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Ci sono tantissime ragioni per cui la storia creata da George Lucas su un ragazzo, un Impero malvagio e una galassia lontana, lontana è riuscita a conquistare il cuore di più di una generazione di fan, da quelli cresciuti con la trilogia originale fino ai più giovani, svezzati dai prequel o dagli spin-off. Certo, l'archetipo della lotta tra il bene e il male funziona quasi sempre, ma ciò che contraddistingue Star Wars è l'immensità del suo universo e dei personaggi che lo popolano. Wookiee, Jedi, contrabbandieri intergalattici, Ewok, alieni di ogni specie, cacciatori di taglie, cloni, robot, tutti tratteggiati perfettamente da Lucas, ognuno con una sua personalità e una sua storia, più o meno sviluppata nei film che compongono la saga. Per cui – in attesa del nuovo capitolo L’Ascesa di Skywalker –, abbiamo scelto i venti personaggi migliori della galassia, per una classifica che, siamo certi, scatenerà qualche polemica. Buona lettura e... che la Forza sia con voi.
L'unica storia su cui i prequel si concentrano davvero non è la corruzione di Anakin Skywalker, ma il racconto di come l'oscuro leader di una setta religiosa sia riuscito a smantellare la Repubblica dall'interno. Il senatore Sheev Palpatine, alias "Darth Sidious", nella trilogia originale è ritratto solamente come "il capo di Darth Vader", ma è dalla La Minaccia Fantasma fino a La vendetta dei Sith che questo personaggio prende sembianze più complesse, diventando l'incarnazione del male che nessuno riconosce finché non è troppo tardi. Un politico capace, con l'inganno, di provocare una guerra, di convincere il Senato a costruirgli un esercito di cloni e ad essere nominato Cancelliere Supremo, primo passo verso la costruzione dell'Impero – il tutto fatto in maniera perfettamente legale. La scena più emblematica del personaggio è quella che vede Palpatine che, usando la Forza, scaglia contro Yoda le sedie del Congresso, simbolo di come abbia distrutto la democrazia usandola come arma.
Grazie all'interpretazione di Samuel L. Jackson – forse l'unico attore in grado da far sembrare pericolosa una spada laser viola – lo stoico Windu è il personaggio migliore sfornato dalla trilogia dei prequel. Colonna portante dell'Alto Consiglio Jedi, era l'unico con la saggezza e il coraggio per diffidare fin da subito dell'ascesa del senatore Palpatine; il primo, inoltre, a intravedere il futuro oscuro di Anakin. L'unico modo per rendere ancora più cool questo personaggio sarebbe stato quello di farlo interpretare da Tupac.
Basandosi esclusivamente sui fatti raccontati in Una Nuova Speranza e in Rogue One, si poteva immaginare che il vero cattivo della storia fosse Grand Moff Tarkin, mente diabolica dove, invece, Darth Vader era soltanto il mero esecutore. Inoltre, nonostante per la sua epopea Lucas avesse deciso di scegliere attori perlopiù sconosciuti, per questo personaggio volle l'amato Peter Cushing – e fu un'ottima scelta. Il profilo elegante dell'attore britannico donò a Grand Moff Tarkin l'altezzosità giusta e quella spocchia infranta solo dall'esplosione della sua amata Morte Nera.
Quintessenza dell'amicone fedele e testardo, Chewbacca è il Wookie che tutti vorrebbero al proprio fianco – soprattutto come copilota del Millennium Falcon. E il fatto che nessuno tra il pubblico abbia mai capito una parola di quello che dice rende Chewbe ancora più affascinante. Al contrario, tutti nella galassia di Star Wars sembrano comprendere i suoi grugniti, il che dà al film un tocco di esotismo e multiculturalità rassicuranti. Buffo, inoltre, che la bestia più grossa e temibile della saga sia anche l'essere dal cuore più grande. Basta pensare, ad esempio, al suo urlo disperato quando vede Han gettato nella carbonite e percepisce immediatamente il suo dolore.
L'orrenda gigantesca lumaca spaziale, con la sua risata, è uno dei più bei ritratti tracciati in Star Wars. Il palazzo di Jabba, ricettacolo di sadismo e peccato, è un paradiso per chi è nelle grazie del gangster, Caligola interstellare circondato da cortigiane e sollazzato da una terribile bestia a cui dare in pasto gli ospiti sgraditi. Per uno scherzo beffardo del destino, Jabba muore proprio a causa di una concubina.
