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Eva Robin’s: «Le donne mi vogliono sposare, gli uomini mi vogliono assaggiare»

Il rapporto con Boncompagni e Ricci, la curiosità della Vanoni, il ménage à trois rifiutato con Paolo Villaggio, il “linguino” con Grace Jones e la sua idea dei diritti lgbtq+. L’icona queer si apre a Rolling Stone

Parlare con Eva Robin’s è come essere a colloquio con una creatura che popola i sogni. Ne hai sempre sentito parlare, l’hai vista in tv, al cinema, a teatro, ma quando la senti al telefono o cerchi di concordare la chiacchierata su WhatsApp ti accorgi che è reale. Non è un avatar virtuale, ma è carne, sangue, ossa, sguardi. La voce suadente, con l’inflessione bolognese, fa intravedere i sorrisi e le intonazioni di questa attrice (forse) troppo fagocitata dalla sua sessualità che (molto) spesso ne ha oscurato le doti artistiche. Di cose da dire la Robin’s ne avrebbe a vagonate, ma le centellina e non scuce tutto. Fa intendere – neanche troppo velatamente – di avere tanti assi nella manica, ma non li gioca quasi mai. A lei basta vincerla, la partita. Di cose da dimostrare ormai non ne ha più. Lo dimostra il successo degli spettacoli che porta in scena – tanti con la regia di Andrea Adriatico – come Evǝ, un successo pronto a sbarcare, dal 13 dicembre, anche a New York.

Partiamo da Ballando con le stelle. Era uscita la notizia della tua partecipazione…
È stata una roba di straforo, con Milly Carlucci ci siamo viste, ci siamo piaciute, ma non aveva confermato la mia presenza. Dagospia – in realtà non so come – ha confermato la mia presenza. Da lì si sono accollati gli altri media. Poi la Carlucci mi ha chiamato, si è scusata, ma aveva già risolto la fluidità con Gabriel Garko e Alex Di Giorgio, promettendomi di fare altro. Ma io sono impegnatissima col teatro, avrei dovuto annullare tutte queste date.

Che mi dice dell’affaire Montesano?
Trovo che lui sia un artista che a Ballando ha dato prova di grande qualità. Certo avrei fatto più attenzione alle magliette. Con la mia ignoranza politica non me ne sarei accorto, ma sei fai le prove in un posto dove vieni ripreso… io non metterei una t-shirt con Linda Lovelace, l’allusione sarebbe chiara.

Lei spesso viene accreditata in tanti programmi, ma poi non la vediamo. Che succede?
Avevo fatto l’incontro per il Grande Fratello VIP, ma mi sono resa conto di aver detto qualsiasi cosa, nel mio inconscio, che remava contro una mia possibile partecipazione.

Ah sì?
Sono claustrofobica, non sono un animale di gruppo.

Il GF VIP e Ballando con le stelle non sono stati gli unici programmi in cui veniva data per certa.
Mi successe pure con l’Isola dei famosi, ma poi arrivò un direttore di rete che non voleva ci fossi. Non avendo firmato, si sentirono in diritto di cancellare la mia presenza.

Foto: Nicola Casamassima

Restiamo sul piccolo schermo. Lei ha condotto Primadonna, show preserale di Italia1 diretto da Gianni Boncompagni. Come ci è finita lì?
Era un periodo che arrivava dopo una meravigliosa vacanza a casa del fotografo Roberto Granata, il mio pigmalione. Ci fotografava tutte nude su uno scoglio. Arrivo a Roma e mi propongono di fare un provino per un programma di Boncompagni.

Ci andò, ovviamente.
Mi presento e vedo una fila di stragnocche di una bellezza unica. Mi fanno passare davanti a ‘sti fiorellini nel massimo della freschezza ed esco col contratto firmato.

E poi?
Gianni era un geniaccio. Ma poi il programma fu rimandato di sei mesi, c’era stato un gran battage pubblicitario del tipo è un uomo-donna, è una donna-uomo, è un uomo con le tette, è una donna col fallo… A un certo punto ho perso il sonno e la salute e sono arrivata allo stremo alla puntata iniziale, che è stata deludente.

Motivo?
Avevano costruito un mostro mediatico armato di un pisello ultra nucleare, non lo so neanche io. Così, quando mi sono presentata un po’ borghese, alla maniera familiare delle 19:30, è stata una delusione pazzesca. In più non sono stata collaborativa: dopo 20 giorni di diretta, dissi che non avrei firmato il contratto di proseguimento. E sai a chi lo confessai?

