‘Teen Wolf – Il film’ è un’operazione nostalgia a uso e consumo dei fan | Rolling Stone Italia
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‘Teen Wolf – Il film’ è un’operazione nostalgia a uso e consumo dei fan

Tutti gli altri invece non ci capiranno nulla, a cominciare dalla trama stessa. La storia non aggiunge niente all’universo narrativo della serie sui lupi mannari adolescenti capitanati da Tyler Posey. Ma, semmai, lo fa rivivere di nuovo in blocco. E va bene così

Tyler Posey è Scott McCall in 'Teen Wolf: Il Film'

Tyler Posey è Scott McCall in 'Teen Wolf: Il Film'

Foto: Curtis Bonds Baker/MTV Entertainment/Paramount+

Teen Wolf – Il film. Sottotitolo (che non c’è, ma lo aggiungiamo noi): a uso e consumo dei fan. Perché, sì, loro – i licantropi mancati che dal 2011 ululano davanti alla tv seguendo il loro alfa, Scott McCall – godranno come ricci nel vedere quella che, di fatto, è una delle più azzeccate operazioni per accontentare la fanbase. Tutti gli altri, invece, non ci capiranno banalmente nulla, a cominciare dalla trama stessa. Il che, lasciatecelo dire, va bene così. Ormai stavamo rasentando la soglia limite di remake e ripescaggi seriali: non passa giorno che qualcuno non dica “tornerà Indiana Jones al cinema, e ci sarà pure Harrison Ford” o “lanciano il prequel di Supernatural, per raccontarci la vita dei genitori dei Winchester” e anche “hanno lanciato il reboot di (aggiungete un titolo tv a caso, al 90% sarà corretto)”.

L’idea sottesa a queste operazioni è di agganciare il pubblico storico, allargando al contempo il bacino alle generazioni più giovani. Risultato: il più delle volte ne esce un prodotto ibrido, che scontenta tanto i primi (con annesse accuse di sacrilegio seriale) quanto i secondi. Tanto vale, dunque, parlare solo a un pubblico, ossia ai fedelissimi. Tra l’altro, se c’è qualcosa in tv che non tramonta mai è proprio l’effetto nostalgia. Il mondo dell’intrattenimento se n’è accorto già da un pezzo, puntando su format che celebrano gli anni che furono: Tale e quale show; I migliori anni; Arena 60, 70, 80 e 90; l’ormai mitologica striscia Techetechetè, e tutte le celebrazioni di carriera prese in blocco, compreso il recente Michelle Impossible.

Le serie hanno invece rivalutato l’amarcord solo relativamente di recente, cavalcando le reunion. La madre di tutte: Friends: The Reunion. Si richiamano quindi gli interpreti originali e li si fa discettare dei loro personaggi, con tanto di aneddoti, ospitandoli in uno dei set simbolo delle loro produzioni. Ecco, Teen Wolf – Il film (disponibile su Paramount+ dal 23 febbraio) potrebbe essere considerato l’evoluzione 2.0 o, se preferite, “l’evoluzione mannara” delle reunion. La pellicola fa infatti una cosa molto semplice: racconta una storia la cui utilità è, onestamente, pari a zero. Non aggiunge niente all’universo narrativo del celebre franchising ma, semmai, lo fa rivivere di nuovo in blocco: ripesca un cattivone del passato e ci racconta la sua vendetta esattamente nei modi e nei toni che vorremmo.

TEEN WOLF: IL FILM (2023) Trailer ITALIANO | Paramount+

La sintassi è dunque 100% Teen Wolf style: è quella roba che, dal 2011 a oggi, abbiamo visto per ben 100 episodi di fila. Si tratta quindi di una proiezione nel nostro passato seriale: non nel futuro e men che meno nel presente. Pur essendo ambientato dopo i fatti dell’ultima stagione, il film sembra un episodio, preso a caso, dei tanti che ci hanno entusiasmato. Ed è in questo setting che avviene la “reunion”: a uno a uno rispuntano fuori quasi tutti i personaggi (poi arriviamo a parlare di quel “quasi”) e nessuno di loro ha uno straccio di arco narrativo. Non scoprono infatti chissà quale verità su se stessi. Non cambiano, non evolvono. Semplicemente, tornano a essere gli eroi che abbiamo seguito senza snaturarsi o aggiungere nulla. Celebrano se stessi e i bei tempi andati: al posto degli aneddoti snocciolati dagli interpreti, ci sono i flashback (che è anche meglio). Insomma, per farla breve, anziché nel teatro di posa o nel backstage, questa reunion avviene all’interno di una storia: una storia inutile, certo, ma decisamente più intrigante di uno studio tv. Da qui, la scelta di confezionare una produzione intelligibile ai soli fan: si entra in medias res praticamente subito, senza elargire spiegoni. Tanto chi segue Teen Wolf sa.

