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Non solo film in costume. Anche se gli abiti d’epoca come lei pocissime altre. Vedi – alla fine di questa gallery – il suo ultimo film, Il corsetto dell’imperatrice di Marie Kreutzer (nelle sale dal 7 dicembre), per riconfermarlo. Ma, anche se Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson ha sempre dettato la linea, oltre i corsage c’è di più. Duttile, enigmatica, amatissima dai cinéphile. Oggi c compie gli anni Vicky Krieps (auguri!). E noi la celebriamo con il suo best of.
Primo giro, primo period piece. E anche – dopo apparizione in film come La spia – A Most Wanted Man di Anton Corbijn e Colonia con Emma Watson – il titolo che la segnala presso le platee d’essai. La sua Jenny von Westphalen non è “solo” la moglie di Karl Marx, ma una figura dirompente che trova il suo ruolo nella Storia. È nata una stella europea… pronta a brillare ovunque.
Nello stesso anno, arriva LA consacrazione. Da sconosciuta o quasi, viene scelta da Paul Thomas Anderson per uno dei suoi capolavori assoluti. La storia del grande sarto londinese (Daniel Day-Lewis) che la sceglie come musa. Ne verrà fuori un elegantissimo gioco al massacro à la Hitchcock in cui non si sa chi è la vittima e chi il carnefice. Vicky avrebbe meritato una nomination all’Oscar al pari del collega: vergogna, Academy!
Incursione nelle serie per un progetto nuovamente europeo che ha trovato il suo zoccolo di appassionati. Seconda guerra mondiale (aridaje): nella storia della vita dell’equipaggio a bordo del sommergibile tedesco U 612 in missione in acque nemiche compare anche Simone Strasser (il personaggio di Krieps) coinvolta nella Resistenza. L’imprinting di Marx non mente…
Altro giro, altro culto cinefilo. La favourite di Cannes Mia Hansen-Løve la vuole accanto a Tim Roth per il ritratto di una coppia di cineasti – ispirata a quella vera composta dalla stessa regista e dall’ex compagno Olivier Assayas – che si perde e (forse) si ritrova a Fårö, dove risiedeva il genio svedese. E il suo volto sembra proprio uscito da uno dei film del sommo Ingmar.
Di nuovo Cannes, di nuovo un aut(t)ore venerato dagli habitué dei cineclub (se esistono ancora). Mathieu Amalric la vuole nell’affresco dolorosissimo di una donna che deve ritrovare sé stessa dopo un tragico avvenimento. Un “on the road dell’anima” che si compone di indizi. L’enigmatica Vicky sa come condurci in questo mystery intimo e struggente.
Anno affollatissimo di progetti, il 2021. E spunta un altro autore americano, M. Night Shyamalan. Che, come al solito, divide pubblico e critica con un horror psicologico che tocca nel profondo le nostre paure. Su tutte, quella del tempo che scorre. Al fianco di Gael García Bernal, Krieps è una donna in vacanza che deve riconsiderare tutta la sua vita. Noi siamo fan: del film, e (sempre di più) di Vicky.
Un progetto non riuscitissimo, a dispetto del cast (oltre alla nostra, anche John David Washington, Boyd Holbrook e Alicia Vikander) e della produzione (by Luca Guadagnino). L’italiano Ferdinando Cito Filomarino, già autore del bellissimo Antonia., ha in mente il thriller politico anni ’70, ma non tutto è a fuoco. A parte Vicky, sempre misteriosamente intrigante… in tutti i sensi.
Ultimo giro, ultimo… corsetto. Quello dell’imperatrice Sissi, nientemeno, che la regista e sceneggiatrice Marie Kreutzer ci racconta in un ritratto a frammenti che ricorda le “false biografie” di Pablo Larraín. La Sissi di Vicky è moderna, sfrontata, impeccabile nei meravigliosi costumi. Ma anche umanissima. Premio come miglior attrice a Cannes 2022 nella sezione Un certain regard: meritatissimo.
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