Povero Greedo, non importa in che modo sia finita la controversia "Han ha sparato per primo", il verde rodiano dagli occhi a insetto fa comunque una fine pessima. Nella trilogia originale di Star Wars, il sicario inviato da Jabba è il classico killer chiacchierone, che parla talmente tanto a lungo da dar tempo al suo avversario di farlo secco. Nella versione del '97, invece, è Greedo a sparare per primo, ma manca il bersaglio da mezzo metro. Comunque sia andata, è grazie all'inettitudine di Greedo a Mos Eisley che un contrabbandiere da quattro soldi si trasforma nell' eroe della galassia.
Il mastodontico robot progettato come guardia di sicurezza imperiale, ma dal cuore d'oro dopo la riprogrammazione a opera dei ribelli, è uno dei personaggi più forti tra quelli introdotti in Rogue One. Doppiato da Alan Tudyk, K-2SO unisce la forza e la stazza di Chewbacca con il pessimismo cosmico di C-3PO. Forse avrebbe potuto eguagliare i suoi predecessori metallici, ma il suo sacrificio alla fine del film – per permettere ai suoi alleati umani Cassian Andor e Jyn Erso di rubare i piani della Morte Nera – ha spento la sua stella troppo in fretta.
Nella versione interpretata da Billy Dee Williams, Lando è una versione ingentilita di Han Solo. Entrambi sono ladri, giocatori d'azzardo, mercenari e filosoficamente inclini a tenersi fuori dal conflitto galattico a meno che non ci sia un lauto compenso. Han non si fida del suo vecchio amico per le stesse ragioni per cui gli altri non si fidano di lui: sia Lando che Han, infatti, sono abituati ad agire per il proprio tornaconto, e non per il senso di giustizia che guida la Ribellione. Tanto basta a Darth Vader per rivolgersi a Lando ne L'Impero Colpisce Ancora e tendere una trappola agli eroi, tradimento che costerà a Calrissian un cammino di eroica redenzione lungo il resto del film e in quello successivo. Premio della critica per il look: camicia di seta con mantello abbinato e sorriso perfetto.
Nato dalla ferraglia raccolta tra le discariche di Tatooine da Anakin Skywalker, questo droide si è da subito assicurato un posto nella storia di Star Wars, essendo il primo personaggio ad apparire nel primo capitolo della trilogia originale. Vantandosi di "parlare fluentemente oltre sei milioni di forme di comunicazione” (nonostante il suo spiccato accento britannico sia l'unica lingua in cui lo abbiamo sentito esprimersi), quest'ansia fatta a metallo ha girato tutta la galassia come una versione robot di Woody Allen ("Siamo condannati! Saremo tutti distrutti di sicuro"). Tuttavia, è stato proprio quell'elemento umano di continua angoscia che ha reso C-3PO un personaggio imprescindibile della saga.
Poche chiacchiere, Darth Maul è stato un pioniere. Il cavaliere Sith con un test di Rorschach in faccia era un tizio di poche parole, ma è stato il primo a rompere gli schemi in materia di spade laser, ed è stata proprio la sua arma a doppio taglio ad inaugurare la strada in seguito intrapresa anche da Kylo Ren ne Il Risveglio della Forza. Ma, ancora più importante, questo personaggio è stato l'unico tocco di originalità all'interno di un film tanto atteso quanto deludente. Darth Maul, inoltre, con quei suoi occhi gialli così inquietanti era l'incarnazione più pura del male in un universo, come quello di Star Wars, spesso abitato da cattivi in preda al senso di colpa – Darth Vader, parliamo di te! –. George Lucas, raccontando l'origine del cattivo de La Minaccia Fantasma, lo ha descritto "come una figura ricorrente nei miei incubi più oscuri". Probabilmente gli stessi che hanno generato Jar Jar Binks.
