Vorrei innanzitutto chiarire che, quando è stato deciso che Valeria e io saremmo state sulla copertina di questo numero di Rolling Stone, io non ero presente! Mi imbarazza che qualcuno possa pensare: Rolling Stone le ha chiesto di fare la co-direttrice, e lei si subito si è messa sulla cover! Quella è l’unica decisione che non ho preso. L’ho accettata volentieri perché mi faceva piacere giocare con Valeria, fare queste foto, in un posto speciale, divertendoci molto.
Detto questo, mi assumo invece tutta la responsabilità – anche se non la fatica e il lavoro: di quello devo ringraziare la redazione – di tutto quello che vedrete e leggerete in queste pagine.
Per me è stato estremamente interessante vedere, per la prima volta, cosa succede durante la costruzione di un giornale. E anche provare ansia perché volevo che una persona partecipasse, pensare “dirà di sì o di no?”, chiedermi come convincerla. Sono cose che i giornalisti sanno, ma per me era tutto nuovo.
È stato bello scegliere editorialmente chi avrebbe dovuto esserci, in questo numero che onora il cinema e che esce in un momento importante per il cinema, durante la Mostra di Venezia, ma che vuole parlare di cinema non solo canonicamente, raccontando le grandi star, ma anche attraverso chi il cinema lo fa. In questo numero non ci sono solo i frontman, i nomi che di solito vengono intervistati. Ci sono anche quelli che il cinema lo sostengono, che hanno una paternità sui film. Ci sono i produttori con le loro facce che non troviamo quasi mai sulle riviste, e soprattutto i produttori indipendenti, che oggi sono sempre meno.
Abbiamo voluto fare un numero che potesse interessare in maniera trasversale, che parlasse di cinema in modo serio, restando nel contesto in cui è posizionato: Rolling Stone ha una tradizione che è anche letteraria, rispetto al cinema e ai suoi protagonisti.
Ho capito come si trova un equilibrio tra i contenuti di una rivista, ho fatto proposte e accolto con gioia quelle della redazione di Rolling Stone. Avevo una lista dei desideri, e sono felice di averla vista realizzata pressoché per intero.
Ho imparato tante cose che prima non sapevo: cosa mettere? Cosa togliere? E ho capito che è davvero come in un film: quante decisioni impreviste devi prendere, quante variabili intervengono rispetto alle tue idee iniziali. E anche che non puoi fare solo scene madri: un film devi intervallarlo con altre cose, con mondi diversi, voci diverse, toni diversi, ed è così anche in un giornale. Ora mi chiedo: mi piacerà rifarlo, un giorno? Penso proprio di sì.
Il numero speciale di Rolling Stone Italia “Il Cinema” è in vendita dal 25 agosto in edicola e a questo shop online.