‘Dream Scenario’: la recensione del film di Kristoffer Borgli con Nicolas Cage | Rolling Stone Italia
Il talento di Mr. C

‘Dream Scenario’: date un personaggio folle a Nicolas Cage, e lui creerà meraviglie

Dal norvegese Kristoffer Borgli (‘Sick of Myself’), una satira che mette insieme incubi, celebrità e cancel culture. E che punta tutto su un’altra eccentrica e sfrenata performance di uno dei divi più sottovalutati di sempre

‘Dream Scenario’: date un personaggio folle a Nicolas Cage, e lui creerà meraviglie

Nicolas Cage in ‘Dream Scenario – Hai mai sognato quest’uomo?’

Foto: A24

Pensate ad alcuni dei sogni più strani che abbiate mai fatto. Forse eravate appollaiati su un tavolo mentre alligatori affamati strisciavano verso di voi. Oppure eravate seduti a bordo di una piscina mentre vari oggetti cadevano dal cielo. O ancora, eravate dentro quell’incubo in cui un uomo alto e terrificante, con vestiti a brandelli, vi inseguiva lentamente nel bosco, mentre voi correvate al rallentatore. Ne avete in mente uno? Bene.

Ora immaginate un uomo di mezza età, un po’ goffo, che passeggia con disinvoltura dentro quel sogno. Non sta facendo nulla di per sé. Si limita a comparire davanti a voi, un passante casuale in un film che è uno strambo viaggio mentale che si sta svolgendo durante la vostra fase R.E.M. Quel tipo assomiglia molto a Nicolas Cage se fosse calvo, barbuto, occhialuto, nonché la versione più “maschio beta” dell’attore di Cuore selvaggio che si possa immaginare.

In parte horror e in parte sberleffo alla cancel culture, Dream Scenario – Hai mai sognato quest’uomo? (ora nelle sale) è il tipo di commedia surreale high concept che Michel Gondry, Spike Jonze e Charlie Kaufman facevano regolarmente: si potrebbe intitolare Eternal Nicshine of the Spotless Cage (gioco di parole su Eternal Sunshine of the Spotless Mind, titolo originale di Se mi lasci ti cancello, ndt). Se manca la spinta emotiva che caratterizzava quei film di fine anni ’90-inizi 2000, la satira fuori dagli schemi del regista norvegese Kristoffer Borgli si fa perdonare perché crea una miscela leggermente nociva tra ironia e orrore. (Si possono percepire diversi elementi dello stile di Ari Aster: non sorprenderà dunque scoprire che è A24 a produrre il film.)

Dream Scenario sa di avere un asso nella manica nella sua star. Grazie a una deroga della SAG-AFTRA, Nicolas Cage ha potuto presenziare alla prima del film al Toronto Film Festival e ha partecipato a un Q&A dopo la proiezione. Anche se non è stata scritta per lui, ha detto che la storia di quest’uomo che si ritrova improvvisamente al centro di un fenomeno virale lo ha colpito immediatamente. Cage ha ricordato di essersi svegliato una mattina scoprendo, grazie a dei meme che giravano online, di essere passato da star del cinema a star di Internet, e questo film ha permesso a Cage di trasformare quell’esperienza in qualche modo disumanizzante “da piombo a oro”.

Ironia della sorte, Dream Scenario permette a questo eccentrico divo del grande schermo di perdersi in un ruolo che lo rende quasi irriconoscibile, ma che gli consente comunque di sfoderare le sue doti trasformandosi quasi in un fenomeno da baraccone: ci sono un sacco di momenti di perfetta Cage-rage. Il professore universitario Paul Matthews, cioè il personaggio che interpreta nel film, tiene corsi di Scienze naturali, con particolare attenzione alla mentalità di branco e all’adattamento nel mondo animale; al momento sta cercando di co-firmare l’articolo di una collega che prende pesantemente in prestito la sua ricerca universitaria sulla “insettelligenza”. Paul è un tizio che passa totalmente inosservato. Gli studenti gli prestano poca attenzione. La sua famiglia lo sminuisce affettuosamente. Sua moglie (Julianne Nicholson) punzecchia continuamente la sua passività. L’unica cosa degna di nota, nella vita di quest’uomo qualunque, è il suo costante piagnisteo, che fa quasi impallidire la famigerata voce di Cage in Peggy Sue si è sposata.