A chi?
Ad Andrea Adriatico, che, all’epoca, era giornalista dell’Unità. Quell’intervista decretò la fine del contratto con Mediaset e l’inizio del lavoro con lui: recitai nella Voce umana di Cocteau al Festival di Sant’Arcangelo di Romagna. Lì mi vide Alessandro Benvenuti, che mi scelse per Belle al bar. Così ricominciai a risalire…

Risalire?
Avevo quest’onta di fallimento addosso per Primadonna che fu, per me, un disastro.

Boncompagni che tipo era?
Se non gli davi quello che pensava di aver trovato, a un certo punto si disinnamorava, si staccava completamente da te, tipico atteggiamento del Toro. Aveva una sorta di disinteresse.

E come faceva in studio?
Parlavo solo con Irene Ghergo, che poi ho rivisto da Chiambretti per La Repubblica delle donne e al provino per il GF VIP. Quando mi domandavano come andasse con Gianni, rispondevo “Mi manca molto”, anche se il rapporto era quotidiano.

Lei ha lavorato anche con un altro grande della televisione: Antonio Ricci.
Adesso non sperimenta più, ma con lui ho fatto la tv innovativa, Lupo solitario e L’araba fenice, che nasceva dalle ceneri di Matrioska, che fu censurato: c’era lo Scrondo che si fotteva Enza Sampò, Moana, i cori dei ragazzi di Comunione e Liberazione. Io strappavo i libri di importanti autori. Era una televisione che non c’è più a causa del politically correct. Ora bisogna stare attenti a che argomento si pesta, altrimenti si è subito contestati sui social.

Com’era Ricci?
Come l’Innominato dei Promessi sposi: lo vedevi poco, sapevi che era in regia ma avevi poco rapporto umano. Si faceva vivo solo quando c’era da supportare, quando pensavo di non farcela. Per il resto era un nome che stava in regia e ci guardava dall’alto.

È stata mai delusa da qualcuno in tv?
Una persona che potrebbe deludermi è Marzullo, ma non mi ha mai chiamato.

Come mai pensa che la deluderebbe?
Per la fretta di fare la domanda successiva, senza aspettare la tua risposta.

E tra chi ha conosciuto, senza pensare alle ipotesi, qualcuno l’ha delusa?
No, devo dire che non sono una persona che porta risentimento. Mi è andata grassa, credimi, sia nella vita privata che in quella professionale. E mi tocco i testicoli, visto che ci sono (ride, nda).

Qualcuno che l’ha colpita?
Eleonora Daniele l’ho trovata una persona molto dolce nei miei confronti, molto affettuosa.

Torniamo al GF VIP. La comunità arcobaleno come ne è uscita quest’anno, secondo lei?
Se tu vai in questi contenitori, devi mettere in conto di essere tra le sabbie mobili e prima o poi affondi. Quando faccio un’intervista prego e cerco di essere il più digiuna possibile, perché le sinapsi sono un po’ lente dopo aver mangiato. Per un’intervista di 20 minuti puoi farcela, ma più tempo si sta nella Casa e più si rischia: la merda prima o poi la pesti.

Quindi ha mangiato poco per questa intervista.
Pochissimo.

Cosa ne pensa dell’evoluzione della comunità lgbtq+ in tv?
Con questa forma di accettazione e liberazione del settore fluido si corre il rischio di essere un attimino antipatici.

Perché dice questo?
Sottolineiamo troppo il pelo nell’uovo delle cose che non ci vanno bene. E questo può essere controproducente. Va bene rivendicare i diritti, ma ne abbiamo già avuti abbastanza, no?

Lei dice?
Succedono ancora molte ingiustizie e cose brutte, però a livello mediatico faccio un esempio.

Prego.
Dopo la mia ospitata a Belve, molte persone si sono risentite di qualche risposta troppo libera che ho dato. Ma quella è una mia esperienza: io metto i miei genitali molto in vista, in maniera spensierata. A un certo punto un mio amico mi ha mandato una serie di opinioni e riflessioni sulla mia partecipazione al programma che potevano essere contrastanti rispetto al mio senso di libertà. Quando la Fagnani mi ha chiesto se non mi fossi operata, ho risposto che avevo orifizi a sufficienza. Una risposta che non tutte possono condividere.

