I fan di ‘Star Wars’ sono tosti, ma la showrunner di ‘The Acolyte’ Leslye Headland è pronta | Rolling Stone Italia
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I fan di ‘Star Wars’ sono tosti, ma la showrunner di ‘The Acolyte’ Leslye Headland è pronta

Una figlia nata il 4 maggio (!), il sogno realizzato di lavorare nella galassia lontana lontana e un tatuaggio per ricordarselo per sempre. Prima del debutto della serie, l'abbiamo accompagnata a farlo con la moglie Rebecca Henderson

I fan di ‘Star Wars’ sono tosti, ma la showrunner di ‘The Acolyte’ Leslye Headland è pronta

Amandla Stenberg, Lee Jung-jae e Leslye Headland sul set di 'The Acolyte'

Foto: Lucasfilm/Disney+

Leslye Headland non è una persona titubante. Fa una pausa prima di parlare, ma non perché stia tergiversando su cosa dire. Più perché è una scrittrice e le parole che usa sono importanti quasi quanto quello che dice. E anche perché stiamo parlando di The Acolyte, la sua serie ambientata nell’universo di Star Wars durante l’Alta Repubblica (per i non armati di spada laser per noi, sono circa 100 anni prima della Minaccia Fantasma, l’inizio di quella che viene definita la Saga di Skywalker). È la showrunner, regista e scrittrice (per non parlare della moglie di un membro del cast) dello show, una sorta di mystery thriller che segue una strage di Jedi in corso. Quando fa una pausa, è con la consapevolezza che potrebbero esserci droidi sonda imperiali nascosti nelle vicinanze se rilascia qualche informazione spoiler sulla galassia lontana lontana.

E no, non si lascia scappare nessuna anticipazione, ma risponde pazientemente alle mie domande annose, specifiche e molto sciocche: esistono umani nell’universo di Star Wars? Luke Skywalker è uno di loro o è un alieno che sembra semplicemente un essere umano? Dopo una di quelle pause, Headland mi dice che sì, crede che Luke Skywalker sia un essere umano. Non sembra che voglia lanciarmi con la fionda dentro al sole, quindi continuo.

Ma se si trovano in una galassia lontana lontana (da cosa?), allora da dove viene? «Da Tatooine. È un essere umano che vive su Tatooine adesso». Punto. Ne è certa.

Ci sono ancora alcune complicazni legate all’immigrazione da esplorare nell’universo di Star Wars? «Oh, al 100%».

Leslye Headland. Foto: Ye Fan per Rolling Stone

Siamo nel seminterrato del Bang Bang Tattoo a New York City. Headland e io ci sediamo con sua moglie, Rebecca Henderson, aspettando l’artista preferito della coppia, Mr. K. Presumono, con gioia, di restare nello studio per il resto della giornata di questo pomeriggio di maggio. «Questo è probabilmente uno dei miei più grandi hobby, farmi tatuaggi», dice Headland.

Opportunamente per Headland » il cui eclettico corpus di lavori include la rom-com del 2015 con Jason Sudeikis e Alison Brie, SWOP: I sesso dipendenti; la commedia dark del 2012 The Wedding Party, con Kirsten Dunst nel ruolo della peggiore damigella d’onore del mondo; la recente hit di Netflix sui loop temporali Russian Doll; opere teatrali e altri progetti: la maggior parte di questi tatuaggi sono legati al cinema e hanno un’ispirazione varia quanto il suo lavoro. Oggi opta per un design basato sulla cover della colonna sonora del film Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola, un’illustrazione del volto di una donna circondato da fiori e cuori. La sua posizione ideale è vicino a un livido ingiallito, grande quanto un pugno, appena sotto il gomito destro, un souvenir del recente viaggio della famiglia a Quintana Roo, in Messico, per festeggiare il primo compleanno della figlia. (Headland ha preso contro a una porta.)

Amandla Stenberg set PA Taylor Young, Leslye Headland e il direttore della fotografia Chris Teague sul set di ‘The Acolyte’. Foto: Lucasfilm

In attesa del giudizio dei superfan

È in una bella posizione: sui suoi bicipiti, sotto al tatuaggio di Harley Quinn e Poison Ivy colte “in un momento”, e sopra il ritratto fotorealistico di Helena Bonham Carter nei panni di Marla avvolta dal fumo di Fight Club, vicino a dove starebbe un orologio. Ce ne sono altri, come un tributo a Shining per lei «molto importante», la scritta Redrum stampata sul fondoschiena («una scelta», dice, sogghignando), una sottile ricostruzione di Frank the Bunny di Donnie Darko, “Babe” scritto in corsivo – in omaggio a sua moglie – e il tatuaggio della Principessa Leia che si è fatta sul dorso della mano destra, un altra creazione di Mr. K.

