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Maggie Smith non ha età

La Dame dello schermo è la nostra “nonna” preferita da almeno trent’anni. E forse per questo non è mai invecchiata. Da ‘Hook’ a ‘Harry Potter’, da ‘Downton Abbey’ a ‘The Miracle Club’ (ora al cinema), ritratto della «più umile fra le star del cinema». Nonostante sia diventata anche modella. A quasi 90 anni

Foto: Zak Hussein/Corbis via Getty Images

Era il 1967 quando Jerome Lettvin, un neuroscienziato statunitense, ipotizzava il motivo per cui riconosciamo immediatamente Belén su un cartellone pubblicitario in centro a Milano mentre spesso facciamo fatica a riconoscere il vicino di casa (fortunatamente, aggiungerei): sarebbe merito (o colpa) di un certo “neurone nonna”, che ci aiuterebbe a ricordare con facilità il volto di una persona famosa o familiare allo stesso modo con cui riconosceremmo nostra nonna nella folla. Sarà stato questo neurone, qualche decennio dopo, che ha convinto Spielberg a dare a Maggie Smith le fattezze di un’anziana Wendy nel film Hook – Capitan Uncino? Voleva imprimerla per sempre nella nostra memoria visiva come la vegliarda dal volto spigoloso e l’aria austera? Come l’anziana signora inglese d’antan con cui hai solo voglia di prendere il tè delle cinque a Highclere Castle per ammirarle l’acconciatura?

Probabilmente no, ma ho il sospetto che Maggie Smith non sia mai stata giovane o comunque, per le nostre retine, non abbia mai avuto meno di ottant’anni da almeno trent’anni. È una stella, ma nel senso letterale del termine: non sapremo mai con certezza quanti anni ha, eppure sappiamo che brilla nel firmamento (di Hollywood) praticamente da sempre. Vederla sugli schermi – ora in The Miracle Club, appena arrivato nelle sale italiane, nei panni di un’anziana signora irlandese che con un gruppo di amiche (tra cui l’altrettanto veterana Kathy Bates) va a Lourdes – ci rassicura, e chiederle l’età sarebbe un gesto alquanto villano. “Tutti mi credono più vecchia di Dio, quindi mi porto avanti con i miei personaggi”, risponde a chi le domanda come mai sceglie sempre personaggi di donne attempate. E senza mai accusare nessuno di ageism.

Maggie Smith con Laura Linney in ‘The Miracle Club’. Foto: Lionsgate

Hook esce nel 1991 e Maggie Smith ha 57 anni. Alle spalle ha già una carriera incredibile: due premi Oscar, sia come migliore attrice protagonista per La strana voglia di Jean sia come non protagonista per California Suite (come lei solo altre sei attrici). Il suo debutto al cinema avviene nel 1958, dopo una carriera prolifica come interprete shakesperiana sotto gli auspici della Oxford University Dramatic Society e una breve parentesi a Broadway, con il film Senza domani, per cui ottiene subito una candidatura ai BAFTA come migliore attrice debuttante (la prima di diciotto). Da quel momento, non lascerà più il grande schermo: viene diretta dai migliori, da George Cukor a Robert Moore a James Ivory, colleziona premi, mariti (due come gli Oscar), plausi dalla critica. Indefessa lavoratrice dello spettacolo, è già la più brava di tutte, e lo dimostra facendo parlare di sé solo per le sue ineccepibili doti da interprete. Mai uno scandalo, una stroncatura, un pettegolezzo, una beneficenza finita male.

“Maggie Smith è forse la più umile fra le star del cinema”, scrive Michael Coveney nella biografia su di lei uscita nel 2015. Si potrebbe dire, insomma, che ha il rigore e l’abnegazione di una suora. E infatti, un anno dopo Hook, interpreta uno dei ruoli più memorabili della sua carriera: è la Madre Superiora in Sister Act 1 e 2 al fianco di Whoopi Goldberg, entrambi enormi successi al botteghino. A cui seguono le parti, altrettanto indimenticabili, di Gunilla Garson Goldberg, una signora ricchissima e posh dell’high society americana nel Club delle prime mogli, e di Constance, la Contessa di Trentham, in Gosford Park. Diventa la nostra vecchia del cinema preferita.

Maggie Smith è Lady Violet in ‘Downton Abbey’. Foto: ITV

Eppure, racconterà a Graham Norton, nonostante il successo può ancora girare liberamente per le strade di Londra. Fino al nuovo millennio, quando la sua popolarità raggiungerà l’apice e persino i bambini inizieranno a riconoscerla al supermercato. Si narra – lo dicono i potteriani – che J.K. Rowling avesse in mente proprio lei mentre ideava il personaggio della severa ma buona Minerva McGonagall nella saga di Harry Potter. Non sappiamo se sia andata realmente così, ma sono sicuro che nessuno potrebbe mai immaginarsi la professoressa McGranitt con un altro volto.

Il successo planetario di Harry Potter lo conosciamo tutti, e per Maggie Smith è l’ennesima consacrazione. Sette film, dal 2001 al 2011, che riesce a concludere nonostante le venga diagnosticato un cancro al seno nel 2008, da cui guarirà completamente. La McGranitt sarà quindi il personaggio con cui verrà ricordata? Ne eravamo tutti certi, fino a quando non arriva un altro copione tra le sue mani, questa volta per una serie tv: il personaggio che deve interpretare è Violet Crawley, una contessa di Grantham nata agli inizi dell’Ottocento.

Maggie Smith mette a segno un altro colpo: Downtown Abbey diventa la serie drammatica britannica in costume di maggior successo, e nel 2011 entra nel Guinness dei Primati come la serie più acclamata dalla critica. Il merito è anche suo: il personaggio di Violet Crawley è subito leggenda, le sue espressioni diventano meme, gif, patrimonio della rete. Anche la regina Elisabetta, dopo averla già insignita del titolo di “Dame”, Dama dell’Ordine dell’Impero britannico, le rende omaggio con un’altra onorificenza: Companion of Honour. Non capiremo mai realmente cosa significhi, ma vi basti sapere che, come lei, l’hanno ricevuta anche Stephen Hawking, David Hockney e Anna Wintour.

“Maggie Smith non è solo un mistero ma anche un enigma”, scrive sempre Michael Coveney. Dame Maggie Smith è un’opera d’arte. Anche in questo caso, non parliamo per metafore. Alla National Portrait Gallery c’è un quadro che la ritrae, un ritratto dell’artista James Loyd in cui la vediamo senza sottogonne o abiti di scena. È Dame Maggie Smith spogliata di tutte le sue parti. Riconosciamo solo il suo fulgido talento.

A ottobre di quest’anno è uscita la campagna fotografica per la collezione primavera-estate di Loewe. Gli scatti sono di Jurgen Teller, i soggetti fotografati sono celeb del cinema e della tv. Ma tutti ne ricordiamo – ne ricorderemo – solo una: Dame Maggie Smith. Modella a quasi novant’anni, anzi no: senza età.

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