Quando Baz Luhrmann annunciò chi sarebbe stato il suo Elvis, i più si fecero una domanda: ma chi cazzo è Austin Butler? A dirla tutta anche legittima, perché a meno che non foste uno dei ventotto appassionati spettatori di The Carrie Diaries, diciamo che era difficile averlo presente. Ma se anche Quentin Tarantino ci aveva trovato qualcosa, scegliendolo per interpretare Tex Watson, uno degli assassini della setta di Charles Manson, evidentemente il ragazzo doveva avere delle qualità. E in effetti, così è.
«L’ultima volta che ci siamo incontrati avevi in mano un BAFTA», gli dico prima di cominciare la nostra intervista per Una scomoda circostanza – Caught Stealing, commedia nerissima diretta da Darren Aronofski e tratta dal romanzo omonimo di Charlie Huston. «Fu una gran serata quella», ricorda sorridente Austin, e se l’era meritato tutto, perché il suo Elvis resta scolpito nella memoria. E anche Hank Thompson, barista di New York e stella mancata del baseball, vi accompagnerà per un bel po’. Perché Austin Butler è un attore come li facevano una volta, bello, bravo, che si butta nella parte con tutto sé stesso, come quelli che negli anni Cinquanta uscivano dall’Actor’s Studio.
E anche se Laura Dern, sua madre spirituale, gli ha detto di preoccuparsi un po’ meno e di godersi di più la vita, questo ragazzo nato in California, di origini finlandese, non può nascondere il suo talento. Proviamo a fare un gioco. Immaginatelo nei panni di un giocatore di biliardo nelle fumose bische newyorkesi di tanti anni fa. Nei panni di un selvaggio motociclista lo abbiamo già visto nel sottovalutato The Bikeriders, e Caught Stealing sembra un film che una volta sarebbe calzato a pennello a Steve McQueen.
Butler è bravo a gestirsi. Non gira troppi film, sceglie progetti che possano avere grande visibilità e in cui possa restare impresso, facendosi dirigere da registi da cui possa imparare. Jarmusch, Tarantino, Villeneuve, Luhrmann, Jeff Nichols, Ari Aster (per Eddington, lo vedremo presto in Italia), e in tanti lo vogliono. I due progetti più clamorosi a cui è accostato sono il remake di American Psycho di Luca Guadagnino e il prequel di Heat di Michael Mann, in cui interpreterebbe il personaggio ricoperto nel primo film da Val Kilmer, altro talento incredibile.

Austin Butler in ‘Caught Stealing’. Foto: Sony Pictures
Il presente è quello di Hank Thompson, antieroe che si trova invischiato in una storia di droga, soldi, poliziotti corrotti, un punk londinese a New York, due killer ebrei ortodossi e un gatto. Una scomoda circostanza è uno di quei bei film senza un attimo di tregua, in cui succede continuamente qualcosa, ma seguendo un filo logico nella sua apparente follia. È un’ode a ciò che la stupidità umana è capace di generare, un film molto alla Coen Bros, ed è anche la prima avventura di quattro di Hank Thompson, chissà che non lo si incontri di nuovo prima o poi.
«Charlie ha scritto anche la sceneggiatura, ma è stato il romanzo a essermi molto utile», mi dice Austin sul suo personaggio, «perché contiene tantissimi dialoghi interiori. Mi ha dato idee su cosa passasse per la testa di Hank, il che è stato davvero prezioso, come avere Charlie in persona con cui parlare. Mi ha raccontato di quando faceva il barista, proprio come Hank, e anche io ho lavorato per un po’ in un bar, imparando quello che c’era sapere da veri baristi. Mi sono allenato molto nel baseball, ho imparato a conoscerlo, ho guardato molte partite degli anni ’90. E ho bevuto molta birra».
Già, perché Caught Stealing è ambientato nel 1998, il film si apre con un’inquadratura di Manhattan con le Torri Gemelle, «un momento che era forse l’apice dell’umanità a New York, pochi anni prima dell’orrore, senza un sacco di gente che guarda il cellulare, posta su Instagram o fa altre cose del genere».

Austin Butler e Zoë Kravitz in ‘Caught Stealing’. Foto: Sony Pictures
Al fianco di Butler troviamo Zoë Kravitz, con cui ha una chimica notevole sullo schermo. Merito di Aronofski, a cui non piace lasciare le cose al caso. «Abbiamo avuto molto tempo per provare. Siamo stati fortunati. Abbiamo passato molto tempo insieme, abbiamo provato su un set mesi prima registrando le scene, come fosse uno spettacolo teatrale, e dato che sentirsi a proprio agio l’uno con l’altra non è qualcosa che si può fingere, sono stato davvero grato di quel tempo».
Oltre Zoë Kravitz, il cast di Una scomoda circostanza comprende Matt Smith, Regina King, Liev Schreiber e Vincent D’Onofrio irriconoscibili e favolosi, e anche una vecchia gloria come Carole Kane (chi non la ricorda come fantasma dei Natali presenti in S.O.S. Fantasmi è una persona triste). Sarà al cinema dal 27 agosto, distribuito da Eagle Pictures, subito prima che arrivi la valanga azzurra dei film veneziani. Io ve lo consiglio caldamente.












