Jason Bateman e il suo antieroe alla 'Breaking Bad' in 'Ozark' | Rolling Stone Italia
Interviste

Jason Bateman e il suo antieroe alla ‘Breaking Bad’ in ‘Ozark’

Abbiamo incontrato la star di ‘Arrested Development’ a Londra per la presentazione del drama thriller di cui è protagonista, regista e produttore

Jason Bateman e il suo antieroe alla ‘Breaking Bad’ in ‘Ozark’

«Mi dispiace, sono in ritardo, ma c’era così tanto traffico che abbiamo dovuto lasciare l’auto e camminare». La prima cosa che fa Jason Bateman è scusarsi. Due volte. E lo fa in modo tutt’altro che dovuto, è spontaneo proprio come quando dice: «Sono un tipo normale». Eppure questa cortesia proprio normalissima non è. «Cosa ascolti?» gli chiediamo subito, per entrare nel mood giusto: «La mia playlist comprende Beethoven, Radiohead e Led Zeppelin, qualsiasi cosa di questi tre. E in quest’ordine».

Incontriamo la star della sit-com Arrested Development a Londra per la presentazione di Ozark, il drama thriller di Netflix dove interpreta un consulente finanziario di Chicago che si trova a riciclare denaro sporco per uno dei più grandi cartelli della droga messicani e, per evitare il peggio, è costretto a trasferirsi con la famiglia nella piccola cittadina di Ozark, nel Missouri.

Oltre a essere il protagonista (insieme a Laura Linney) Bateman ha diretto i primi e gli ultimi due episodi ed è anche produttore esecutivo dello show: «Non stavo cercando una serie tv e avevo paura di leggere la sceneggiatura perché se mi fosse piaciuta avrei dovuto farla a tutti i costi». E così è andata: «Un buono script è il 90% del lavoro, ti devi solo preoccupare di non mandare tutto all’aria quando sei sul set. In pratica basta stare attenti a non far entrare il boom (il microfono direzionale, nda) nell’inquadratura (ride)».

Il suo Marty Byrde è un antieroe a là Walter White, figure di cui il pubblico va pazzo: «È un uomo comune, uno con cui ti puoi relazionare in modo facile, così l’esperienza diventa più tangibile per l’audience. Sono sempre stato attratto da personaggi vicini allo spettatore: posso essere i loro occhi e le loro orecchie, reagire come reagirebbe chi guarda. Ed è questo che mi attrae del dirigere: il regista dà forma a una realtà per il pubblico».

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A proposito di Breaking Bad Bateman spiega che: «Di certo c’è una similarità, il personaggio è uno come tanti che a causa delle circostanze deve capire come cavarsela. Ma questo è un incipit-tipo per molti show: “Che cosa fareste se foste costretti a uscire alla vostra comfort zone?“. Walter lo fa per disperazione, perché è malato. Per Marty invece si parla di avidità, di inseguire il sogno americano, di tollerare il rischio per quello che può portare. E cioè soldi». Il denaro diventa quasi un altro personaggio in Ozark: «È il motore dell’azione, la tentazione, ciò che muove tutto».

Se la colonna sonora è stata quasi interamente scritta da due compositori che hanno reso il clima dark della serie, nel teaser il brano che sentite è Wolves di Kanye West: «In realtà non l’ho scelto io ma una società specializzata nella realizzazione dei trailer, volevamo un pezzo che desse l’idea del pericolo, dell’attesa e della spavalderia. C’erano altre strade che potevamo percorrere, l’ambientazione in Missouri poteva ispirare anche qualcosa di country ma credo che Kanye sia perfetto, soprattutto visto che la serie parte dallo sfondo urban di Chicago».

Che carriera criminale avresti scelto? «Amo guidare, avrei potuto essere quello che guida la macchina dopo le rapine. Devo assolutamente vedere Baby Driver, sembra fantastico». E adesso l’attore tornerà nei panni di Michael Bluth per la quinta stagione di Arrested Development: «Si tratta del lavoro più importante della mia carriera, il gruppo è composto da alcune delle persone che preferisco sulla schermo e fuori, quindi è stato un sì davvero facile da dire».