Venezia red carpet: là dove c’erano i lustrini, ora c’è Salvini | Rolling Stone Italia
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Venezia red carpet: là dove c’erano i lustrini, ora c’è Salvini

L'Ex ministro in smoking e la sua compagna sono i Brangelina che ci meritiamo? Cronache dal tappeto rosso Covid-proof

Venezia red carpet: là dove c’erano i lustrini, ora c’è Salvini

Matteo Salvini e Francesca Verdini a Venezia 77

Foto: Franco Origlia/Getty Images

C’era una volta il red carpet. Sì, qua era tutto lustrini. Tutto piume rosa di Valentino, Lady Gaga per mano a Bradley Cooper sotto la pioggia, ragazzine urlanti per Timothée Chalamet, Brad Pitt che gigioneggia in smoking. Adesso è tutto mascherine in pendant con le mise e muri che evitano gli assembramenti di curiosi meno del previsto: piccole folle si accalcano comunque, sperando di rubare mezza coscia di una starlette a caso (e su questo c’è grande scelta). Va bene eh, il tappeto rosso s’ha da fare. Adesso però è anche tutto Salvini, che in deficit giustificato di star internazionali ci mette un attimo a prendersi scena e titoli sui giornali, come era già riuscito a fare a suon di selfie un paio di anni e un governo e mezzo fa: paiono passate cento Venezie.

All’edizione numero 77 gli basta sfilare in versione smoking ripulita alla prima di Padrenostro, e sbaciucchiarsi con la fidanzata Francesca Verdini là dove in passato a scambiarsi effusioni c’erano George e Amal, per capirci. «Non l’ho invitato io, ma nessuno di noi ha il diritto di impedire a qualcuno di vedere un film», ha spiegato con la solita classe Pierfrancesco Favino, protagonista del titolo in concorso diretto da Claudio Noce. «Il film non è pro poliziotti, così come non è pro Nap, ma è una storia di bambini, di figli. Conosciamo la capacità di Salvini di essere al centro, ma non credo che in questo caso ci sia possibilità di manipolazione». Argomento chiuso: e meno male che c’è Favino a sgonfiarlo.

Eravamo rimasti al cafonal del Papeete, ora l’evoluzione del look alla James Bond lascia forse presagire un sequel delle sue avventure politiche: ma c’è da battere (ancora) Giuseppy, a cui manca solo il vodka martini (shakerato) e per il resto è un 007 inappuntabile (“bimbe” comprese). Matteo intanto dice solo che è lì «per vedere un bel film italiano con la mia compagna». Sorrisi, baci a favore di camera, tutto da copione glam. E se questo è il glam della Mostra che per molti “non s’aveva da fare”…

Per fortuna ci pensa ancora una volta “Picchio” Favino a portare un po’ di eleganza italianissima, con tanto di tenera figlia (al suo debutto d’attrice, sempre in quel film) al seguito. E che per una Georgina Rodriguez e una Giulia De Lellis, c’è una Madalina Ghenea che il tappeto rosso se lo mangia in un boccone, e una Tilda Swinton regale, che si copre la bocca e il naso con la più chic e chilometro zero delle mascherine viste: quella del Carnevale local. E poi c’è la presidentessa Cate Blanchett, una di noi, che rende onore al basso profilo del festival indossando abiti riciclati da altre occasioni e la mascherina chirurgica che usiamo tutti per prendere il metrò.

Alla faccia dei Sardini (non quelli delle piazze, ma Salvini + Verdini, i Brangelina che forse ci meritiamo), la coppia più cool e nostrano-pop è arrivata la sera dell’inaugurazione: sono Elodie e Marracash, e resteranno probabilmente ineguagliabili anche nelle serate a venire. Forse Francesca una cosetta o due da Miss Guaranà potrebbe impararla, se vuole candidarsi al ruolo di Bond girl.

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