Rolling Stone Italia

I migliori film sulla droga da vedere su Netflix

Da Alessandro Borghi e Luca Marinelli nel cult di Claudio Caligari a un Leonardo DiCaprio "fattissimo" in 'The Wolf of Wall Street'

Foto: Good Films

Suburra

Stefano Sollima

2015

Una storia intricatissima (poi darà origine alla serie prequel Netflix) che coinvolge tutti gli ambienti di Roma, dalla politica alla criminalità, fino alla Chiesa. Dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, Stefano Sollima dirige un affresco scurissimo, lucido e raffinato, tra speculazione edilizia, sfruttamento, sesso e droga. Ci sono gangster, magnaccia, tossici e pitbull che sbranano la gente. E un super cast: da Piefrancesco Favino ad Alessandro Borghi ed Elio Germano.

Non essere cattivo

Claudio Caligari

2015

Ci sono tanto motivi per cui Non essere cattivo è diventato un cult: è l’ultima opera di Claudio Caligari e il film che ha lanciato i migliori attori che abbiamo in questo momento in Italia, Alessandro Borghi e Luca Marinelli. Nella Ostia degli anni ’90, Vittorio e Cesare, amici da sempre, si muovono tra piccola criminalità e spaccio di droghe sintetiche. Una fotografia perfetta, nitida, della periferia romana, di chi lavora e non ha, di chi mena perché deve mena’. E coca, allucinazioni, capelli rasati, occhi iniettati di sangue. Un classico moderno.

The Wolf of Wall Street

Martin Scorsese

2013

Lo canta pure Il pagante in Portofino: “Tutto fatto come DiCaprio in The Wolf of Wall Street“. Nella sua autobiografia Jordan Belfort ha dettagliato eccessi che avrebbero fatto vergognare gli imperatori romani. E Scorsese non lesina sulla decadenza: per Belfort (un DiCaprio da Oscar, ben prima di Revenant) e il suo miglior gregario, Donnie Azoff (Jonah Hill non c’è momento sbagliato per un’orgia o una nuova truffa. Il quaalude è la loro droga preferita, e la scena in cui un Belfort torna a casa fattissimo da un country club, è esilarante. E spaventosa.

Cocaine – La vera storia di White Boy Rick

Yann Demange

2018

A 14 anni Rick Wershe Jr. (Richie Merritt) se la spassava con le bande afroamericane che gestivano il traffico di droga a Detroit nel 1984. A 15 anni era già stato reclutato da due federali (Jennifer Jason Leigh e Rory Cochrane) e un poliziotto della narcotici (Brian Tyree Henry) per aiutarli a costruire un caso e catturare un pesce grosso. “La mia vita di informatore adolescente segreto per l’FBI” è il sottotitolo della sua autobiografia. Roba che attira i produttori cinematografici come il miele. Ah, c’è pure Matthew McConaughey nei panni del padre.

Lo spietato

Renato De Maria

2019

Terrazza vista Duomo, il personaggio di Riccardo Scamarcio — in vestaglia e con pacco in bella vista — guarda il sole riflettersi sulla Madunina dorata, fa un sorrisino malizioso e partono le montagne russe. Liberamente tratto dal libro Manager Calibro 9 di Luca Fazzo e Piero Colaprico sul pentito Saverio Morabito, vede Scamarcio nei panni del protagonista un ragazzino calabrese trapiantato con la famiglia nell’hinterland milanese che diventa spietato ‘cumenda’ del crimine nella Milano da bere. “Uè testina”.

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