DREAM SCENARIO - Hai mai sognato quest'uomo? | Trailer italiano ufficiale HD

Quindi è davvero strano quando il cliente di un ristorante che non  aveva mai incontrato prima dice di conoscerlo. E anche qualcun altro dice di averlo riconosciuto. Una donna del suo passato sostiene che ultimamente Paul è stato spesso nei suoi pensieri. Ben presto, diverse persone iniziano a rendersi conto che Paul è l’uomo che appare nei loro sogni. Non fa nulla, è semplicemente lì. E non sono solo una o due o dieci le persone che sperimentano questa “epidemia di sogni”, ma centinaia. Letteralmente da un giorno all’altro, Paul diventa l’uomo più famoso del mondo. Due editori decisamente hipster (Michael Cera e Kate Berlant) si interessano al suo libro in lavorazione da tempo. È finalmente rispettato dagli altri accademici. E sua moglie adesso spera che lui appaia anche nei suoi sogni, preferibilmente con quel vestito oversize di David Byrne in Stop Making Sense che Paul aveva indossato a una festa di Halloween e che lei aveva trovato così sexy.

Si sa che le cose per Paul sono destinate a mettersi male quando una giovane donna (Dylan Gelula) lo spinge a ricreare un sogno erotico che aveva fatto una volta: l’intera sequenza si traduce in quella che potrebbe essere la più grande espressione facciale mai prodotta da Cage in un film, tanto che il pubblico alla prima del TIFF è scoppiato in risate e applausi a scena aperta. A poco a poco, Paul inizia ad assumere una presenza più sinistra nelle proiezioni notturne della gente. Accoltellamenti, attacchi a sorpresa con un martello in mano, aggressioni: la situazione si fa brutta. Ora nessuno si presenta più alle sue lezioni. La sua vita sociale va in crisi. Gli viene chiesto di lasciare i ristoranti perché i clienti sono spaventati a morte da lui. Paul non ha fatto nulla per provocare questa reazione. La celebrità è diventata un incubo. È sgradito ovunque. Tranne che in Francia, come fa notare il suo editore, dove le violenze e le molestie sessuali che perpetra nella testa della gente non lo rendono affatto un personaggio scomodo.

Dream Scenario si limita a giocare con queste frecciatine ai modi in cui la società esilia le figure considerate problematiche. Il film non cerca di difendere o perseguire i personaggi famosi e potenti che vengono chiamati in causa o arrestati per crimini reali (Paul del resto non ha fatto nulla, se non cercare di sfruttare la sua nuova fama per ottenere pubblicazioni e inviti a cena), ma improvvisamente vengono nominati Tucker Carlson e Jordan Peterson. La provocazione non è una novità per Borgli: il suo precedente film, Sick of Myself (2022), parlava di quanto chiunque sia disposto a fare qualsiasi cosa per distinguersi, nell’odierna economia dell’indignazione. Tuttavia, la mancanza di un punto di vista in questo caso è sia un vantaggio che un fallimento: se si trattasse solo del tentativo di attaccare direttamente la mentalità della massa woke nei confronti di uomini veramente cattivi, la satira non funzionerebbe. Ma l’idea di utilizzare tali elementi per raccontare come la fama diventi ingombrante e possibilmente perseguibile strizza l’occhio ai temi che animano il dibattito in un modo che non giova al film. Dream Scenario vuole affrontare argomenti scottanti, ma li fa passare in secondo piano quando le cose si complicano.

Tutto ciò non toglie nulla a ciò che Cage fa con il protagonista di questa cringe-comedy, e quello che lascerà il film ai posteri sarà probabilmente un’altra grande interpretazione sopra le righe di un attore totalmente fuori da ogni canone. Ci sono momenti in cui ci si dimentica di stare guardando un divo che non è mai stato meno che indimenticabile anche nei suoi film più deboli. La calvizie e la barba non sono tanto un travestimento, quanto un modo per spingere il personaggio oltre; ma gli permettono comunque di indulgere in alcuni classici trucchi e tic di Cage, da quel meraviglioso lamento nasale alla rabbia cieca di Paul, che fa aumentare di dieci volte la pietà nei suoi confronti. Per questo continuiamo ad empatizzare con quest’uomo, anche quando la situazione da incubo in cui finisce per trovarsi fa emergere i suoi istinti peggiori. Cage è un artista che si è sempre rifiutato di sedersi sugli allori: dategli un personaggio come Paul Matthews, e potrete vedere quanto è ancora capace di creare personaggi incredibili.

Da Rolling Stone US