Il droide rotolante che accompagna gli eroi de Il risveglio della Forza è stato in grado di rendere tenero e carino il metallo, diventando immediatamente uno dei personaggi più instagrammabili della saga, amatissimo soprattutto dai più giovani. Tuttavia, a differenza dei personaggi ideati per i bambini in passato – come il fiasco Jar Jar Binks –, BB-8 ha un ottimo tempismo comico: il pollice meccanico in su a Rey, ad esempio, regala il momento più divertente del film. Risultato che non è una sorpresa, dato il lavoro dei comici Bill Hader e Ben Schwartz, che hanno fornito la "voce" digitalizzata del piccolo droide, trasformando in realtà l'idea di J.J. Abrams.
Sebbene sia stato impersonato nei prequel da Ewan McGregor, il Cavaliere Jedi per eccellenza ha raggiunto il suo massimo splendore nella versione portata in scena da Alec Guinness, nonostante l'attore abbia sempre disprezzato la saga di Star Wars. Infatti, è proprio la gravitas che l'interprete donò al vecchio Ben a rendere questo personaggio l'eroe immaginato da Lucas: un simbolo di pazienza, saggezza disciplina, un vero Maestro della Forza seguito sia da Luke che da Anakin, sebbene con risultati diametralmente opposti. I prequel, inoltre, donano al personaggio la profondità necessaria per far comprendere il motivo per cui, durante l'addestramento di Luke, Kenobi sia sempre molto cauto nell'insegnamento delle vie della Forza al suo giovane allievo, memore del fallimento con Anakin. Manca solo una cosa: una guida che spieghi come diavolo faceva a ingannare tutti con "il vecchio trucco Jedi".
Mentre il suo partner si agita, assilla Han Solo e offre occasionali traduzioni dal robotico, il nostro ammasso di circuiti preferito è il vero asso nella manica della Ribellione. Serve un copilota per una battaglia aerea contro la flotta imperiale? Bleep-bloop-bleep. Bisogna salvare gli eroi dell'Alleanza a pochi secondi da una morte terribile per schiacciamento? Bleep-bloop-bloop-bleep. Raccattare i pezzi di un C-3PO smantellato? Bloop-bleep-bleep. R2-D2 riesce a fare tutto fottutamente bene, anche servire drink sulla nave di Jabba. Un unico difetto: si può ribaltare facilmente.
Chi si è lamentato per le capacità estemporanee dell'eroina venuta dal deserto ne Il risveglio della Forza – "all'improvviso diventa una grande pilota, riesce ad usare la Forza come se non avesse mai fatto altro, maneggia la spada laser tanto bene da tener testa a un Sith con anni d'addestramento alle spalle" – non ha preso in considerazione due cose. Primo, i continui flashback sull'inconscio di Rey sembrano indicare che c'è molto di più nel suo passato misterioso di quanto apparso finora sullo schermo (potrebbe, ad esempio, essere stata addestrata alle arti Jedi durante la primissima infanzia). Secondo, l'interpretazione pazzesca di Daisy Ridley, capace di tenere tutti quanti incollati allo schermo. Insomma, se è lei la nuova stella di Star Wars, la Lucasfilm ha fatto una scelta saggia.
Anche se il figo della trilogia originale è Han Solo, il vero eroe rimane Luke Skywalker, uno dei personaggi più intricati della saga, anche se il suo fascino può non apparire al primo sguardo. Certamente la sua storia può essere inquadrata nel tradizionale "viaggio dell'eroe", ma quello che colpisce di Luke è la sua umanità, la sua continua insicurezza anche quando diventa un Maestro della Forza. Protagonista della lotta interplanetaria per la democrazia, Skywalker Jr. vive una lotta ben più ardua dentro di sé, diretto sulla strada della luce ma continuamente tentato dal richiamo paterno verso il lato oscuro. Ed è proprio questo continuo conflitto che agita il Prescelto a rendere la storia di Star Wars ben più complicata di una banale lotta tra il bene e il male.
