Lena Dunham: «Amo scrivere di donne che si comportano male» | Rolling Stone Italia
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Lena Dunham: «Amo scrivere di donne che si comportano male»

La creatrice di 'Girls' ritorna su HBO con uno show nuovo di zecca, 'Camping', e una prospettiva inedita, conquistata a fatica dopo averne passate parecchie.

Credit: HBO.

Credit: HBO.

Nell’ultimo anno, Lena Dunham ne ha passate parecchie: un’isterectomia dopo un decennio di sofferenze da endometriosi e due grandi rotture – una con il fidanzato di lunga data Jack Antonoff, l’altra con Jenni Konner, la sua compagna di scrittura per Girls e per il nuovo show HBO Camping (negli USA dal 14 ottobre). Costruita attorno a Walt e Kathryn (David Tennant e Jennifer Garner, che lodano la “libertà e apertura” di Dunham), una coppia sposata che trascorre un weekend nel deserto con gli amici, la serie sembra essere la sua prima incursione fuori dal terreno dell’autobiografia. Ma le apparenze ingannano. “Alla fine sono stata sposata e poi ho divorziato, sono stata in menopausa, quindi non si è trattato di un salto nel vuoto”, dice la Dunham, “ma piuttosto di un utilizzo molto rilassante della mia esperienza personale”.

Camping in origine era uno show britannico. Perché rifarlo?
Volevo tuffarmi a capofitto in questo universo di nevrosi insensate della gente in un ambiente naturale. I miei episodi preferiti di Girls erano quelli a basso costo, in cui potevamo immergere le persone in una situazione di isolamento, e questo intero show era un po’ come una di quelle puntate. È diventato un mondo fantastico a cui contrapporre ciò che amiamo fare, e cioè scrivere di donne che si comportano male.

Walt e Kathryn sono oltraggiosi come le ragazze di Girls?
Questi personaggi sono leggermente più legati alla decenza umana di quanto non lo fossero le ragazze di Girls. Ci provano, anche se non sempre funziona. Cercare di scrivere character che agiscano in modi più sottili e specifici, piuttosto che fallire sempre e comunque, è una sfumatura, un’ombra completamente nuova del comportamento umano.

E quando Jennifer Garner fa cose cattive, tu perdoni parecchio.
Oh sì. È la persona più affascinante della storia americana. È scioccante. Poteva arrivare da me e dirmi, “Ho ucciso tua madre e mi sono presa il tuo ragazzo”, e io avrei risposto: “Beh, è un tuo diritto.”

Tu vivi in modo molto pubblico, mentre lei è una persona riservata che ha visto molto della sua vita resa pubblica contro la sua volontà.
È vero. E dall’osservarla ho imparato che c’è un modo per gestire questo aspetto della fama senza dover dimostrare qualcosa. Tendo ad andare in giro tipo, “Ragazzi, non sono così cattiva come tutti pensano!”, e sembra che la sua filosofia invece sia: “Non ho bisogno che le persone sappiano tutto ciò che mi riguarda, perché perché so qual è il mio punto“.

Com’è stato scrivere per personaggi di mezza età?
È buffo essere diventata casualmente il volto della noia millenial. In realtà non mi sento nemmeno di mezza età, ma proprio anziana di indole: “Ho ancora qualcosa da offrire a questo mondo? È tutto? Sono arrivata?”. La versione inglese di Kathryn è ossessionata dalla sua menopausa e dal suo corpo, quindi questa è stata un’estensione naturale. Quando abbiamo iniziato a scrivere, ero di fronte alla canna della mia isterectomia e quando abbiamo finito, avevo appena affrontato l’operazione.

È terapeutico mettere i tuoi problemi nei tuoi personaggi?
È l’unico modo che conosco di elaborare. Sembra quasi che le cose non mi siano successe fino a quando non sono accadute a un altro personaggio davanti ai miei occhi.

Che cosa vuoi fare adesso?
Sperimentare così tante perdite personali negli ultimi anni mi ha fatto capire che sono una stramba incredibile che ha bisogno di molto tempo da sola. Per quanto fottutamente stupido possa sembrare, voglio solo essere un artista. E francamente, l’esperienza di perdere la mia fertilità, di non avere la famiglia che pensavo – l’unico dono che ne è uscito è che non ho nessun altro da sostenere se non me stessa. Oltre ad essere una persona onesta che si prende cura emotivamente di chi ama, il mio unico altro obbligo è nei confronti di me stessa e del mio lavoro. E ho bisogno di sentirmi libera di andare a una convention sci-fi femminile, o scrivere poesie, o scrivere un film che nessuno guarderà mai, o magari uno che molte persone vedranno. Ma quello spazio aperto è l’unico buon risultato di molti casini personali.

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