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In ‘Rebel Moon’ c’è tutto quello che vuole Zack Snyder. E pure quello che non vuole

È arrivato su Netflix ‘Figlia del fuoco’, la prima parte del dittico (per ora) che vuole inaugurare un nuovo universo. Tra ‘Star Wars’, ‘Avatar’ e ‘I magnifici sette’, il regista dalla sterminata fanbase mantiene la sua cifra unica. Nel bene e nel male

Foto: Clay Enos/Netflix

Bisogna raccontarla bene la storia di Zack Snyder, regista, produttore e sceneggiatore che ha una fanbase tale da costringere una multinazionale a distribuire, anche solo sulla sua piattaforma streaming, il film che la stessa Warner Bros. aveva distrutto. Parlo di Justice League, naturalmente, il cui ipertrofico cut di Snyder consta di quattro ore e due minuti. E forse la rottura dello Snyderverse della DC si rivelerà un giorno la più grande fortuna per l’uomo di Green Bay, il cui approdo a Netflix gli sta permettendo di fare davvero tutto quello che gli passa per la testa. Dopo i rapinatori nell’apocalisse zombie di Army of the Dead, adesso una saga spaziale divisa in due film, almeno per il momento. Già, perché conoscendo Zack chissà quante avventure e personaggi avrà già in testa per popolare il suo nuovo universo.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco è su Netflix da qualche giorno ed è un’esperienza da fare, un po’ come prendere LSD almeno una volta nella vita. La storia in sintesi: c’è un imperatore cattivo che manda il suo esercito di pianeta in pianeta per prosciugarne le risorse e poi distruggerli. Gli si oppone una fazione ribelle a cui viene data la caccia in tutta la galassia. Su una lontana luna popolata da pacifici contadini vive Kora, arrivata lì qualche anno prima e diventata una brava bracciante sexy in salopette. Quando i cattivi atterreranno, dopo avere visto uccidere il capovillaggio e quasi violentata una giovane della comunità, le qualità speciali della donna verranno fuori: una letale guerriera imperiale salvatasi dal naufragio della sua nave stellare. Dopo avere ucciso tutti i soldati lasciati a controllare l’insediamento agricolo, Kora dovrà mettere insieme un piccolo esercito per difendere i suoi amici adepti del biodinamico al ritorno del malvagio Atticus Noble, braccio destro dell’imperatore e di nero vestito. Parte così la ricerca di Kora di pianeta in pianeta per reclutare i suoi magnifici sette.

Vi ricorda niente? E questa è solo la punta dell’iceberg, perché Rebel Moon è volutamente, e soprattutto provocatoriamente, una miscela esplosiva di Star Wars (non il film, proprio la saga), I magnifici sette, Avatar, Il gladiatore, Lady Oscar e tanta altra roba, tra cinema, fumetto e letteratura. Il tutto presentato con una sfacciataggine rara e ammirevole, da parte di quello che senza porsi troppi problemi ha fatto un remake, anche bello, dell’Alba dei morti viventi di George A. Romero, ha portato sullo schermo due graphic novel leggendarie come 300 e Watchmen (Frank Miller e Alan Moore, mica bruscolini), e poi ha creato un mondo in cui delle giovani donne potevano prendere in mano il loro destino per uccidere il maschio prevaricatore e violento. E a questo proposito, forse sarebbe il momento di rivalutare un film ultravisionario come Sucker Punch.

