‘Extravergine’, un’Alice 2.0 nel Paese delle sexy meraviglie | Rolling Stone Italia
Interviste

‘Extravergine’, un’Alice 2.0 nel Paese delle sexy meraviglie

Se girare una comedy in Italia è difficilissimo, una comedy d’autore che parli di sesso al femminile (con musiche fighissime) è merce rara. Ne abbiamo parlato con la regista Roberta Torre

Guarda in camera alla Fleabag e condivide le sue avventure con le amiche come le ragazze di Sex and the City prima e di Girls poi, ma lei è italianissima: si chiama Dafne Amoroso ed è la nuova sex columnist di un giornale online alla moda in una Milano glam e iper sessualizzata. Fino a qui tutto bene, ma non vi abbiamo ancora detto una cosa, anzi, LA COSA: Dafne (interpretata da Lodovica Comello) è vergine, o meglio, Extravergine, ed è la protagonista della serie co-prodotta con Publispei e in onda su FoxLife e Fox dal 9 ottobre, diretta da Roberta Torre: “L’ho definita una sorta di Alice nel Paese delle sexy meraviglie”, spiega la regista. “È proprio quest’idea paradossale che mi ha convinto, perché le potenzialità da esplorare erano infinite. Quella di Dafne non è solo una verginità fisica ma anche dello sguardo, è il punto di vista che ti permettere di fare qualunque cosa senza mai cadere nel luogo comune o nel volgare, ma di rimanere sempre leggeri”. Praticamente Dafne è un’Amélie contemporanea nel favoloso mondo dei vibratori, delle sveltine nei bagni, ma anche degli appuntamenti romantici e dei problemi di coppia (degli altri).

Stella Pecollo, Pilar Fogliati, Melissa Anna Bartolini e Lodovica Comello

Se girare una comedy in Italia è difficilissimo, una comedy d’autore che parli di sesso al femminile (per giunta post MeToo) è merce rara: “Non è stato facile trovare un equilibrio, e ho scoperto che quello che fa ridere le donne sul sesso è diverso da quello che fa ridere gli uomini: ci sono dei non detti che fanno scaturire la risata, una volta che prendi quella piega è semplice. Poi abbiamo lavorato parecchio sull’improvvisazione per evitare la battuta da sitcom, ma è stato abbastanza facile avendo scelto attrici che avevano voglia di mettersi in gioco”. Oltre alla Comello, che ha una bella energia, ci sono Pilar Fogliati, ricca mediorientale impegnata a rinnegare le sue radici per essere riconosciuta come fashion blogger, e Melissa Anna Bartolini, radical chic alla costante e disastrosa ricerca dell’uomo perfetto. Insomma, Fiammetta Cicogna in Made in Italy ha aperto la strada alla fighetteria dirompente e tutta milanese. E poi ci sono la food blogger curvy (Stella Pecollo) in crisi con il compagno (Mario Acampa), food blogger pure lui, il direttore della rivista (Massimo Poggio) piacione per indole ma ossessionato dal MeToo e, ovviamente, il fotografo figo, misterioso e inarrivabile (Stefano Rossi Giordani).

'Riccardo va all'inferno': la regista Roberta Torre. Credit: Paolo Galletta

La regista Roberta Torre. Credit: Paolo Galletta

Extravergine è un mix tra comedy americana, la nostra commedia sofisticata anni ’50-’60 e il musical, con qualche spunto alla Almodóvar: “Volevo rivisitare tutto questo in termini contemporanei: per la redazione di #Audrey ho pensato agli uffici di Mad Men, dove suonano sempre i telefoni… Non sono capace di lavorare sul realismo e sono convinta che in un progetto del genere avrebbe appiattito un po’i caratteri. Quindi ho cercato di dare delle svolte narrative proprio attraverso lo sguardo”.

Come e ancora di più rispetto agli altri lavori di Roberta Torre, da Tano da morire a Riccardo va all’inferno, il linguaggio visivo crea il mood della storia: “Grazie all’ospitalità della Piemonte Film Commission abbiamo avuto la possibilità di ricostruire tantissimi ambienti, è stato come girare in teatri di posa, e questo ci ha permesso di lavorare tanto sulle location, sui colori”. E nella costruzione della drammaturgia il montaggio e la musica sono stati fondamentali: “Ho girato delle sequenze che sapevo avrei dovuto rivedere in sala, per fortuna ho incontrato una narratrice più che una montatrice, Cristina Sardo, con la quale abbiamo riscritto tutto in fase di editing: ogni personaggio ha il suo ritmo, una sua melodia interna”, racconta Roberta.

A scandire il viaggio di Dafne ci sono anche le musiche, che sono in tutto e per tutto narrative: ad esempio, quando la protagonista ha un colpo di fulmine per il fotografo canta un’inaspettata versione big band di Creep dei Radiohead (che potete vedere nella clip in esclusiva in alto), riarrangiata dal musicista emergente Federico Novelli. Tra i brani poi ci sono pezzi di Ghemon, dei Goblin, di Rage. “Ma la vera svolta”, spiega la Torre, “è stata la possibilità di usare brani scelti dal catalogo del Gruppo Editoriale Bixio, che contiene le musiche degli anni d’oro del cinema italiano, parlo di maestri del calibro di Piero Piccioni o Ennio Morricone. Ci sono materiali ricchissimi a livello di sonorità, orchestre straordinarie, arrangiamenti spettacolari. Per me questo archivio è stato una manna dal cielo, perché quando metti una musica di Piccioni su una scena, improvvisamente le dai un valore enorme, qualunque cosa stia succedendo”.