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Carolina Crescentini: «Io gli hater li attacco al muro»

Non ama sembrare contorta, spigolosa o aggressiva, e non c'è domanda che possa metterla davvero in difficoltà. Abbiamo intervistato la protagonista di 'A casa tutti bene' e 'Sconnessi'.

Foto 01 Distribution

Carolina Crescentini è un’attrice parlante, di quelle (rare) che non amano apparire contorte, spigolose, sulla difensiva. Non c’è una domanda (pure se scema) che non le vada a genio e se capisci che non ha voglia di rispondere è sufficientemente ironica e paracula per uscirne con leggiadra disinvoltura. In questo momento è al cinema con ben due film: A casa tutti bene di Gabriele Muccino e Sconnessi di Christian Marazziti.

Cosa ne pensi della recente polemica femminista sul vestito di Jennifer Lawrence?
L’ho trovata una polemica inutile. Quando noi donne vediamo un vestito che ci piace non c’è freddo che ci fermi. E comunque sono 5 minuti di scatti, poi ti infili un cappotto, non è una tragedia.

Quindi anche tu soffri per essere figa.
E certo.

La volta in cui hai sofferto di più.
Ero a un festival a Roma per la prima de L’industriale e il clima si avvicinava a quello dell’era glaciale. Indossavo un vestito lieve, leggero e ho fatto questo photocall in cui mi uscivano le lacrime dal freddo, tant’è che alla fine non ero manco figa.

Nel film Sconnessi il tema principale è la dipendenza da social. Tu da cosa dipendi?
Dalle sigarette, sai da quando dico “smetto”? Ci ero riuscita per due mesi, ma poi è bastata un’incazzatura e ho ripreso.

Per cosa ti eri incazzata?
Ho saputo una cosa e sono impazzita.

Una cosa che riguardava l’amore?
E certo.

L’amore fa male.
L’amore fa fumare.

E con i social che rapporto hai?
Un rapporto credo sano di condivisione e cazzeggio. E poi ho molti amici che vivono all’estero, vedere la loro vita quotidiana su fb me li fa sentire più vicini.

Hai molti hater?
Uh, tantissimi.

Quali sono i loro argomenti preferiti?
Beh, le occhiaie sono sempre le grandi protagoniste.

Ancora?
Sì, fanno dei fotomontaggi in cui io ho delle Louis Vuitton appese agli occhi.

Che problemi ha questa gente secondo te?
Non ha problemi, ha un sacco di tempo. E un grosso vuoto da riempire.

Non rispondi mai?
Sì, non è che siccome sono un personaggio pubblico debba essere superiore a tutti i costi. Se alcuni mi dicessero quello che mi scrivono per strada, io li attaccherei al muro, quindi non vedo perché dovrei far finta di nulla.

Sgarbi dice “Io sono democratico, dico stronzo a tutti”. Sei democratica anche tu?
Sì, molto. Senza dare dello stronzo a chiunque.

Hai detto che il tuo voto non è un voto per qualcuno ma contro qualcuno. Che ti ha fatto quel qualcuno?
Quel qualcuno mi fa paura. Sento dei toni carichi di odio, di intolleranza e non ci si può nascondere dietro al malcontento del paese.

Voterai contro una certa destra dunque.
Contro Salvini sicuramente. E contro chi la pensa come lui.

Chi ti conosce dice che nel privato sei un po’ punkabbestia.
Diciamo che sono un po’ disordinata, ma nel mio disordine mi muovo benissimo. Ho un disordine metodico, faccio la valigia in 5 minuti.

Sei stata multata perché mangiavi un supplì, lo hai raccontato tu su twitter. L’hai pagata la multa?
Per forza, ho scoperto che anche una mano impegnata per mangiare un supplì è un’infrazione.

Ma sul verbale c’era proprio scritto che stavi mangiando un supplì?
Certo. Resta il fatto che il supplì era buonissimo e che per quelli della rosticceria ormai sono lo zimbello preferito.

Ti sei fidanzata da poco con un cantante. L’ennesimo cantante nella tua vita…(lui è Francesco Motta, vincitore della Targa Tenco 2016, n.d.r.)
Senti, io non lo so perché finisco così spesso per avere storie con persone legate alla musica, ma è anche vero che conosco persone che si innamorano sempre di attori.

Mettiamola così allora: perché non ti sei mai innamorata di un attore?
Questo lo so. A 20 anni, quando facevo la scuola di teatro, mi innamorai di un attore. Dopo quella storia mi dissi “No grazie, mai più!”. C’è sempre un misto di competizione ed ego, negli attori, che non fa per me.

Sei attrice pure tu, quindi pure tu sei un misto di competizione ed ego?
Di ego sì, ma la competizione non mi appartiene. Io sono per la squadra.

So che ti arrabbi quando ti dicono che è ora di fare figli.
Sì, mi arrabbio, non accetto l’idea di dover fare un figlio a tutti i costi perché me lo chiedono la società o l’età, visto che ho scavalcato i 30. Io faccio un figlio se incontro una persona con cui credo che avrò voglia di stare tutta la vita.

Quindi l’idea di ritrovarti anziana e gattara non ti spaventa.
Gattara no, sono più canara. Poi ho un sacco di nipotini.

Il film in cui sei stata più brava.
Secondo me L’industriale perché ero diretta da Montaldo che è un uomo speciale e perché avevo un personaggio pieno di sfaccettature in cui mi sono immersa totalmente.

Quello in cui sei stata meno brava?
Di film in cui mi sono detta “Cagna maledetta” non ne ricordo ma sono stata una cagna disarmante in alcuni spettacoli teatrali quando facevo ancora il centro sperimentale.

Il ruolo che ti è sfuggito e per cui ti brucia ancora.
Quello ne L’amico di famiglia di Sorrentino. Andò alla Chiatti.

Sorrentino scelse bene?
Laura ha fatto la sua proposta attoriale, meno emotiva, più asciutta di quella che avevo fatto io. E comunque io ero al secondo anno del centro sperimentale, forse non ero pronta per affrontare un ruolo così importante.

Hai detto che essere donna è un lavoro.
Sì, io sono una donna maschio nel senso che sono accomodante, femminile e protettiva ma ho un temperamento e il senso pratico del maschio. Essere donne ed essere rispettate nella quotidianità è complesso, ma io sono una tosta.

Sei anche una delle poche attrici che parla molto nelle interviste, perfino di politica.
Me lo dicono sempre che non devo parlare di politica, ma come fai a non parlare di politica mentre vivi nella società e ti mescoli a quello che accade? E’ un momento storico in cui sento la paura intorno a me, non posso tacere.

Lasciamoci così. L’ultimo messaggio su whatsapp mandato al tuo fidanzato qual è?
“Hai chiuso il gas?”. Perché mi scordo, alle volte chiedo al tassista di riportarmi a casa per controllare.

Che romanticismo.
Ma io sono un po così, lo sono sempre stata. Dicevamo gattara? Ecco, un po’ vecchia dentro.

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