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Colpa delle ‘Nuvole’, la ballata di Zach Sobiech contro la malattia

La storia del ragazzo che ha scritto una canzone in vetta alle classifiche USA nel 2013, poco prima di perdere la sua battaglia contro il cancro, è diventata un film che arriva oggi su Disney+. Abbiamo intervistato il cast

Foto: Disney+

Tutte le storie meritano di essere raccontate, ma alcune più di altre. Ecco, quella di Zach Sobiech è una di quelle storie. C’è di mezzo un terribile cancro alle ossa, ma pure un brano, Clouds, che negli USA ha conquistato le radio e scalato le classifiche nel 2013, arrivando a contare – oggi – più di 14 milioni di visualizzazioni su YouTube. Quel brano dà il titolo a Nuvole (dal 16 ottobre su Disney+), opera seconda di Justin Baldoni, che di fare un film sulla sua storia l’aveva promesso a Zach.

«L’ho conosciuto mentre stavo girando My Last Days (docu-serie su persone che vivono con una malattia terminale, nda), e già allora insieme a lui e a sua madre pensavamo a modi per continuare a parlare della sua vicenda. Voleva fare di più», spiega Baldoni. «Appena prima che morisse ero in videochiamata con lui e la sua ragazza Amy: gli ho promesso che avrei fatto tutto il possibile per parlare della sua storia e assicurarmi che la sua musica, il suo messaggio e ovviamente lo Zach Sobiech Osteosarcoma Fund fossero conosciuti da più persone possibili in tutto il mondo per raccogliere fondi e combattere il cancro infantile».

Sobiech aveva solo 14 anni quando gli è stato diagnosticato un osteosarcoma, per il quale si è sottoposto a innumerevoli interventi chirurgici e cicli di chemioterapia. Nel film ci viene presentato già 17enne che convive con la malattia, grazie anche a un senso dell’umorismo non comune e un naturale talento per la musica. ancora ottimista sul fatto che l’ultimo trattamento gli abbia assicurato un futuro: il college, una partnership musicale con la sua migliore amica Sammy (con cui ha fondato la band A Firm Handshake) e l’amore con la compagna di classe Amy. Ma quando riceve la notizia che il cancro si è diffuso ai polmoni, lui e Sammy decidono di trascorrere il tempo limitato che gli rimane inseguendo i loro sogni: ottengono un contratto discografico. E, nel dicembre del 2012, pochi mesi prima della sua morte avvenuta il 20 maggio 2013, Zach, che in Nuvole ha il volto del musicista e attore Fin Argus, scrive Clouds per salutare, a modo suo, la vita: «Lui diceva: “You don’t have to find out you’re dying to start living” (Non devi aspettare di scoprire che stai morendo per iniziare a vivere). Ed è qualcosa che ho interiorizzato», racconta Argus. «L’aver passato tre mesi nella mente di Zach cercando di capire esattamente cosa provava, mi ha aiutato ad avere una prospettiva positiva sulla perdita e sul dolore, che è diventato qualcosa di inestimabile per me nella vita. Mi concentro sulle piccole cose. Lui parlava di questo: tenere una porta aperta per qualcuno, sorridere a uno sconosciuto o abbracciare a tua madre quando meno se lo aspetta, questi gesti fanno tutta la differenza del mondo». E la connessione di Fin con Zach è stata anche musicale: «Justin voleva inserire un brano a un certo punto e parlavamo dell’eventualità di usare alcuni dei vecchi scritti di Zach che non si sono mai diventati canzoni». Argus stava cercando di trovare una melodia: «Ho iniziato a guardare nel diario che sua madre Laura mi ha gentilmente fatto leggere, ho preso qualcuno di quei testi e alcune frasi da lettere che aveva scritto ad Amy, che si sono trasformati in questa canzone d’amore inedita, scritta da Zach per Amy. È un po’ sua e un po’ mia, ma lo spirito è tutto di Zach. Oggi mi ritrovo persino ad appoggiarmi al suo stile quando scrivo la mia musica».

E più o meno lo stesso è accaduto a Sabrina Carpenter, che interpreta l’amica Sammy: «Lei e Zach erano così giovani quando hanno scritto l’album Fix Me Up, ma quei testi sono così poetici. La scorsa settimana suonavo il piano, filmavo e scrivevo pezzi o cover che poi manderò a Sammy per chiederle che ne pensa. E lei è davvero onesta nel darmi il suo feedback: la stimo moltissimo, ha un orecchio pazzesco, ama la musica ed è un’ottima cantautrice. Ha ispirato tantissimo la nostra performance nel film: il cuore che hanno messo nelle loro canzoni e la connessione tra loro due crea un legame davvero speciale». Per Sabrina c’è stato un prima e un dopo Nuvole: «È davvero una storia che risuona, che rimane con te per molto tempo: l’importanza della gratitudine, l’apprezzare ogni momento. C’è un montaggio alla fine di cui non sapevo nulla che mi ha commosso in maniera totale, non ero pronta ad affrontare le mie emozioni in quel modo. La loro storia mi è entrata dentro, mi fa venire i brividi solo pensare a come una persona abbia potuto scrivere una canzone che ha trasceso il tempo e risollevato così tanta gente. Noi ora siamo qui per essere il simbolo di questo».

Foto: Disney+

Il film è ispirato a Fly a Little Higher: How God Answered a Mom’s Small Prayer in a Big Way, il memoir della madre di Zach, Laura: «Ha preso tutto il suo dolore e lo ha trasformato in arte. È stato terapeutico per lei, ed è stato proprio allora che l’ho ricontattata: “Cosa ne pensi di passare livello successivo?”. Parliamo di circa sei anni fa. È stato davvero un viaggio», ricorda il regista Baldoni. Che ha scelto Neve Campbell per impersonarla: «Avevo letto il libro di Laura prima di incontrarla, in realtà l’ho finito la sera prima. Ero a letto con mio marito, e ho iniziato a urlare: “Stai bene?”, mi ha chiesto lui. E io ho pensato: “Sì, sto bene. È solo che è una donna così incredibile e coraggiosa”. La sua prospettiva, la sua forza mi hanno sbalordito, ha gestito tutto con una grazia inimmaginabile. Poi l’ho conosciuta ed è stato bellissimo, siamo diventate amiche, abbiamo un’energia molto simile e ci tenevo a onorare la sua famiglia nel miglior modo possibile».

Lo stesso desiderio che ha mosso Justin Baldoni (Rafael nella serie Jane The Virgin), dopo il suo film di debutto A un metro da te, che raccontava la struggente love story tra due ragazzi affetti da fibrosi cistica: «I miei film sono stati ispirati da persone reali: il primo da Claire Wineland, e questo ovviamente da Zach. E il bello di Zach è che era il migliore di noi, la sua famiglia rappresenta il meglio di ciò che è essere umani. E gli attori sono qui perché vogliono usare se stessi per influenzare il mondo in modo positivo e per aiutare le persone. Voglio raccontare storie che tocchino il cuore, c’è così tanta oscurità nel mondo e voglio solo ricordare quanto bene esiste e quanto potenziale ha ognuno di noi. Ogni giorno abbiamo una scelta. Possiamo scegliere l’amore. Possiamo scegliere la gioia. Possiamo scegliere la felicità. Ne abbiamo bisogno, ora più che mai».

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