Non è (ancora) la celebrazione di un successo: lo show non uscirà fino a giugno. Le cose possono ancora non andare come da programma, con i fan di Star Wars notoriamente – ehm – appassionati (siamo diplomatici) che devono ancora dire la loro. Ma si è fatta tatuare Leia quando ha ottenuto il lavoro, pre-pandemia, anche prima dell’annuncio pubblico del 4 maggio 2020 che Headland avrebbe impugnato la spada laser in uno show che lei descrive come «Frozen incontra Kill Bill».

Lavorare su Star Wars è il sogno di una vita. Headland ha arruolato attori come Lee Jung-jae, Amandla Stenberg, Carrie-Anne Moss e altri, di cui recita i nomi con un sorriso sincero, per dare vita al proprio contributo all’universo di Guerre stellari. Ha potuto vedere in carne e ossa i duelli che ha scritto con la spada laser.

«Non l’ho detto ad alta voce», dice dell’iconico suono dell’arma Jedi, «ma riuscivo a sentirlo nella mia testa».

Yord Fandar (Charlie Barnett), Jedi Padawan Jecki Lon (Dafne Keen) eMaster Sol (Lee Jung-jae) in ‘The Acolyte’. Foto: CHRISTIAN BLACK / LUCASFILM LTD.

«Ho combattuto davvero tanto»

Sig. K, un ex graphic designer coreano, ci accoglie con una felpa bianca oversize e stivali da combattimento con plateau. Ha una lunga lista d’attesa, una clientela famosa e prezzi adeguati; quando dico qualcosa sugli strass sulla custodia del suo telefono, mi corregge serenamentemente dicendo che «probabilmente sono diamanti».

«Aggiunge sempre qualcosa [al disegno del tatuaggio], è un artista. Quindi ho pensato, “Fai pure quello che vuoi”», dice Headland della sua relazione con Mr. K. «Il che è strano da dire riguardo a cose che restano sul tuo corpo per sempre, ma quando ti fidi di qualcuno in questo modo, succede. In realtà è un’ottima analogia con il cinema. Una volta che trovi le persone con cui ami collaborare o di cui ti fidi, non fai molte domande. Se non ti fidi delle persone, diventa difficile esprimere ciò di cui hai bisogno». Il suo lavoro lo conferma: nomi come Natasha Lyonne e il direttore della fotografia Chris Teague ricorrono insieme al suo. E il matrimonio è la collaborazione definitiva, quindi è logico che un’altra collega fidata che compare più e più volte nei progetti di Headland sia Henderson.

Come per i suoi omaggi tatuati, Headland è sempre all-in nel suo lavoro. Anche se ora sta cercando di dire un po’ di più di “no”. «[Come] regista donna, ho lottato tantissimo per vivere questa particolare esperienza che c’è la tendenza a temere che finisca», afferma. «La mia energia un po’ frenetica guida la mia passione ma a volte mi impedisce di avere momenti di inattività. Quindi sto cercando di venirne a capo».

Mae (Amandla Stenberg) in ‘The Acolyte’. Foto: CHRISTIAN BLACK / LUCASFILM LTD.

Un altro motivo per dare priorità ai tempi di inattività: la figlia di un anno di lei, che per uno scherzo del destino galattico è nata prima della data di scadenza di metà maggio: «Mia moglie e io eravamo a Londra in quel momento, per girare The Acolyte», ricorda Headland. «Ci dicevamo: “Sarebbe divertente se nascesse proprio il 4 maggio”. E poi eravamo in ospedale il 3 maggio e pensavamo: “Succederà davvero?”».

La mattina presto del 4 maggio è successo: «Così l’abbiamo chiamata Chewbecca». Scherza, ovviamente.

La piccola Winona, il cui nome è stato in parte ispirato da Winona Ryder e dal suo significato di “primogenita”, ha recentemente toccato (e mangiato) la sabbia per la prima volta, in Messico. Ora Headland ha un tatuaggio “Winona Forever” che funge da tributo a sua figlia e strizza l’occhio alla cultura pop. Henderson oggi si fa tatuare una W delicata ma comunque elaborata.

Una volta terminato The Acolyte, Headland si sta destreggiando tra progetti come la commedia Cult of Love, un dramma corale familiare che spera di portare a Broadway la prossima stagione e che definisce «la cosa più personale su cui abbia mai lavorato», così come altri film e script. È impegnata, ma felicemente impegnata, non impegnata ma in ansia o impegnata ma spaventata. Sta lavorando parecchio perché lo vuole, non perché ha paura che il telefono smetta di squillare. «Sento meno quel peso ora che ho realizzato il progetto dei miei sogni, perché è il mio sogno, quindi sono a posto».

Da Rolling Stone US

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