Rolling Stone Italia

I film più attesi della Festa del cinema di Roma 2021

Il ritorno di Joaquin Phoenix dopo ‘Joker’, il biopic che potrebbe portare l’Oscar a Jessica Chastain, ma anche la nuova versione di ‘Cyrano’, debutti di lusso e un altro ruolo internazionale per Pierfrancesco Favino

Foto: A24 Pictures

Gli occhi di Tammy Faye di Michael Showalter

Sui piccoli schermi con il remake del bergmaniano Scene da un matrimonio, Jessica Chastain passa a quelli grandi con il titolo che – così dicono i bookmaker – potrebbe portarla a strappare il primo Oscar della sua carriera. Grazie al ruolo della telepredicatrice Tammy Faye Bakker, che, insieme al marito Jim (Andrew Garfield), mise in piedi un impero evangelico, poi travolto da scandali sessuali e finanziari. Film d’apertura di Roma 2022, produce la stessa attrice, dirige il Michael Showalter di The Big Sick.

C’Mon C’Mon di Mike Mills

Primo film di Joaquin Phoenix dai tempi di Joker (e relativa statuetta), è ovviamente tra i più attesi della Festa. Il Mike Mills dei bellissimi Beginners e Le donne della mia vita dirige il divo “anti” nella tenera storia di un artista alle prese con il nipotino geniale (l’esordiente Woody Norman). Segue solito road trip per l’America. Performance già avvolta dall’hype, elegante bianco e nero e musiche di Aaron e Bryce Dessner dei The National: sulla carta, tutto giusto.

Cyrano di Joe Wright

Dopo Orgoglio e pregiudizio e Anna Karenina, l’überbritish Joe Wright (anche autore di Espiazione e L’ora più buia) si misura con un altro classico della letteratura: la commedia di Edmond Rostand. Che adatta in chiave “musical al tempo dell’inclusivity”: nel ruolo del titolo c’è Peter “Game of Thrones” Dinklage, affiancato da Haley Bennett (l’amata Roxanne) e Kelvin Harrison Jr. (il rivale in amore Christian). Anche questo già in pole position per gli Academy Awards 2022.

Promises di Amanda Sthers

Pierfrancesco Favino e Kelly Reilly in ‘Promises’ di Amanda Sthers. Foto: Festa del cinema di Roma

Altra prova internazionale, dopo incursioni precedenti come World War Z e Rachel, per il nostro “Picchio”. Che, accanto a Kelly Reilly (da L’appartamento spagnolo e Flight al cinema a Britannia e Yellowstone in tv), è il protagonista del bilancio della vita di un uomo: felicità, dolore, amori, sofferenze, quello che ha perso e quello che resta. Alla regia Amanda Sthers, che auto-dirige il suo bestseller Promesse, edito in Italia da Rizzoli.

Passing di Rebecca Hall

Apprezzata attrice di cinema (The Prestige, Vicky Cristina Barcelona) e serie (di recente Tales from the Loop) nonché figlia di uno dei più grandi registi della storia del teatro inglese (Peter Hall, morto tre anni fa), Rebecca Hall esordisce dietro la macchina da presa con il ritratto di due amiche d’infanzia (Tessa Thompson e Ruth Negga) che si ritrovano da adulte, sullo sfondo degli States degli anni ’20. Dal romanzo di Nella Larsen (da noi pubblicato come Due donne), nel cast anche Alexander Skarsgård, André Holland e Bill Camp.

I fratelli De Filippo di Sergio Rubini

Domenico Pinelli, Anna Ferraioli Ravel e Mario Autore in ‘I fratelli De Filippo’ di Sergio Rubini. Foto: RS Productions

Quasi un instant sequel del “veneziano” Qui rido io di Mario Martone sulla famiglia Scarpetta, “matrice” di quella dei De Filippo. Qui raccontati da Sergio Rubini in versione adolescenti che si affacciano sulla ribalta partenopea: Peppino, Titina ed Eduardo (i giovani e promettenti Domenico Pinelli, Anna Ferraioli Ravel e Mario Autore) cambieranno per sempre le sorti della commedia (non solo) napoletana. Super cast con, tra gli altri, anche i veterani Giancarlo Giannini e Marisa Laurito.

Frank Miller: American Genius di Silenn Thomas

‘Frank Miller: American Genius’. Foto: Festa del cinema di Roma

Tanti i “doc” presentati alla Festa di Roma 2022 (ci sono anche quelli musicali su Caterina Caselli e Benny Benassi), ma il titolo che incuriosisce di più è forse quello dedicato al “fumettaro” e regista di Sin City e The Spirit. Svelato in un film che ripercorre la sua carriera lunga quasi mezzo secolo, dal Vermont a Hollywood, dai fallimenti al successo (e al culto globale). Ne esce il ritratto di un artista ma, soprattutto, di un uomo.

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