Foto: Nicola Casamassima

Lei ha molta ironia, vero?
Mi sostiene tantissimo, la faccio su me stessa e su persone che non sempre la prendono bene. Per questo in un reality mi butterebbero fuori subito: sono sarcastica e non sempre è un aspetto accettato.

Dopo la sua partecipazione a Belve si è parlato molto anche di una proposta di ménage à trois con Paolo Villaggio e la moglie.
Mi hanno inseguita nella notte dopo che lui mi aveva testata a una festa a casa sua. Era un grande intellettuale, con una testa immensa e dei gran begli attributi. Ma il ménage à trois non c’è mai stato.

Oltre a Villaggio chi l’ha testata?
La lista è lunga, ma la riservo per le mie memorie, quando non sarò più appetibile.

Si vociferava anche di un flirt con Grace Jones.
Con lei c’è stato un “linguino”. Anche Florinda Bolkan mi chiese, durante un party, se potevo mostrarglielo. La stessa Ornella Vanoni mi disse: “Dai, fammi vedere ‘sto cazzo”.

Ah, proprio così?
Sì, eravamo in vacanza insieme. E dopo tre giorni, visto che dividevamo la camera, mi ha chiesto di vederlo.

Con Grace Jones, invece, come andò?
Per un periodo frequentava l’Italia, soprattutto Bologna, e col Principe Maurice, che era amico intimo, ci siamo frequentate. Ci sono stati anche un paio di fidanzati che le ho prestato, a Grace. In quella fase dell’età avevo buon gusto, adesso mi piacciono più guasti, gli uomini. Prima erano appetibili.

Ma il flirt come nacque?
Uscivamo spesso. Una sera in un locale, visto che avevo registrato la canzone La rosa, dovevo presentare il brano. Lei, tutta vestita Issey Miyake, plissettata, con dei pantaloni in testa che sembrava un coniglio, è salita in zona regia, ha strappato il segui-persone e mi faceva le luci. Poi durante la frequentazione andammo al ristorante, bevi qui, bevi là, e abbiamo fatto un linguino, solo petting. Non abbiamo approfondito.

Altre star che ha frequentato?
Con Tony Curtis abbiamo passato due bellissimi giorni a Taormina. E poi con Elliott Gould abbiamo lavorato insieme nel film Gioco al massacro di Damiano Damiani. Un giorno, mentre prendevo il sole a Capri, si sporse dalla finestra, mi vide nuda e mi chiese se sarei stata così anche nella pellicola. Gli dissi che ci sarebbe stata una scena in doccia e lui rispose che quella scena sarebbe valsa il prezzo del biglietto.

Ma questi non sono flirt, giusto?
No, sono aneddoti. Le cose hot le lascio per le mie memorie.

Arriviamo a due personalità importanti per il teatro e il cinema: Andrea Adriatico e Alessandro Benvenuti.
Adriatico mi lanciava sfide. Ogni tanto lo abbandonavo dicendogli che doveva trovare la sua attrice in un circo. Andrea mi ha salvato dalla catastrofe pubblica.

E Benvenuti?
Ci ho fatto due film. In uno, I miei più cari amici, facevo una pornostar che stava con Alessandro Gassmann: uno bellissimo, ma purtroppo non ho potuto curiosare. E poi la troppa bellezza mi mette in soggezione. Preferisco essere io la bella.

Prima, però, c’era stato Belle al bar, che la rilanciò.
Lo scenografo è venuto addirittura a casa mia perché si potesse ispirare. Io ho le vetrate col piombo – essendo stata allevata da suore e preti – che ricordano le chiese. Questo perché da ragazzino facevo da soggetto ai frati per le immagini che avrebbero dovuto costruire col piombo nelle cattedrali. E poi ha attinto da aneddoti, battute. Per cui il successo di Belle al bar è dovuto un po’ a un insieme di verità, non era solo un personaggio appiccicato.

Come mai la scelse?
Lui non era indirizzato nei miei confronti. Ero già popolare e avevo subìto anche un po’ di infangamento. Mi vide al Festival di Sant’Arcangelo di Romagna: per curiosità venne a vedere La voce umana, rimase colpito, mi fece un provino sul set di Maniaci sentimentali e andò bene.

Lo ha più rivisto?
Lo incontrai a Chiusi. Io ero lì per La locandiera di Goldoni, lui stava lì col suo gruppo musicale. Non lo sentii più dopo i due film che girammo.

