Quindi ci sono questi immortali, capisci? Persone che esistono da millenni e sono in grado di guarire da qualsiasi ferita, rigenerando qualsiasi arto reciso. Tagliarsi un dito? Nessun problema! Un gruppo di questi talentuosi e inarrestabili highlander si è messo insieme e, guidato da una guerriera sciita secolare di nome Andromaca (Charlize Theron), accetterà i lavori più sporchi da mercenario, dietro compenso. Ci sono anche Booker (Matthias Schoenaerts), che ha combattuto nelle guerre napoleoniche prima di arruolarsi; Nicky (Luca Marinelli), un ex prete italiano; e Joe (Marwan Kenzari), un ex mercante iraniano. Entrambi si sono affrontati per la prima volta durante le Crociate, cercando continuamente di uccidersi a vicenda nel corso di molte epoche. Alla fine, i due sono diventati amanti.
“Andy”, come è conosciuta dai suoi colleghi, è una persona molto severa. Anche quando ha problemi con la loro ultima recluta, una marine statunitense di nome Nile (KiKi Layne) che ha appena scoperto di essere immortale, o quando cerca di proteggere l’esistenza del gruppo da Copley (Chiwetel Ejiofor), un agente della CIA ficcanaso, Andy veglia sulle spalle di tutti e si assicura che il lavoro venga portato a termine. Autodefinendosi la Vecchia Guardia – avete capito? – sono il tipo di antieroi supereroici per cui vengono scritte ballate. O fumetti. O sceneggiature che sfruttano quei fumetti per un franchise potenzialmente redditizio per una piattaforma di streaming.
Chi non è un fan sfegatato (un “Guardhead”?) avrà sicuramente bisogno di un ripasso prima di guardare The Old Guard 2, appena uscito su Netflix, poiché il sequel del film del 2020 presuppone che gli spettatori conoscano ogni singolo dettaglio della storia. L’Old Guard originale era un’interpretazione fedelissima della serie a fumetti di Greg Rucka, che ha beneficiato dell’adattamento del suo lavoro da parte dello stesso scrittore, e aveva molto da offrire: Theron che capitalizzava sulle sue doti da action hero post-Atomica bionda, la regista Gina Prince-Blythewood (Love & Basketball) che trovava un buon equilibrio tra sviluppo dei personaggi e sequenze di combattimento ben coreografate, una storia d’amore omosessuale che suonava autenticamente romantica in un genere solitamente allergico anche alla rappresentazione simbolica della comunità LGBTQ+.

Da sinistra: Henry Golding, Luca Marinelli, Marwan Kenzari, Charlize Theron e Kiki Layne. Foto: Netflix
Ciò che questo secondo capitolo ha a suo favore è la familiarità con la storia, una fanbase consolidata (rimane uno dei film originali Netflix più popolari, almeno secondo i dati diffusi dalla piattaforma stessa), un po’ di guest star di lusso (leggi: Uma Thurman), e il fatto che non sia necessario sforzarsi molto per impugnare un telecomando. Questo è tutto. Partendo dall’eredità del primo film e concludendosi con un cliffhanger che fa capire ai suoi creatori che stanno incrociando le dita per un terzo capitolo, The Old Guard 2 è l’estensione di una storia che richiede il coinvolgimento diretto del pubblico in questi personaggi, concetti e situazioni. È un nuovo capitolo di una saga, eppure, come i suoi personaggi che praticano l’arte della guerra da quando Sun Tzu coniò il termine, il sequel appare in qualche modo antico e un po’ scricchiolante.
Ricordate Quynh (Victoria Ngo), la vecchia collega immortale di Andy, sigillata in un sarcofago e gettata in mare, condannata a una vita di annegamento perpetuo? È stata trovata e recuperata dalla villain interpretata da Thurman, che si fa chiamare Discordia. Ricordate come Andy abbia misteriosamente perso i suoi poteri di rigenerazione a metà del primo film, il che è un enorme svantaggio quando l’intera faccenda si basa su “guerrieri mercenari che non possono mai essere uccisi”? È ancora un problema. Ricordate quando Copley decise che, invece di arrestare questi mercenari clandestini, avrebbe aiutato a nascondere la loro identità? L’ex agente segreto ora li aiuta in missioni che includono, per esempio, l’assedio alla fortezza di un signore del crimine croato. Ricordate come Booker fu condannato a un anno di esilio dopo aver sparato ad Andy? È ancora persona non grata, ma non per molto.
Per farla breve, Discordia ha in mente di usare Quynh e il suo occhio su Nile. Questa caricatura di un buono a nulla onnipotente, moralmente in bancarotta, è in realtà l’immortale più anziano in circolazione. “Ero lì, sai”, dice Discordia, fissando qualcosa fuori dall’inquadratura. “Riesco ancora a ricordarmelo, l’acre odore di odio nell’aria”. Taglio a: un dipinto di Gesù sulla croce [applausi tiepidi]. Nile, secondo lei, è “l’ultimo immortale mai nato” e potrebbe avere la chiave per sterminare tutti. Nel frattempo, un bibliotecario immortale di nome Tua (Henry Golding) pensa di sapere perché Andy ha perso i suoi poteri e ha una teoria su come potrebbe recuperarli.
Theron riesce ancora a realizzare ottime scene di lotta. Thurman sa ancora maneggiare una katana come un’esperta, anche se non è forgiata da Hattori Hanzo. Il duo in stile “l’amore non è bello se non è litigarello” composto da Marinelli e Kanzari è ancora affascinante, anche se un po’ sottoutilizzato. La nuova regista Victoria Mahoney (il cui arco narrativo personale è mille volte più interessante, toccante e avvincente di qualsiasi cosa accada qui) inserisce qualche spunto di regia a tratti creativo, come quando mette in scena Andy che cammina in un vicolo che si trasforma da un periodo storico all’altro a ogni passo. Spari, pugni, ed esplosioni pirotecniche. Tutti declamano le loro battute con precisione, colpiscono i loro obiettivi e la macchina da presa rimane sempre a fuoco.
Si sospetta che, mentre Mahoney, Theron, i suoi colleghi e la troupe stanno facendo del loro meglio per portare a casa questa storia di supereroi – e per estensione un franchise che Netflix può utilizzare per produrre numerosi altri sequel, possibili spin-off televisivi, eccetera – nel modo più professionale possibile, The Old Guard 2 non sia proprio il film che vorrebbe farvi credere. O meglio, è pericolosamente vicino a non essere affatto un film, quanto piuttosto un altro costoso “contenuto” che lo streamer può piazzare nei menu e usare per ingannare i vostri algoritmi di visualizzazione. Se non vi siete convertiti completamente al Team Old Guard prima di iniziare, non spegnerete la Tv diventando improvvisamente dei devoti della saga. Eppure, poiché ha tutti i codici e i fronzoli che associamo ai blockbuster, probabilmente verrà comunque presentato come un successo strepitoso. È il trucco più vecchio del mondo.