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«Avevo 11 anni quando ho detto per la prima volta che volevo fare l’attrice, e tutti mi guardavano come se avessi detto che volevo andare sulla luna». Sulla luna ci è arrivata davvero, Penélope Cruz, che compie oggi 50 anni (auguri!). Dal cinema spagnolo (e italiano) agli States, dove arrivò «che sapevo dire solo due frasi: “Come stai?” e “Voglio lavorare con Johnny Depp”». È successo anche quello, e tra prima e dopo ci sono stati un Oscar, la formazione della più grande “golden couple” iberica del nostro tempo (feat. Javier Bardem), tanti film col suo Pedro, e…
Dopo l’esordio con Bigas Luna (Prosciutto prosciutto, 1992), un detour italiano (Per amore, solo per amore, 1993), un cult in patria (Apri gli occhi, 1997) e un primo salto oltreoceano (Hi-Lo Country, 1998), Pedro Almodóvar, che le aveva dato un piccolo ruolo in Carne trémula, le dà il personaggio che le svolta la carriera: quello della suora malata di Aids (!) in uno dei suoi film più amati. Il film è da Oscar, e tutti si accorgono definitivamente di lei.
Foto: El Deseo
Dicevamo Johnny Depp? Eccolo accanto alla “chica” chiamata a gran voce da Hollywood in Blow, storia di un trafficante di droga che, nonostante certe ingenuità tra crime e mélo, è übercool. Dirige Ted Demme, nipote del più famoso Jonathan, e Pe, come tutti la chiamano in patria, si conferma una perfetta diva da esportazione. È solo l’inizio.
Foto: New Line Cinema
La carriera “ammerigana” di Cruz ha preso il volo. Dopo Il mandolino del capitano Corelli, complice la storia con Tom Cruise arriva il remake “presso sé stessa” del cult di Amenábar (il già citato Apri gli occhi). Un film scombinato ma anch’esso molto cool, merito della regia di Cameron Crowe e del triangolo composto da Penélope, Tom e Cameron Diaz. E una canzone originale by Paul McCartney. Indimenticabile il frame in cui Tom e Pe “rifanno” la cover di The Freewheelin’ di Bob Dylan.
Foto: Paramount Pictures
L’Italia (ri)chiama, e Penélope di nuovo risponde. Sergio Castellitto adatta per il grande schermo il bestseller della moglie Margaret Mazzantini, e vuole Cruz nel ruolo di Italia (precedentemente offerto a Sabrina Impacciatore, ma questa è un’altra storia). Il ritratto della donna ai margini che ne esce, perfettamente aderente alla descrizione del libro, è una performance “totale”. David di Donatello per la miglior attrice protagonista.
Foto: Medusa Film
A sette anni da Tutto su mia madre, il suo Pedro la richiama per un ruolo da protagonista assoluta: quello di Raimunda, altro personaggio “totale” in cui Penélope entra con tutta sé stessa. Definendo quello che diventerà il suo “brand”: la classica donna materna, un po’ alla Sophia Loren, ma insieme capace di raccontare il femminile di oggi. Candidatura all’Oscar e Palma per l’interpretazione a Cannes, condivisa con tutte le altre (eccezionali) colleghe.
Foto: El Deseo
Stavolta uno dei più grandi registi di sempre non ha dovuto chiamarla negli States: è arrivato lui in Spagna. E ha affidato a Penélope, qui accanto al marito Javier Bardem (più Scarlett Johansson e Rebecca Hall), uno dei suoi ruoli più debordanti, divertenti, anche ironicamente dolorosi. María Elena è Cruz in purezza, e il messaggio arriva forte e chiaro a tutti: è premio Oscar per la miglior attrice non protagonista. Nell’Olimpo, per sempre.
Foto: Mediapro
Altro giro, altra nomination agli Academy Award. Il regista di Chicago la ingaggia, accanto a superstar come Daniel Day-Lewis e Nicole Kidman (più, guarda un po’, la nostra Sophia), nell’adattamento del musical di Broadway ispirato a 8½ di Fellini. Cruz riprende il ruolo che fu di Sandra Milo, donandogli la stessa sensuale tenerezza. Da antologia il numero sulle note di A Call from the Vatican: il titolo dice tutto.
Foto: 01 Distribution
Dopo Gli abbracci spezzati (2009) e Dolor y gloria (2019), passando per il cameo negli Amanti passeggeri (2013), rieccola in team col suo autore di riferimento per un altro ritratto di donna e madre che diventa “instant classic” proprio perché capace di sfidare qualsiasi convenzione e conformismo. Grazie alla sua Janis, Penélope vince la Coppa Volpi e Venezia e ottiene la sua quarta nomination all’Oscar.
Foto: El Deseo
Penélope Cruz ha sempre avuto un grande senso per la commedia, che però non sempre è stato pienamente sfruttato. Ci ha pensato, insieme e più di altri, questa portentosa coppia di autori argentini, che le ha assegnato il ruolo di una regista folle e capricciosa alle presa con i bisticci di due attori primedonne (gli altrettanto scatenati Antonio Banderas e Oscar Martínez). Uno degli sguardi sull’industria del cinema più spassosi degli ultimi anni. Da recuperare.
Foto: Lucky Red
L’ultimo ruolo della nostra che ha lasciato il segno è quello della moglie di Enzo Ferrari (Adam Driver) nel biopic by un altro maestro del grande schermo: Michael Mann. Altra donna dolorosa che, sotto il carattere incendiario, nasconde una grande fragilità e umanità. Nomination come miglior supporting actress ai SAG Award, ma quella agli Oscar stavolta non è arrivata. Ma ce ne saranno tante altre, ne siamo certi.
Foto: 01 Distribution
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