Nonostante Han e Luke siano gli eroi principali della Ribellione, la vera mente dietro la distruzione dell'Impero è certamente Leia, uno dei personaggi femminili più forti mai creati a Hollywood. Ben lontana dal semplice luogo comune della damigella in pericolo che deve essere salvata dalle grinfie della Morte Nera, Carrie Fisher diede al personaggio un'interpretazione che risaltava appieno il suo carattere ‘regale’, mai sottotono rispetto ai personaggi maschili. Infatti, nonostante sia impossibile cancellare ‘l'incesto’ con Luke nei primi capitoli della trilogia originale, la sua storia d'amore con Han è un rapporto tra pari: due personaggi tra i più influenti della galassia che, a un certo punto, si rendono conto di essere pazzi l'uno dell'altro. Poi, per quanto riguarda la tenuta da schiava sexy sfoggiata ne Il Ritorno dello Jedi – tenuta che ha risvegliato l'istinto sessuale di più di una generazione – basti ricordare che, proprio con quella catena, Leia uccide Jabba soffocandolo. PS: Carrie ci manchi
Come molti grandi mentori, anche Yoda non rende certo facile la vita ai suoi allievi, condotti a comprendere i segreti Jedi con le loro gambe piuttosto che attraverso lezioni di vita. E sarà forse anche per questo che Yoda ha sempre rifiutato l'ordine tradizionale soggetto-verbo. Apparso per la prima volta ne L'Impero Colpisce Ancora, il piccolo maestro rimane uno dei più straordinari personaggi non umani mai creati. Inoltre, grazie alla scelta iniziale di non affidarsi agli effetti, Lucas e il suo team sono riusciti a creare un personaggio tanto reale quanto lo era Luke, dando vita a un rapporto padre-figlio tra i due essenziale all'interno della trilogia. Tuttavia, quando per i prequel Lucas ha ripiegato su una versione digitalizzata di Yoda, ne è uscito fuori un personaggio senza l'anima e le caratteristiche tanto amate dal pubblico: non una buona decisione è stata.
I veri fan di Star Wars sanno bene che l'iconico cacciatore di taglie intergalattico non è apparso per la prima volta ne L'Impero Colpisce Ancora, ma era già entrato in scena – seppur in versione animata – nel celebre Star Wars Holiday Special del 1978. Per cui, già prima del suo debutto cinematografico, Boba Fett aveva attirato su di sé i riflettori, addirittura prima della caccia a Han Solo per mano di Jabba the Hutt. Infatti, nonostante il personaggio sia poco più che una comparsa nella trilogia originale, il figlio-clone di Jango divenne subito così popolare che Lucas dedicò alla sua stirpe un'intero film fra i prequel.
La trilogia originale poteva dar l'impressione che il racconto di Star Wars fosse incentrato sul percorso di Luke Skywalker, il personaggio che da adolescente sognante si trasforma nel Prescelto che salva la galassia dalle forze del male. Tuttavia, è con i prequel che la prospettiva si ribalta completamente, perché è in quei tre film che la saga si trasforma nel ritratto del padre di Luke, una storia che dall'ascesa porta alle tenebre e poi alla redenzione finale. Infatti, grazie all'amore di Hollywood per le origin story dei personaggi, la seconda trilogia ha fatto conoscere al pubblico la storia dell'uomo celato dietro la maschera di Darth Vader, la vicenda di un bambino facilmente impressionabile e un po' arrogantello di nome Anakin Skywalker che, dopo aver scoperto i suoi poteri Jedi, si innamora di una bellissima principessa per poi cedere al fascino del lato oscuro. Tralasciando le terribili interpretazioni di Jake Lloyd e Hayden Christensen, l'idea del personaggio rimane comunque potentissima, tanto da ribaltare completamente il significato di Star Wars. Dopo la seconda trilogia, Darth Vader non è più soltanto il simbolo delle forze del male o uno dei cattivi più affascinanti della storia del cinema, ma diventa una figura tragica che chiede di essere salvata.
"Ti amo". "Lo so", ovvero la risposta alla dichiarazione d'amore più famosa della galassia. Ma Han Solo è molto più che il guascone ritratto nel sorriso da rubacuori di Harrison Ford, perché il pilota del Millennium Falcon è la vera linfa vitale della trilogia originale. Infatti, al di là del fascino, dell'astronave cool e del grilletto facile, sono i conflitti interni vissuti dal contrabbandiere di Corellia a renderlo il personaggio più complesso della santa trinità ideata da George Lucas. Infatti, mentre Luke Skywalker si getta a capofitto negli ideali che guidano i Ribelli, Solo è combattuto da impulsi opposti, tra l'istinto di sopravvivenza che lo spinge a metter davanti i suoi interessi, e "l'imperativo morale" che lo trasformerà, grazie anche all'amore di Leia, nel leader della missione per distruggere la Morte Nera.
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