Una battaglia dopo l’altra, l’epopea sui generis di 162 minuti ora nelle sale, è molti film in uno. È la rivisitazione diabolicamente ispirata del regista e sceneggiatore Paul Thomas Anderson del romanzo del 1990 Vineland del maestro postmoderno Thomas Pynchon; è un avvincente film d’azione; è una commedia esilarante; è un trattato sul vero scopo della politica rivoluzionaria; ed è una meditazione profondamente commovente sulla genitorialità e la mezza età. Potete leggere tutto questo nelle recensioni entusiastiche che il film ha ricevuto, molte delle quali lo hanno consacrato come film dell’anno (la nostra è qui), o nelle deliziose interviste che Anderson e il suo protagonista principale, Leonardo DiCaprio, hanno rilasciato.
Ma Una battaglia dopo l’altra è anche qualcos’altro: un film alimentato dalla musica. In un momento in cui i biopic musicali, alcuni meglio di altri, stanno facendo soldi e riempiendo i multisala, Anderson offre un modo diverso, molto più profondo, di usare la musica sul grande schermo. Ecco perché questo è uno dei migliori film musicali degli ultimi anni: un’impresa non da poco in un anno che ci ha già regalato I peccatori. E attenzione, ci sono più spoiler qui che ciocche nel codino di DiCaprio.
Il cast
Il cast di questo film è ricchissimo di nomi della musica. Per cominciare, quello di Teyana Taylor, che offre una performance esplosiva nella prima parte del film nei panni della combattente per la libertà Perfidia Beverly Hills, compagna di Bob Ferguson (DiCaprio) e madre di Willa Ferguson (interpretata dalla talentuosa esordiente Chase Infiniti). Taylor è diventata famosa negli anni 2000, quando era ancora adolescente, come coreografa del video di Ring the Alarm di Beyoncé; ha ottenuto un discreto successo un paio d’anni dopo con Google Me, prima di iniziare una lunga collaborazione con la G.O.O.D. Music di un Kanye West, che non era ancora caduto in disgrazia. Il suo album del 2018, K.T.S.E., è stato uno dei più importanti successi R&B degli ultimi anni, e proprio quest’estate ha pubblicato un ottimo album intitolato Escape Room. Taylor ha dimostrato un vero carisma da star in tutti questi progetti, e sceglierla come centro magnetico attorno al quale ruota il film anche quando non è in scena è stato un colpo da maestro.
Ma non è tutto. Il cast di supporto include altri tre musicisti, ognuno dei quali è stato utilizzato con grande efficacia per dare volto ai French 75, il gruppo militante a cui appartengono i personaggi di Taylor e DiCaprio. Il trendsetter R&B Dijon, che ha collaborato con Justin Bieber e Mk.gee, interpreta Talleyrand, il vecchio compagno che si fa avanti per Bob in un momento cruciale (e molto divertente) a metà del film. Shayna McHayle, nota agli appassionati di rap come New York MC Junglepussy, interpreta una rivoluzionaria che ha quello stesso nome di battaglia; non dimenticherete facilmente la scena in cui partecipa a una rapina in banca, né il dialogo successivo che la riguarda in una conversazione tra dei vili suprematisti bianchi/neofascisti. E Alana Haim, la cui band ha appena pubblicato un eccellente breakup album intitolato I Quit, interpreta Mae West, il cui momento finale sullo schermo è tra le sequenze d’azione più efficaci del film.
I “needle drop“
Ovvero: l’uso della musica di repertorio. Anderson ha sempre saputo come utilizzare una canzone al momento giusto nei suoi film – pensate a Wise Up di Aimee Mann in Magnolia, o a Sister Christian in Boogie Nights – e Una battaglia dopo l’altra non fa eccezione. La scena in cui la canzone del 1972 degli Steely Dan Dirty Work suona mentre un Bob stordito e sconfitto si fa di canne prima di un colloquio genitori-insegnanti non potrebbe essere più perfetta. Né quella in cui la hit del 2017 di Sheck Wes Mo Bamba rimbomba nella palestra durante un ballo scolastico, o quella in cui il singolo del 1962 delle Shirelles Soldier Boy fa da colonna sonora a una scena inquietante tra Taylor e il comicamente terribile Colonnello Steven J. Lockjaw, interpretato da Sean Penn. E se a un certo punto cogliete un testo in spagnolo che fa riferimento al personaggio di Teyana Taylor, non vi sbagliate: è Perfidia, una canzone del 1939 del cantautore messicano Alberto Domínguez. (Con un tocco di classe che i fan di Pynchon adoreranno, le opere di Domínguez includono anche una canzone intitolata Frenesi, che ha dato il nome al personaggio di Vineland poi ribattezzato Perfidia.)
Gli espedienti narrativi
Un importante espediente narrativo in Una battaglia dopo l’altra ha a che fare con le elaborate password rivoluzionarie che Bob dimentica una volta entrato in clandestinità, quando ormai ha dedicato la sua vita a crescere Willa e a girovagare in un accappatoio extralarge. Non si tratta di semplici formule di una sola parola: sono lunghe sequenze di domande e risposte catechistiche che i membri del French 75 devono recitare insieme per dimostrare di essere chi dicono di essere. Ce ne sono un sacco, ma una che sentiamo ripetere più e più volte, sia nelle scene comiche che in quelle drammatiche, proviene dal testo del classico del 1970 del poeta radicale e proto-rapper Gil Scott-Heron The Revolution Will Not Be Televised: “Green Acres, Beverly Hillbillies e Hooterville Junction non saranno più così dannatamente rilevanti…”. È un intelligente richiamo a un momento del passato che ha messo in discussione lo status quo, e qualcosa che qualsiasi fan del lavoro pionieristico di Scott-Heron apprezzerà.
La colonna sonora
Non ignoriamo questo elemento fondamentale solo perché è già successo. Cinque degli ultimi sei film di Anderson – Il petroliere, The Master, Vizio di forma, Il filo nascosto e ora Una battaglia dopo l’altra – hanno avuto colonne sonore originali del chitarrista dei Radiohead Jonny Greenwood. (L’unica eccezione, Licorice Pizza, si concentrava principalmente su musica anni Settanta fedele all’epoca, ma Greenwood ha anche contribuito con qualche spunto occasionale.) Greenwood è diventato uno dei compositori di colonne sonore più celebrati di Hollywood in questo periodo e, sebbene sia stato presumibilmente impegnato a preparare il primo tour dei Radiohead in otto anni, ha anche prodotto quella che potrebbe essere la sua migliore colonna sonora finora. I suoi tocchi di pianoforte nervosi e le sue note di sintetizzatore sono una parte importante di ciò che fa scorrere velocemente le quasi tre ore di Una battaglia dopo l’altra. È presente in ogni scontro serrato e in ogni inseguimento in auto da cardiopalma, amplificando le emozioni e tenendovi incollati alla storia dal ritmo incessante di questo film. Quando tra qualche settimana eseguirà l’assolo di Just nelle arene di tutta Europa, si prenderà una meritata vittoria per ciò che è riuscito a fare in questo film.