Dunque, si procede: si parte dal Giappone, dove troviamo Liam con la nippo-girl che è una kitsune; poi si passa a Los Angeles, dove Scott (Tyler Posey) lavora come veterinario di cani, intervenendo anche nelle emergenze (salva una bambina e il suo cane caduti in una fossa che rischia di stritolarli vivi), dopodiché arriva il turno di Lydia (Holland Roden), la banshee, che ora fa un lavoro super tech e non urla più, e salta fuori che c’è anche Derek (Tyler Hoechlin), sì, il mitico Derek, che ha pure un figlio (in crisi da zanne) di nome Eli. Più il film procede e più ti rendi conto che, all’epoca, il cast era davvero sterminato: c’è un sacco di gente a Beacon Hills. Per qualcuno si ha addirittura bisogno di qualche minuto per fare mente locale e ricordare chi fosse. Ma si tratta di un attimo. Dopo mezz’ora anche tu spettatore entri in modalità Teen Wolf e benedici gli sceneggiatori che hanno messo in piedi questa supercazzola di due ore e rotte: è un guilty pleasure ad alto tasso di action che ti riscatta da tutte le passate delusioni da remake.

L’unica grande amarezza è l’assenza di Stiles: l’attore Dylan O’Brien, che a questa serie deve praticamente tutto, non ha preso parte al progetto. Verso la fine ci spiegano che Lydia ha lasciato Stiles, a causa di una premonizione che lo dava per morto: be’, dopo il bidone a Teen Wolf – Il film, per i fan O’Brien è di certo morto. Ma tant’è. Come dicevamo, torna pure un cattivone del passato: lo Spirito Ingannatore, per capirci quello con la fissa per gli indovinelli. Il suo piano è quasi shakespeariano: vuole vendicarsi di Scott facendogli soffrire le pene dell’inferno. Quindi che fa? Crea un inganno che lo spinge a resuscitare Allison Argent (Crystal Reed) e poi mette su un intrigo astruso per far sì che, stavolta, sia lui a morire tra le braccia di lei. Di nuovo, gli autori fanno la mossa giusta: il legame Scott & Allison rappresenta tre quarti del successo della serie. La restante parte è fatta di ululati, zanne, artigli e occhi gialli, rossi o blu (a seconda se sei Beta, Alfa o Alfa molto figo). Tra l’altro, il ritorno di Allison in versione pazza assassina ridona centralità a una figura femminile che, qui, è protagonista a tutti gli effetti, e non solo spalla amorosa.

Tra i ritorni più graditi, spicca quello di Jackson (Colton Haynes, star anche di Arrow), che rappresenta il giusto contrappunto sarcastico, insieme alla caustica Malia. Lascia invece un po’ perplessi lo psicodramma familiare tra Derek e il figlio Eli, che non riesce a trasformarsi perché “sviene ogni volta che vede le zanne”. Suvvia, qui gli autori potevano inventarsi di meglio… Tra l’altro, Eli è il personaggio meno interessante di tutti (non a caso è nuovo ed è l’unico con un piccolo arco di evoluzione, a riprova che l’operazione vincente è invece solo quella in chiave reunion) e quindi anche il finale aperto, sul suo conto, rischia di risultare superfluo. Morale? Teen Wolf – Il film non è certo Kubrick (ma dai) ma mantiene esattamente la promessa narrativa che fa al pubblico: regalare l’ultimo giocattolone agli amanti della saga sui licantropi più famosa della tv. Quanti altri titoli possono dire di essere riusciti a soddisfare le aspettative del proprio pubblico, basse o alte che siano?