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‘Citizen K’, l’oligarca pentito che combatte la corruzione in Russia


Alex Gibney, regista del documentario fuori concorso a Venezia 76, racconta la redenzione di Mikhail Khodorkovsky e perché Putin potrebbe essere meno potente di quanto sembra

Mikhail Khodorkovsky era uno degli uomini più ricchi di tutta la Russia. Poi, nel 2003, viene condannato a dieci anni di carcere per evasione fiscale. Rinchiuso in Siberia, però, Khodorkovsky si trasforma in un dissidente politico, un nemico del governo. Citizen K, la nuova pellicola di Alex Gibney fuori concorso alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia, racconta la sua storia.

Il film arriva in un momento in cui la Russia di Putin spaventa tutto il mondo – e ne influenza le sorti politiche interferendo nel dibattito pubblico tramite i social media –, e racconta sia la fine dell’Unione Sovietica che la nascita di un nuovo sistema politico ed economico. Al centro c’è Khodorkosky, la sua redenzione e il suo perenne sorriso, una caratteristica che al Lido ha ricordato un altro personaggio, il Joker di Joaquin Phoenix.

In realtà, spiega Gibney, le storie dell’oligarca e della nemesi di Batman hanno traiettorie esattamente opposte. «Khodorkovsky si è trasformato da cattivo in eroe. Io credo nel suo cambiamento, alla fine non è mai stato un oligarca classico, uno di quelli tutti donne e Ferrari».

Uscito di prigione, l’ormai ex-oligarca decide di dedicare la sua vita a combattere la corruzione e aiutare il giornalismo investigativo. Ora non può più tornare in Russia, dove è accusato di omicidio. «Quando si è ritrovato in prigione è profondamente cambiato», dice Gibney. «Si è reso conto che di tutto il potere che aveva gli era rimasta solo la possibilità di togliersi la vita. È strano quando un oligarca ti dice: all’improvviso ho capito che la vita non significa avere, ma essere. Non lo sentiresti mai dire a Trump!». Potete vedere la video intervista in cima all’articolo.

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