Successe qualcosa?
Sul set dei Miei più cari amici, a Palazzo Odescalchi, c’erano diversi attori come Athina Cenci, con la quale avevo un rapporto bellissimo, molto più bello di quello con Alessandro. In quel castello, in cui siamo stati due mesi, c’è stata un’epidemia di pidocchi ed eravamo tutti un po’ nervosetti per il prurito. Probabilmente qualche battuta di troppo ha lesionato i nostri rapporti e, dopo quell’episodio, Alessandro si è disinnamorato. Ma questa è una mia supposizione. So solo che ci grattavamo tutti molto (ride, nda).

Arriviamo a Eve di Jo Clifford, per la regia di Andrea Adriatico, che andrà addirittura a New York.
Uno spettacolo che dovrebbe essere portato nelle scuole, un’esplorazione della parte fluida che doveva esserci nell’identità di Dio quando ha creato uomo e donna, ma si è dimenticato di noi. Siamo in scena, con gabbie metaforiche, come fossimo sotto osservazione perché siamo nature da cui avvedersi. Portiamo queste parole che possono essere contrastanti nella lettura biblica.

Non ha mai provato a sfondare all’estero? L’avrei vista bene in un film di Almódovar.
Con lui ho passato una bellissima serata, a Roma, quando presentava Carne trémula. Aveva una comunicativa incredibile: è davvero irresistibile.

Ok, ma il salto a livello internazionale l’ha mai tentato?
Avevo iniziato a studiare inglese molto bene. Stavo per frequentare un corso a San Diego e impossessarmi, finalmente, della lingua inglese, quando mi ha chiamata Boncompagni. Ora parlo l’inglese come i pakistani.

Visto che ha inciso un paio di canzoni, lei che musica ascolta?
Laurie Anderson, Patti Smith, i Portishead… ma non ascolto molta musica. Preferisco tenere la tv accesa, anche muta. La musica la uso come sottofondo per i furori sessuali che consumo sul parquet.

Sul parquet?
I furori sul parquet, gli amori sul letto.

Foto: Nicola Casamassima

A proposito di amori: ma lei non doveva sposarsi con una donna?
Per due volte sono sfuggita. Chissà perché le donne mi vogliono sposare e gli uomini mi vogliono assaggiare… mah.

Ma poi le donne non l’hanno sposata…
Non ho voluto io.

Perché?
Ho voluto preservare la reputazione di questa donna, parlo dell’ultima, la più vicina al passo del matrimonio. Ho voluto risparmiarle un’onta mediatica, visto che è di buona famiglia, un po’ borghese. E parlo della famiglia, non di lei. Poi sarei dovuta andare dalla d’Urso o da chi mi offriva di più. La cosa avrebbe fatto molto clamore.

Ne è così convinta?
Le unioni civili non erano ancora state approvate. Ho preferito risparmiarle questi dispiaceri. E poi perché sposare qualcuno quando puoi rimanergli amico?

Ora è single?
Adesso sono multipla, sì.

Visto che preferisce la tv, che cosa guarda?
Guardo Blob e Tale e Quale Show, che adoro. E poi quello che passa su Rai Premium, Rai Movie, Rai 4.

A Tale e Quale Show chi le è piaciuto?
Alessandra Mussolini l’ho trovata fantastica. Antonino è bravissimo, anche Gilles Rocca.

Che mi dice della Mussolini?
Quando facevo da assistente a Roberto Granato l’ho incontrata dalla nonna Romilda, la mamma di Sophia e di Maria Scicolone. Alessandra faceva ancora l’attrice. Mi ricordo che ero nella casa presa con i primi soldi dei suoi film. Romilda mi fece fare un giro dell’abitazione, mi fece vedere le ciglia finte di Sophia, la camera dove dormiva Sophia e la celletta in cui si era relegata con un lettino e un’enorme foto della Loren, dove c’era la testata del letto, in cui piangeva nel film La contessa di Hong Kong. Sembrava una Madonna piangente.

Ha visto che le idee della Mussolini sulla comunità lgbtq+ sono molto differenti rispetto al passato?
Solo i cretini non cambiano idea.

Che mi dice della politica?
Stendiamo un velo pietoso, sono digiuna di tutto. C’è qualcuno appetibile che porterei dietro un cespuglio.

Tipo?
Il cespuglio nasconde anche il politico.

Oggi come si vede?
Una creatura che ama cambiare pelle in continuazione. E che non è più il bambino che voleva crescere, come dichiarai a Enzo Biagi. Oggi è una che strizza l’occhio al fatto di avercela quasi fatta.

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