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Date una commedia a Louis Garrel (ah no: una, bellissima, sta già per uscire)

Gli Insta-siparietti con Nanni Moretti riconfermano i tempi comici del bello (e bravo) di Francia. Ora protagonista e regista di un action-mélo da non perdere: ‘L’innocente’

Foto: Movies Inspired

Chi sta seguendo la miniserie di Nanni Moretti starring Louis Garrel su Instagram sa di cosa sto parlando. Una miniserie mini per davvero, finora poche puntate ma tutte capolavori: quando ci sono talento, scrittura, tempi comici non serve molto altro. L’ultimo episodio, due giorni fa. Nanni deve promuovere l’ospitata di Louis nel suo cinema per l’anteprima dell’ultimo film del francesino, L’innocente (esce il 19). Ma, dice, il video che abbiamo fatto l’ultima volta l’hanno guardato in trecentomila, poi però nessuno c’è venuto, al cinema; quindi adesso facciamo un video che non guarderà nessuno, così magari in sala ci vengono. Ovviamente siamo a 160mila visualizzazioni in due giorni. Numeri da Shakira, fatte le debite proporzioni.

Chi chiede in queste ore “Dateci una commedia di Nanni con Louis ADESSO” (o una serie in trecento puntate) ha ragione. Nelle mani di Moretti, Garrel è un comico provetto – ma pure da solo non scherza: i selfie davanti al Duomo di Milano, dove pure è venuto a presentare il suo nuovo film, sembrano fotogrammi di Buster Keaton.

Invece una commedia, bellissima e anche commovente, Louis se l’è fatta da solo. L’innocente, appunto. Un film che non andranno a vedere in pochissimi, di sicuro qualche universitaria con la frangetta e la borsetta vintage (vedi l’anteprima precedente con Louis al Nuovo Sacher, sempre dall’Insta-serie di Nanni); un film che, probabilmente, è il suo migliore da regista.

Nonostante il talento per la commedia l’abbia sempre avuto, nell’immaginario popolare (vabbè: in quello della bolla delle universitarie con la frangetta) Garrel è rimasto il dreamer belloccio e fané. Invece, da Les chansons d’amour di Honoré (commedia addirittura musicale!) al Castello in Italia della sua Valeria, dal Mio Godard (detesto Hazanavicius, ma Louis/Jean-Luc è indubbiamente irresistibile) fino all’ultimo Woody (Rifkin’s Festival, dov’era l’auteur scemissimo ma tenerissimo), la pasta del commediante è indubitabile.

E pure come regista (che nessuno conosce, a parte noi cinefilini ormai antistorici) ha un talento innato per i tempi leggeri. Tra quelli distribuiti in Italia – tutti belli: Due amici, L’uomo fedele, La crociataL’innocente è il gioiello. Il talento è innato nel senso di genetico: in tempi di nepo baby (ennesima scoperta dell’acqua calda da parte degli americani social), qualche furbone naturalmente accuserà “troppo facile fare il regista ‘presso te stesso’ se sei figlio di quel Philippe là che ti ha spianato la strada nel circolino intellò”. Philippe il re della post-Nouvelle Vague che ha fatto di Louis il suo principe, facendolo recitare fin da piccolo nei suoi film: in Les baisers de secours Louis, sei anni, era il figlio dei protagonisti, cioè Philippe Garrel e Brigitte Sy, cioè i suoi genitori.

Quel misto di commedia, romance, autofiction è già nel cinema di famiglia. Louis regista è da anni che lo riprende, lo riadatta, lo aggiorna ai suoi tempi, inteso sia come tempi storici che come tempi brillanti (e lo ricuce anche addosso ai suoi amori: prima Golshifteh Farahani, ora Laetitia Casta). E, ormai sicuro dei suoi mezzi, nell’Innocente ci mette anche il Cinema. È difatti, questa, una commedia noir piena d’azione, di citazioni (tutta la tradizione dei polar à la Melville con Delon, Lino Ventura, eccetera), con bellissime virate sentimentali (bravissima la co-protagonista Noémie Merlant, la “giovane in fiamme” di Céline Sciamma ora con Cate Blanchett in TÁR), splendidi comprimari (Roschdy Zem e Anouk Grinberg), registro lieve che di colpo si fa amarissimo, incipit da prison movie e finale da gran mélo, con intermezzi slapstick (la deliziosa sequenza in cui Garrel si nasconde in macchina).

Speriamo Nanni si convinca e riapra il set del Sol dell’avvenire, il suo prossimo film, per dargli un personaggio anche piccolino (se no ci accontenteremo di Mathieu Amalric). Se lo meriterebbero entrambi, ce lo meriteremmo noi spettatori – con o senza frangetta.

PS: C’è un altro bellissimo film francese da vedere in queste settimane, e che invece non vedrà nessuno: Un bel mattino dell’adorata Mia Hansen-Løve, con Léa Seydoux vedova assai consolabile grazie a un nuovo amore. Ma di questo parlerò un’altra volta, o forse mai.

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