I film più attesi del 2020 che al momento non possiamo vedere | Rolling Stone Italia
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I film più attesi del 2020 che al momento non possiamo vedere

Blockbuster, piccoli gioielli indie e commedie italiane: tutti rimandati a causa dell'emergenza. Spesso all'autunno, all'anno prossimo o, addirittura, a data da destinarsi

I film più attesi del 2020 che al momento non possiamo vedere

Daniel Craig in 'No Time to Die'

Foto: Universal Pictures

Era inevitabile, prima con la chiusura dei cinema in Italia e poi con il virus che inizia a colpire anche Hollywood e dintorni: tutti i film più attesi della primavera sono rinviati. Spesso all’autunno, all’anno prossimo o, addirittura, a data da destinarsi. Eccoli.

No Time to Die

L’ultimo capitolo della saga di James Bond starring Daniel Craig è stato il primo blockbuster rimandato: da aprile a novembre. Set maledetto tra cambio di regista (al principio c’era Danny Boyle, poi sostituito da Cary Fukunaga) e infortuni (del protagonista), e ora anche l’uscita posticipata. Che costerà alla casa di produzione almeno 30 milioni di dollari (da aggiungere ai 250 di budget totale). Nell’attesa, ci possiamo consolare con la theme song di Billie Eilish.

Fast & Furious 9 – The Fast Saga

Un altro titolone molto atteso, che prende una decisione ancora più drastica: rinviare l’uscita nelle sale di ben un anno. L’ennesima avventura sfrenata con il “bolide” Vin Diesel uscirà nell’aprile del 2021, prendendo il posto inizialmente previsto per l’episodio 10. Nel cast di questo capitolo che avremmo dovuto vedere in primavera torna Charlize Theron, speriamo ancora in versione dread come nel numero 8.

A Quiet Place II

Il film originale, esordio dietro la macchina da presa dell’attore John Krasinski, è stato un caso: 17 milioni di dollari di budget e 340 di incasso in tutto il mondo. Ora l’horror “silenzioso” torna senza il protagonista (chi ha visto il precedente sa perché), che resta però regista e dirige ancora una volta la moglie (pure nella vita) Emily Blunt. Tutto era pronto per l’uscita, tour promozionale globale compreso, ma al momento resta al palo. E noi anche. Muti.

Mulan

Il live action del classico d’animazione Disney ci ha sperato fino all’ultimo: c’era stata anche la première ufficiale, ma caratterizzata – dicono i presenti – dai dispenser di Amuchina. Troppo rischiosa l’uscita nelle sale per un titolo che, tra l’altro, punta decisamente sul mercato asiatico. C’è chi dice che potrebbe sbarcare direttamente su Disney +, la piattaforma di streaming attiva dalla prossima settimana. Ma dalla Casa di Mickey Mouse ancora nessuna conferma.

Black Widow

Il titolo Marvel della primavera, spin-off di empowerment femminile della saga Avengers, è congelato da un’epidemia più drammatica dello schiocco di dita di Thanos. Il colosso con Scarlett Johansson, alias la russa rossa (ma solo di capelli) Natasha Romanoff, spera ancora di uscire entro l’estate. «Un rinvio di qualche mese non cambierà nulla, rispetto al calendario delle uscite dei film del Marvel Cinematic Universe», dice un insider. Ci vogliamo fidare.

Si vive una volta sola

Ironia della sorte, parla di un gruppo di medici il primo film italiano “pop” costretto allo stop dall’emergenza coronavirus. L’ultima commedia diretta e interpretata da Carlo Verdone (insieme a Rocco Papaleo, Max Tortora e Anna Foglietta) sarebbe dovuta arrivare nelle sale il 27 febbraio, prima settimana di blocco delle sale nel Nord Italia. S’è deciso per il rinvio in tutto il Paese: ancora non si sa a quando.

L’uomo invisibile

Rilettura in chiave stalking-femminista del romanzo di H.G. Wells già diventato un classico pure sullo schermo, l’horror con Elisabeth Moss è uno dei casi della stagione in corso, almeno fino al blocco: costato soltanto 9 milioni di dollari, ne ha incassati 64 in patria (e 122 in totale). Universal, per accontentare chi l’ha perso in sala, lo rende disponibile on demand negli States da oggi. Ma ancora non sappiamo se anche noi potremo vederlo così.

Bombshell

L’arrivo nelle nostre sale era già in netto ritardo rispetto al calendario americano: e adesso dovremo aspettare ancora. Negli USA è uscito l’autunno scorso, in tempo per la Awards Season. Il bottino? Un Oscar (per il miglior trucco) e due nomination (a Charlize Theron come protagonista e a Margot Robbie come supporting). In questa “storia vera” MeToo sulle molestie sessuali nei corridoi di Fox News c’è anche Nicole Kidman. Tre dive in quarantena.

Ritorno al crimine

L’altra commedia pronta a irrobustire il botteghino nostrano era il sequel del fortunato Non ci resta che il crimine, quasi 5 milioni di incasso a inizio 2019. Ad appena un anno di distanza, ecco una nuova avventura (attesa per il 12 marzo), ancora mix tra Romanzo criminale e Ritorno al futuro. Squadra che vince non si cambia: Marco Giallini, Alessandro Gassman, Edoardo Leo e Gianmarco Tognazzi. Ma, almeno per ora, resta in panchina.

Onward

Il nuovo film della Pixar era già stato bannato in quattro paesi mediorientali per la presenza di un personaggio omosessuale, il primo nella storia dello studio. Negli Stati Uniti, invece, il cartoon è uscito una settimana fa, proprio quando l’emergenza iniziava a colpire duro anche da quelle parti, e ovviamente il box office ne ha risentito. Per vedere l’avventura magica di questi due fratelli elfi, che conta tra i doppiatori nostrani anche Sabrina Ferilli e Fabio Volo, noi dovremo aspettare ancora un po’. Pare che Onward arriverà direttamente su Disney + il 3 aprile.

Charlie’s Angels

Negli USA la nuova versione degli Angeli di Charlie era stata rimandata dal 27 settembre al 15 novembre 2019. E il film, una volta uscito, era stato un clamoroso flop al botteghino. In Italia ci si è messo pure il coronavirus contro Kristen Stewart e socie: rinviato a data da destinarsi. Anche se la critica americana ha definito questo reboot del girl power ai tempi del MeToo “troppo action e poco divertente”.

Honey Boy

Non un film “grande”, ma un grande caso, atteso da noi il 5 marzo. Ci vorrà ancora un po’ per il racconto autobiografico di Shia LaBeouf, che fa un doppio salto mortale: non solo narrare la sua storia personale (da enfant prodige degli spot a divetto “transformista” da rehab), ma persino interpretare il suo vero, stonatissimo padre. Tra i titoli più acclamati dalla critica USA, che ha fatto della regista Alma Har’el uno dei nomi da tenere d’occhio nel circuito indie.

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