‘Fast X’ sembra scritto da ChatGPT | Rolling Stone Italia
Scaldate i motori (o forse no)

‘Fast X’ sembra scritto da ChatGPT

Nemmeno Jason Momoa nei panni di un cattivo che sghignazza può salvare il decimo capitolo del franchise di 'Fast and Furious' starring Vin Diesel e compagnia roboante. E la brutta notizia è che ci aspettano altri capitoli

Jason Momoa in 'Fast X'

Jason Momoa in 'Fast X'

Foto: Universal Pictures

Se ChatGPT dovesse scrivere una sceneggiatura per un lungometraggio, difficilmente il risultato potrebbe essere più “robotico” o senz’anima di Fast X, l’ultimo capitolo dell’ormai immortale franchise action. Questo è decisamente meno un film che una serie di, be’, incidenti automobilistici, molti dei quali scenografici in modo quasi meccanico ma, come il resto del baraccone, avulsi da qualsiasi contesto emotivo o logico. È un collage paralizzante di spettacoli esplosivi cuciti insieme. Potete sentire il vostro QI abbassarsi a ogni minuto che passa.

C’era una volta un film d’azione su un gruppo di piloti di strada. Era ridicolo, ma anche buono, sciocco e divertente, di dimensioni abbastanza modeste e piacevolmente dimenticabile. Che ci crediate o no, è successo 22 anni fa. Sì, Fast and Furious appartiene a un mondo precedente all’11 settembre, e i suoi creatori sicuramente non hanno mai pensato che ce ne sarebbero stati ben dieci capitoli (e altri ancora da realizzare). Ma è quello che succede quando le persone continuano ad acquistare accessori. L’industria continua a produrli.

Il nuovo film fa il giro del mondo – Rio, Roma, Napoli, Londra, Antartide (sì, Antartide) – e unisce il lavoro di stunt perpetuo e il caos reso digitalmente a una trama senza senso che esiste (nella misura in cui esiste) per mordersi la coda. Sembra che la squadra, che comprende ancora Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Ludacris e Sung Kang, abbia ucciso un signore della droga, e il figlio del tizio (Jason Momoa) sia pronto a scatenare l’inferno alla ricerca di una vendetta sadica. E questo è più o meno tutto.

FAST X | Final Trailer

Soltanto che qualcuno si è dimenticato di dire a Momoa che “anche meno”, come al resto del cast. Invece il ragazzone saltella con addosso una serie di bluse sogghignando, urlando e divertendosi molto più di chiunque altro. Sembra nella modalità cazzeggio giusta per Fast X, al contrario – diciamo – di Diesel, che ha un paio di modalità di performance base, di nuovo nei panni dell’ancora del franchise, Dom. La più importante è lo sguardo torvo costante, a cui Diesel sembra ormai comodamente abituato. Ma di tanto in tanto, in un’esternazione di emozione, Dom arriccia le labbra e borbotta qualcosa sull’importanza della famiglia. E quei momenti sono sufficienti per farci desiderare altri incidenti automobilistici.

Ormai la saga dovrebbe gestire alla grande tutto ciò che riguarda le auto in scena; e certamente, di film in film, ha sempre cercato di superarsi. In Fast X le auto vengono catapultate e lanciate dagli elicotteri, fatte saltare in aria (più volte di quante se ne possano contare) e capovolte ripetutamente. Sono usate come armi tanto quanto come veicoli. Ma l’impresa più impressionante del film è che rende tutto questo mortalmente noioso. Quando vedi solo una babele di macchine, inizi a desiderare qualcosa di radicale come lo sviluppo dei personaggi. Qualunque fosse l’umanità riconoscibile della storia, da tempo ormai è andata fuori strada. Con i suoi svogliati richiami a vecchi personaggi e trame e una narrazione che non sembra nemmeno preoccuparsi di avere un senso, sembra davvero che Fast X sia stato scritto da un software.

Ma forse è tutto quello che i fan vogliono davvero. Forse sottigliezze come la storia, il pathos e il motore dell’azione sono fuori luogo qui, sono inutili. Andrebbe bene se Fast X fosse semplicemente chiassoso e stupido: tanto c’è da aspettarselo. Il problema è che è anche dolorosamente meccanico. È tutto macchine e nessun pilota. E sì, possiamo quasi certamente aspettarci che arrivi un altro capitolo da qui a un paio d’anni.

Da Rolling Stone US

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