Il miglior modo per omaggiare la Kyoto Animation è guardare ‘La Forma Della Voce’ | Rolling Stone Italia
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Il miglior modo per omaggiare la Kyoto Animation è guardare ‘La Forma Della Voce’

Dopo la tragedia che ha colpito la casa di produzione giapponese, riguardiamo il suo capolavoro, in cui bullismo, depressione e manie suicide vengono raccontate con la delicatezza tipica della cultura manga

Il miglior modo per omaggiare la Kyoto Animation è guardare ‘La Forma Della Voce’

La notizia del rogo appiccato alla sede della Kyoto Animation è un altro triste pezzo di storia che si somma ai sempre più frequenti atti di follia di questo periodo. Nell’ultimo comunicato la casa d’animazione giapponese si è stretta attorno ai familiari delle vittime, chiedendo alla stampa di astenersi dal riportare presunti aggiornamenti sulla compagnia. In un momento così triste e delicato, noi possiamo onorare i lavori, le produzioni e le fatiche della Kyoto Animation che, negli ultimi quindici anni, era diventata un pilastro della produzione filmica nel mondo degli anime. Tra i tanti, ha prodotto due spin off di successo della fortuna serie Full Metal Panic!, Violet Evergarden e La Forma Della Voce.

La Forma Della Voce è il capolavoro della produzione di Kyoto Animation. Un film anime tratto dall’ominomo manga shōnen disegnato dal giovane fumettista Yoshitoki Ōima, quello che gli americani definirebbe un coming-of-age, un racconto di crescita e formazione. La storia si concentra su Ishida, un giovane cui la vita cambia quando una ragazza sorda, Nishimiya, entra a far parte della sua classe delle elementari. A causa del suo decifit, Nishimiya diventerà vittima di bullismo, in particolare del nostro protagonista, venendo costretta a cambiare istituto. Cresciuto e isolato dalla comunità scolastica per il suo passato da bullo, Ishida intraprenderà un percorso di redenzione verso il suo passato che coinvolgerà Nishimiya e il suo nuovo gruppo di amici. Ma a differenza della maggioranza di questi film, La Forma Della Voce non ha paura di addentrarsi in luoghi oscuri e difficoltosi della vita degli adolescenti, aprendo la visione con un tentato omicidio, tema ricorrente durante il racconto.

La sede della Kyoto Animation dopo l’incendio doloso in cui sono morte 34 persone. Foto di Carl Court/Getty Images

La forza del film è l’intensità con cui il regista Naoko Yamada investe la pellicola. I diversi livelli di lettura e complessità fanno sì che la storia funzioni sia per un pubblico più giovane, potenzialmente quello di riferimento, che per uno adulto. Colpisce la voglia di trattare temi complessi come bullismo, depressione, manie suicide con la delicatezza tipica della cultura manga in cui le atmosfere “dreamy” della giovinezza di questi ragazzi vengono squarciate da imprevedibili intromissioni della vita reale che, senza cuore, li devasta e percuote. Nessuno è davvero innocente, ognuno dei protagonisti, come giustamente ci ricorda l’esistenza, cade in errore causando profonde ripercussioni sulla vita delle persone che ha accanto. E questa è la grande forza del racconto di Ōima e della trasposizione della Kyoto Animation; l’ammissione di debolezza e fragilità delle persone. Tutti possiamo sbagliare.

In un’epoca di immediate gogne mediatiche pubbliche senza possibilità di redenzione, La Forma Della Voce cerca di aprire a un mondo possibile dove la crescita e la consapevolezza possono portare al perdono e alla riconciliazione. Nell’universo dark di queste adolescenze, troviamo sprazzi di futuro e di accettazione, al contrario di una contemporaneità dove il perdono non è ammesso. Nel Medioevo delle decapitazioni sociali immediate, il tempo viene privato del valore, e con esso tutte le questioni che necessitano tempo, come la conoscenza, la crescita, il perdono.

Durante un passaggio molto sentito della storia, c’è una frase che potrebbe essere l’unico spazio di conforto per chi ora non può altro che piangere le vittime di quel giorno di luglio: le persone, vivendo, soffrono. È così per tutti noi, sai?

Guardatevi La Forma Della Voce, possibilmente in giapponese sottotitolato in italiano (questo perché i cambi di registro vocale nipponici sono incredibilmente espliciti ed esplicativi), lo trovate su Netflix. È il miglior omaggio che possiamo fare alla Kyoto Animation.

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