarchy’ è tornato con ‘Mayans’

Il nuovo capitolo della serie cult raccontato dal creatore Kurt Sutter

‘Sons Of Anarchy’ è tornato con ‘Mayans’

Chi l’avrebbe mai detto. Ai videogames preferisce un libro, guida una Tesla, è vegano, pro gay, pro aborto, contro le armi e ama le tortore, passione piumosa acquisita grazie alla moglie Katey Sagal, protagonista di quel Sons of Anarchy che ha fatto letteralmente impazzire l’America e, di fatto portato nel gotha hollywoodiano Charlie Hunnam, capo dei Samcro, The Sons of Anarchy Motorcycle Club per essere precisi.

Kurt Sutter (con un passato da scrittore/produttore di un’altro capolavoro della tv urbana americana The Shield) ha un passato simile ai personaggi che crea per la televisione, viene da un’infanzia difficile, difficoltà con la legalità, problemi di obesità adolescenziale e tossicodipendenza. L’abbiamo incontrato al comic con, alla presentazione del suo nuovo show Mayans M.C, lo spin-off di Sons of Anarchy, la gang messicana dei Mayans che, nella serie originale, controllava la zona del confine tra Messico e USA, sempre in conflitto o in combutta, con i motociclisti di Charming.

Ambientato 4 anni dopo SoA (se non avete mai visto non perdetevelo), nel cast troviamo Edward James Olmos, J.D. Pardo, Clayton Cardenas, Carla Baratta, Sarah Bolger, Michael Irby, Richard Cabral e Antonio Jaramillo. Mayans M.C. sarà in prima visione assoluta il 6 dicembre su FOX (112, Sky) con una maratona di tutti e 10 gli episodi dalle 21.00 alle 7.00 del mattino del 7 dicembre e tutta la prima stagione sarà disponibile da subito su Sky On Demand.

Kurt Sutter

Come nasce Ezekiel ‘EZ’ Reyes, interpretato da JD Pardo?
Volevo creare un personaggio opposto a Jax (Charlie Hunnam di Sons of Anarchy), qualcuno che non appartiene al gruppo, non è un principe, è sveglio, intelligente, in teoria avrebbe dovuto vivere una vita ‘normale’, ma per qualche motivo si ritrova in questa situazione.

Che parabola narrativa avrà questo personaggio?
EZ Reyes, cerca di farsi strada all’interno della gang e da ultimo arrivato prova a farsi accettare all’interno del gruppo. Non solo sparatorie, giustizia sommaria e contrabbando però. Nella serie emerge anche il rapporto affettivo, duro ma rispettoso, tra EZ Reys e il padre, Felipe Reyes interpretato da Edward James Olmos (Blade Runner, Dexter). Felipe Reyes ha dedicato la propria vita a far crescere i propri figli nella legalità, lontano dalle insidie della strada. Ha lavorato in passato per il cartello di Galindo nonostante facesse parte della polizia federale messicana. E poi…. non vi svelo altro, guardatevi le puntate.

A chi ti sei ispirato?
Sapevo che non avrei potuto scrivere la serie senza un aiuto di qualcuno che appartenesse alla comunità latina. Ho parlato con molti scrittori, e poi ho conosciuto Elgin James, che ha un background eclettico e radicato in quella cultura e quindi insieme abbiamo creato i personaggi basandoci su storie reali, vissute. Volevamo esplorare il mondo di una persona che avrebbe dovuto avere un altro destino, che ha tutte le potenzialità per fare qualsiasi mestiere eppure si ritrova a diventare un criminale.

Ci saranno dei flashbacks con i personaggi di Sons of Anarchy?
EZ ha una memoria fotografica e quindi ci saranno dei momenti in cui si andrà indietro nel tempo per creare delle connessioni che aiutano a raccontare la storia. Ma la storia si sviluppa in tempo reale e quindi ha una vita indipendente e tutta sua. Vorrei che i fan di SoA possano guardare questa serie e immaginare le intersezioni tra i vari personaggi e situazioni. O per chi non l’avesse mai vista vista, capire gli avvenimenti senza bisogno di guardarsi la prima serie.

Prashant Gupta/FX

Due info su trama a personaggi.
Sons è stato il primo capitolo, Mayans MC sarà il secondo. Mi piacerebbe crearne 4 di capitoli, uno in più del Padrino, mio film preferito. Mayans è ambientato ai giorni nostri, dopo la morte di Jax Teller. Metteremo in scena la realtà di quell’ultimo giorno, degli eventi accaduti con chi ha ucciso quel giorno e l’effetto dominio che potrebbe aver generato nel nord della California. Ci sarà un collegamento, anche se non principale, proprio con i Mayans e sopratutto con Emilio Rivera aka MArcus, perché voglio che sia il collante tra le due mitologie. So che esistono club in tutta l’America, nella California del sud avranno influenze Messicane, allo stesso modo se esistesse un charter in Florida allora probabilmente avrebbe influenze Cubane.

E poi?
Se avremo fortuna e potremmo continuare lo spin-off Mayans, la mia idea sarebbe quella di spiegare meglio ai fan l’origine del famoso manoscritto di John Teller, il papà di Jax, anche perché mi permetterebbe, anche se indirettamente, di usare questa situazione come potenziale punto di lancio per creare il prequel.

E il quarto capitolo?
(ride)…Beh, avrebbe a che fare col futuro, con la crescita e la formazione dei figli di Jax, dopo che avranno capito e conosciuto tutta la storia del padre.

Cast tutto latino, per un network statunitense, è ancora considerato anomalo. Perché c’è voluto cosi’ tanto?
Credo che questo show possa muovere l’ago della bilancia verso delle storie più diversificate, che includano più minoranze. Il 22% della popolazione degli Stati Uniti è latina, ma le immagini che li rappresentano e vediamo in tv, sono solo il 4%. Che dire? È arrivato il momento, credo che Mayans passerà alla storia, per vari motivi, anche per quello che accade nello show, alcune situazioni sono molto dark e realistiche.

Allo stesso tempo il fatto che la popolazione latina venga raffigurata come criminale aprirà la strada a delle critiche, non credi?
Io racconto storie di persone, mi interessa creare personaggi veri, con problemi, che vivono ai margini della società, che non corrispondono alla ‘norma’. E spesso il fatto che siano degli outsider incide anche sul loro rapporto con la legge, come in questo caso, o nel caso di SoA, dove raccontavo la storia di un gruppo di bianchi criminali. In ogni caso non descrivo mai i miei personaggi come bravi o cattivi, innocui o pericolosi, ma come persone con relazioni complesse, che vivono una vita difficile, che hanno momenti peggiori di altri. Mi dispiacerebbe che qualcuno pensasse che voglio mettere in cattiva luce persone di etnie e culture diverse dalla mia, non e’ la mia intenzione.

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