‘All Her Fault’, Sarah Snook è tornata | Rolling Stone Italia
«I’m Shiv f***ing Roy»

‘All Her Fault’, Sarah Snook è tornata

Con un thriller psicologico (da oggi su Sky e NOW), in cui l'attrice di 'Succession' abbandona la corazza di Shiv Roy e interpreta magnificamente una madre che va in pezzi davanti a noi. L'abbiamo incontrata

‘All Her Fault’, Sarah Snook è tornata

Jake Lacy (Peter), Sarah Snook (Marissa), Michael Peña (Detective Alcaras)

Foto: Sarah Enticknap/Peacock/Sky

Da madre a madre, All Her Fault mi ha abbastanza sconvolto. Lo confesso subito a Sarah Snook, lei sorride e annuisce come a dire: “Ti capisco, sorella”. Per chi l’ha vista per anni giocare a Risiko familiare con i fratelli Roy nei panni di Shiv, Snook è rimasta l’erede spietata perfetta: letale, di una fragilità che non sfiorava mai la superficie. E invece eccola qui, nella serie tratta dal bestseller di Andrea Mara (dal 23 novembre su Sky e in streaming su NOW), a fare esattamente il contrario: andare letteralmente in mille pezzi e lasciarsi attraversare da un ruolo che ha il peso specifico del peggior incubo per un genitore, e cioè la sparizione di un figlio.

«Penso che fosse la parte giusta proprio perché è così diversa da Succession», mi racconta su Zoom. «Non avevo mai recitato in un thriller così, c’è un twist incredibile. E quell’intensità emotiva… Dopo anni in cui tutto era represso, nascosto, qui bisognava fare l’opposto. Quanto possiamo scavare, essere crudi nelle reazioni dei personaggi? Questo mi esaltava».

Partiamo dall’inizio (anche perché non vi potrò anticipare molto di più, nella promessa di evitare spoiler: sarebbe un crimine contro la tv). Siamo in una giornata qualunque, il che rende tutto ancora più inquietante. Marissa (Snook) va a prendere il figlio a un playdate organizzato a casa di un’altra famiglia. Ma la donna che apre la porta non è una madre che lei conosce, non è la tata e, cosa più terrificante, non ha il piccolo Milo con sé. È un incipit che sembra una puntata di The Missing o Sharp Objects dilatata in chiave domestica, con dentro qualcosa di Big Little Lies, e cioè quel mondo patinato dove il dramma sta sotto al tappeto, e pure con un pizzico di White Lotus nella riflessione sui white & rich. Ma All Her Fault spinge altrove: in un’ansia che ha a che fare con la paranoia, la vulnerabilità di una donna che sembra avere tutto e che, proprio per questo, secondo molti non merita compassione.

All Her Fault | Trailer ufficiale

«È un aspetto che mi ha colpito parecchio», spiega Snook. «Con i social media e i media in generale, basta essere ricchi per essere distrutti. Chiunque viva qualcosa del genere dovrebbe avere spazio per il dolore, per la paura. Tranne quando sei ricco: allora vieni attaccato, persino sospettato che sia tutta una messa in scena. È un’abitudine sociale interessante, purtroppo. Ed esplorarla è stato molto stimolante». All Her Fault, in questo, ha quasi un taglio sociologico: osserva come una comunità “per bene” reagisca alla tragedia, come la forma conti più della sostanza, come la paura produca schieramenti, moralismi, ferite.

E poi c’è Jenny (Dakota Fanning), l’amica/madre/controparte che diventa, contro ogni cliché, un’alleata e non un’antagonista. Secondo il messaggio ricevuto da Marissa, Milo avrebbe dovuto essere a casa sua, a giocare con suo figlio, e invece… È una cosa rara nei thriller familiari, dove di solito le donne vengono messe una contro l’altra quasi per principio. «Il cliché più grande sarebbe stato proprio quello», dice Snook. «Di solito il primo istinto è: mettiamo le due donne una contro l’altra. Marissa avrebbe tutte le ragioni del mondo per essere furiosa con Jenny, per distruggerla legalmente e moralmente. Invece prende la strada più “alta”, quella più vera: “Mi sta succedendo una cosa orribile, ho bisogno di supporto, di amicizia”. E il legame che costruisce con Jenny diventa empowerment».

È forse l’aspetto più profondo della storia: il modo in cui due madri, consumate da errori diversi, diventano una scialuppa di salvataggio l’una per l’altra. Snook, che è anche executive producer di All Her Fault, il materiale se l’è studiato fin dall’inizio: «Ho letto il libro prima di firmare», racconta. «Volevo sapere qual era la storia, il mondo, dove stava la svolta narrativa: come potevo prevedere e immaginare il percorso. E anche capire cosa avrei voluto portare agli script come contributo creativo».

Dakota Fanning (Jenny Kaminski) e Sarah Snook (Marissa Irvine). Foto: Sarah Enticknap/Peacock/Sky

Snook ci mostra tutto nel volto, negli occhi: Marissa è il suo modo per spostare il baricentro, per cercare quelle crepe emotive che Shiv non le permetteva di mostrare, fino a crollare sotto i riflettori di una colpa che non sa neanche nominare. Perché (magari) colpa non è. E non era facile, confessa: «Nel quinto episodio c’è una scena in cui tutte le dinamiche familiari esplodono. Segreti ovunque, il compleanno di Milo che incombe, lui che non c’è… era la scena più difficile. Dovevamo lavorare come un ensemble, quasi come a teatro. E culmina con un momento particolare. Io avevo questa specie di tensione interna: “Ci arriveremo oggi? No? Sì? Quando succederà?”. Era come un battito sotterraneo che mi portavo dietro».

Dopo Miss Roy, ogni ruolo che interpreta sembra quasi un manifesto. Lei sorride: «Per me è importante non scegliere parti che riflettano o siano reazioni a Succession, nel bene o nel male. Succession è stato ciò che è stato, voglio tenerlo nello spazio che gli appartiene. Mi piace guardare avanti. Quando scelgo un personaggio, per me più che altro è essenziale sapere il motivo per cui ho preso quella decisione, perché penso sempre: “Tra dieci anni, se mi pento, voglio sapere esattamente perché l’ho fatto”».

All Her Fault non è solo un thriller psicologico ben costruito. È un’indagine sul giudizio, sulla paura, sulle madri che resistono e sulle comunità che osservano e giudicano implacabilmente. È un racconto sulla fragilità femminile e sulla forza che nasce proprio quando quella fragilità smette di essere un tabù. Se in Succession il dolore era qualcosa da nascondere, qui è l’unica verità possibile. E la Marissa di Snook è una madre che fa i conti con una paura inimmaginabile e con una parte di sé che non può controllare. È una donna che implode davanti a noi. E, cavoli, che boom.

Dakota Fanning (Jenny Kaminski) e Sarah Snook (Marissa Irvine). Foto: Sarah Enticknap/Peacock/Sky

Altre notizie su:  Sarah Snook All Her Fault Succession