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Flavio Montrucchio, la rivincita del bravo ragazzo

Il dating show, i fallimenti, i successi e i sogni del conduttore di 'Primo Appuntamento Crociera' (da stasera su Real Time, con una concorrente d'eccezione)

Foto: stampa


«Questo programma è un po’ l’evoluzione di Primo Appuntamento. Ripercorre la versione tradizionale del titolo, perché nella trasmissione classica, di volta in volta, si fanno appuntamenti al buio. La crociera, invece, dura una settimana: è più un reality. A volte i concorrenti litigano, si lasciano e poi si rimettono insieme. Le coppie sono seguite anche nella durata di questa vacanza». Ecco come Flavio Montrucchio – tra i volti più rappresentativi di Discovery – descrive la seconda edizione di Primo Appuntamento Crociera, da stasera su Real Time, alle 21:20. Torinese, classe ’75, dopo tante fiction, teatro e qualche incursione sul grande schermo, ha intrapreso la via della conduzione. Parliamo con lui del dating e non solo.

Le novità più piccanti di Primo Appuntamento Crociera?
Sandra Milo come concorrente. Sono rimasto interdetto: è stata una bella scoperta, è davvero una tipa rock venuta a cercare l’amore. Le abbiamo trovato un papabile compagno per la crociera.

Ma non è che le persone partecipano al dating show per farsi vedere?
Questo, col passare degli anni, è il fulcro principale con cui scegliere i concorrenti. Dopo l’escalation di successo del programma le richieste sono aumentate e tanta gente si è presentata per motivi diversi. La difficoltà è cercare il più possibile persone reali, senza di loro il meccanismo non funziona.

Be’, la presenza di una come Sandra Milo, donna di spettacolo navigata, mi fa pensare a una partecipazione che, in qualche modo, faccia parlare di lei, più che una vera ricerca dell’anima gemella…
Sinceramente non ho la confidenza di chiederglielo, ma si è messa in gioco veramente. Si è goduta la crociera in tutto e per tutto, prodiga di consigli per altri concorrenti, anche le ragazze più giovani le chiedevano dritte. Non ha fatto la diva, ecco.

Oltre a lei chi ti piacerebbe avere come concorrente?
Cristiano Malgioglio.

Come mai?
È una persona interessante da raccontare. Per chi fa tv e intrattenimento ci sono alcuni criteri che possono essere più appetibili di altri. Se devo pensare a una versione vip, devono esserci dinamiche più stimolanti.

Flavio Montrucchio. Foto: stampa

La tua immagine è quella di un bravo ragazzo. Lo sei veramente? Non hai ombre?
Sono diventato rock perché sono rimasto talmente indietro negli anni che adesso sono avanti. Prima essere un bravo ragazzo significava essere sfigato, oggi è quasi il contrario, sono una mosca bianca.

Ok, ma le ombre?
Chi non ce li ha, i lati oscuri? Ma fanno parte del privato. Li ho, come tutti, ma non sono scheletri particolari nell’armadio. Mi incazzo, litigo.

Cosa ti fa incazzare?
Sono lunatico, se mi alzo storto è meglio non avere a che fare con me. Se poi vuoi un difetto particolare, ti dico che non mi ricordo nulla. Non ricordo neanche un nome di un ex compagno di scuola, di un insegnante.

A chi devi dire grazie e chi ti ha deluso?
A me. Mi sono deluso e devo dirmi grazie per tante cose fatte. La mia carriera si è incastrata poco con la vita privata. Ho sempre cercato di tenere le cose distinte.

Intendevo a livello professionale.
Non ho una persona fisica. Quando facevo l’attore sostenevo i provini e sai quanti non sono andati bene? Fa parte del percorso di crescita. Sono contento di averli fatti e sono contento che alcuni siano andati male: fossero andati bene, magari avrei preso un’altra strada. Quindi non c’è una persona con cui prendermela, e nemmeno qualcuno da ringraziare.

Il tuo più grande fallimento e quello che ritieni un tuo successo?
Sono contento di aver fatto un incontro casuale col musical e Saverio Marconi: mi fece cantare inaspettatamente una canzone di Grease e mi scelse come protagonista. È stato uno switch importante nella mia crescita umana e professionale. Quindi il grazie dovrei dirlo a lui.

E il fallimento?
Ho virato la professione verso la conduzione perché mi sono reso contro che fare l’attore non mi piaceva più di tanto, è stato riconoscere un fallimento nei confronti di me stesso.

Quando è arrivata questa consapevolezza?
Nel momento di massima esposizione: ero al Teatro Sistina con Sette spose per sette fratelli, al cinema con Una donna per amica di Giovanni Veronesi e in tv con Provaci ancora prof! Il massimo dell’appagamento professionale. Facendo teatro mi rendevo conto che mi mancava quel fuoco sacro rispetto a colleghi che avevano parti minori, prendevano due soldi, mangiavano un panino in due, orientavano la vita per fare quello. Più li vedevo, più pensavo che per me non era così. E quasi mi sentivo immeritevole. Mi sono chiesto se fossi motivato. Poi iniziai a fare Tale & quale show e la luce rossa della tv si è accesa.

Cosa ti piacerebbe fare adesso per il piccolo schermo?
Da tanto tempo ho manifestato l’interesse in un game show. Non è un segreto, forse perché ci sono cresciuto. In realtà la tv propone cose interessanti. Mi piacerebbe anche condurre un reality.

Discovery ti ha proposto qualcosa?
Non abbiamo ancora messo nulla sulla carta.

Altre cose che ti piace fare?
Mettere la penna nei progetti, dal punto di vista creativo, entrare nella parte autorale. Scrivo format, non per forza che dovrei condurre io.

Programmi all’estero che potrebbero piacerti?
Alcuni che in Italia non trovano riscontro, come Family Feud, poi dipende sempre dalla rete di cui si parla. Mi piacerebbe fare uno show musicale perché la musica, da sempre, fa parte delle mie passioni. Tanto è vero che in Primo Appuntamento Crociera ho scritto e interpretato la sigla: me la canto e me la suono.

Come ti definiresti?
Una persona normale che fa un lavoro eccezionale.

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