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Christopher Walken: «Gli attori non vanno in pensione»

Conversazione col mito del cinema che, a 81 anni, interpreta l’imperatore di ‘Dune , Parte due’. Il romanzo di Herbert, la carriera, Joe Biden, la canzone che parla di lui, ‘Pulp Fiction’. E quei due topolini…

Foto: Warner Bros.

Come in Star Wars, anche in Dune c’è un imperatore interplanetario e, come per la maggior parte dei tratti in comune ai due universi, probabilmente non si tratta di una coincidenza, vista l’influenza fin troppo evidente dei romanzi di Frank Herbert su George Lucas. Ma in Dune – Parte due di Denis Villeneuve, invece del Palpatine di Ian McDiarmid che esige “potere illimitato”, troviamo un Christopher Walken incredibilmente sobrio nei panni dello crepuscolare sovrano dell’universo che ben conosciamo, con l’aria abbattuta da anni di governo e un’aria non dissimile da quella di Mitch McConnel (il senatore, membro dei Repubblicani, più longevo nella storia degli Stati Uniti d’America, ndt) durante la sua recente conferenza stampa di addio. Walken ha parlato al telefono con Rolling Stone della sua avventura interstellare e di molto altro.

Per interpretare l’imperatore intergalattico di questa “extravaganza” fantascientifica ha scelto un approccio incredibilmente low-key, non tipico di questo genere. Ci spiega il perché di questa scelta?
Quando ero giovane, dovevo interpretare un re in un film e un attore più anziano mi disse: “Non preoccuparti, lascia che il regista dica a tutti di trattarti come un re e poi non dovrai fare molto”. Anche stavolta ho contato su questo, su tutto cioè che il personaggio di un imperatore si porta automaticamente dietro. Se la gente dice che sei il capo, lo diventi. Ricordo anche che anni fa ero in Giappone per un tour stampa, e l’imperatore era in televisione a fare un discorso. Era vestito benissimo e, nonostante fosse di fronte a una folla enorme, parlava così piano che bisognava prestare molta attenzione. E io ho pensato: “Be’, se sei l’imperatore non devi parlare troppo forte”. Suppongo di essermi ispirato a questo.

Ho sentito che è rimasto impressionato e forse un po’ preoccupato, davanti alla scena di lotta tra Austin Butler e Timothée Chalamet.
È stata molto intensa! Hanno fatto delle prove e sono subito entrati nel vivo dell’azione. Avevano dei coltelli ed era tutto estremamente coreografato, ma anche un po’ spaventoso da guardare. Soprattutto perché poi [il regista] diceva: “Ok, rifatelo”. Hanno ripetuto quella scena molte volte, e sempre in modo eccellente.

Dune esiste come romanzo di culto fin dagli anni ’60. E il film di David Lynch è uscito negli anni ’80. Le è piaciuto?
Sì, mi è piaciuto molto. E prima ancora ricordo di aver comprato il libro, che era molto, molto diverso.

Il primo libro è noto per essere estremamente denso di cose: quando l’ho preso in mano per la prima volta da adolescente, ho rinunciato dopo circa 10 pagine.
È un libro bello grosso.

L’ha poi finito?
Non credo, ho preferito vedere il film.

Non che debba succedere, ma pensa di andare in pensione o vuole continuare a lavorare?
Qualcuno mi ha detto che gli attori non vanno in pensione: vengono mandati in pensione. Quindi credo che un giorno il telefono smetterà di squillare, e allora sarà finita.

Sta ancora girando la prossima stagione di Scissione? Lei e John Turturro eravate così bravi insieme nella prima.
No, credo di aver finito il mio lavoro su Scissione. Dovevo girare un certo numero di episodi con John e li abbiamo terminato la scorsa primavera. Poi si è messo di mezzo sciopero degli attori e abbiamo dovuto accorciare alcune sequenze. Ma per quanto ne so, la mia parte è finita.

Sarà all’altezza della prima stagione?
Non lo so… non l’ho ancora vista.

Ha interpretato l’imperatore di Dune e ha appena compiuto 81 anni: questo la fa sentire diverso rispetto a chi sostiene che Biden sia troppo vecchio per essere presidente a quell’età?
Sento che si parla molto [dell’età di Biden], e penso che ho gli stessi anni di quel… ragazzo. Penso che Biden sia fantastico e spero che possa continuare il suo lavoro. Penso che stia bene e sia in grado.

Sarebbe un peccato per lei non condurre il Saturday Night Live almeno un’altra volta. È una cosa che le piacerebbe fare ancora?
Lo scorso Halloween ho fatto una specie di cameo. Ma non so se condurre ancora lo show sia un’idea. Bisogna che me lo chiedano.

Quindi, se glielo chiedono, lo farà.
Sì, credo di sì.

C’è una bellissima canzone dei Fountains of Wayne, Hackensack, che parla di lei. La conosce?
No.

L’idea è che il narratore pensi che la sua vecchia compagna di scuola è famosa perché la vede in Tv accanto a lei. Il verso recita: “Ti ho visto parlare con Christopher Walken sullo schermo della mia Tv”.
Dove posso trovarla?

Sicuramente su YouTube. Ha ancora qualche desiderio? C’è qualcosa che non ha fatto e che le piacerebbe fare?
Ho interpretato e continuo a interpretare un sacco di tipi strani. Mi piacerebbe interpretare un personaggio ordinario, un cittadino modello, un tipo molto normale. Magari un medico.

Molte sue battute mi sono rimaste impresse nella mente. Quando nella Zona morta ha detto “il ghiaccio si romperà”, si è sentito speciale?
Cose del genere sono sempre una sorpresa, ma fanno parte della scena che stai interpretando. Si fa qualcosa e si scopre che è notevole. Ma in quel momento no, di sicuro non l’ho pensato. Succede una volta ogni tanto. È quasi un incidente.

Ma deve riempirla d’orgoglio sapere che molte scene come questa, fra quelle che ha interpretato, vivranno per sempre.
Grazie. Ce ne sono un paio, sì. Mi capita spesso [che mi citino] la scena dell’orologio in Pulp Fiction.

Oh, sì, ce ne sono tantissime. Io ho un debole per il monologo che inizia con “Due topolini caddero in un secchio pieno di panna” in Prova a prendermi.
Ah, giusto! I due topolini…

Da Rolling Stone US

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