Insomma, Rebel Moon è un viaggio che bisogna intraprendere praticamente senza rete, come hanno fatto d’altronde anche i suoi protagonisti, a partire da Sofia Boutella, l’ex ballerina di Madonna ormai da tempo passata al cinema e che, dopo avere lavorato con Gaspar Noé nel meraviglioso trip di Climax, non si può meravigliare più di niente. È lei a interpretare Kora, personaggio che ha amato sin dal primo momento, come ci ha detto poco prima dell’anteprima londinese del film. «Mi è piaciuta la sua personalità multisfaccettata sin da quando l’ho conosciuta sulla pagina, e ho iniziato subito a pensare dove andare a pescare da un punto di vista psicologico per entrare nel personaggio. L’idea di interpretare un’eroina che fa di tutto per non esserlo quando c’è bisogno di lei era per me molto eccitante. Zack non mi ha dato alcun riferimento a cui ispirarmi, ho preferito attingere alla mia esperienza personale, avendo vissuto i primi dieci anni della mia vita in Algeria in un costante stato di guerra civile, per poi trasferirmi in Francia, senza però sentire alcun senso di appartenenza sia delle mie radici che del presente che stavo vivendo quando ero a Parigi».

Zack Snyder dirige Charlie Hunnam sul set. Foto: Chris Strother/Netflix

Ed Skrein interpreta il crudele Atticus Noble e, al contrario di Sofia, lui ha ricevuto delle indicazioni precise da parte di Snyder sul personaggio, mettendoci però anche del suo. Perché al di là del fatto di essere un figaccione, il ragazzo è un diplomato della Saint Martins, la migliore school of arts del Regno Unito. «Volevo che l’esperienza di interpretare Atticus Noble, ma anche il guardarlo da parte dello spettatore, fosse paragonabile all’osservare un dipinto di Francis Bacon, le stesse emozioni che trasmette The Electrocution of the Pope. Zack mi ha dato delle indicazioni, dal colonnello Kurtz di Apocalypse Now al poliziotto di Gary Oldman in Léon e Ralph Fiennes in Schindler’s List, ma sono stati tutti suggerimenti che ho piantato in fondo al personaggio e che ho fatto crescere spontaneamente nel corso della lavorazione. Vedendo il film la prima volta mi sono sentito a disagio guardandomi, Atticus è qualcosa di diametralmente opposto a me».

Lo speriamo bene, Ed. Una curiosità, che chissà perché ho l’impressione non sia dettata dal caso. Ed Skrein ha interpretato il personaggio di Daario Naharis in tre episodi di Game of Thrones, poi è stato sostituito da Michiel Huisman, che è anche lui nel cast di Rebel Moon, nei panni dell’agronomo Gunnar che accompagna Kora nel reclutamento del manipolo di eroi. Che sono, in ordine sparso, Ray Fisher (il capo dei ribelli Bloodaxe; Fisher era Cyborg in Justice League), Charlie Hunnam (Kai), Djimon Hounsou (Titus), Staz Nair (Tarak; Staz lo conoscono bene gli appassionati della serie Supergirl, e anche lui ha fatto parte del cast di Game of Thrones). C’è anche Bae Doona, bravissima attrice coreana che in carriera ha lavorato con Bong Joon-ho, Park Chan-wook, Kore’eda Hirokazu e le sorelle Wachowski. Per Zack Snyder si è trasformata nella letale Nemesis. Infine, nei panni di Milius (e pensate che anche questo sia un caso? Ma dai!), c’è E. Duffy.

Ed Skrein alias Atticus Noble. Foto: Clay Enos/Netflix

Tutti si sono detti entusiasti di avere lavorato con il visionario Snyder, che ha cercato di ricostruire quanto più possibile dal vero piuttosto che lavorare solo con i green screen, per calare i suoi attori il più possibile nella storia e nei personaggi di questa saga la cui seconda parte arriverà su Netflix il 19 aprile 2024 con il titolo Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice. Tutto un programma.

In Rebel Moon c’è anche Anthony Hopkins, che interpreta il robot Jimmy, motivo in più per cui è difficile non volere bene a Zack Snyder, che è bene ricordare che nella vita ha anche dovuto soffrire la perdita di una figlia e che solo per questo è francamente autorizzato a fare più o meno il cazzo che vuole con il suo cinema. E noi gli vogliamo bene anche se non ci ha voluto dare udienza, per bisticci pregressi con la testata americana. Ci è dispiaciuto, sarebbe stata sicuramente una bella conversazione. Sarà per la prossima Luna, Zack.

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